"I soldi per finanziare la sperimentazione di Zamboni li troveremo noi", ha annunciato l'associazione malati della patologia venosa Ccsvi: se non tutti i due milioni del costo stimato, almeno la metà . "Sono tantissimi, ma dobbiamo riuscirci", ha deciso il direttivo dell'Associazione Ccsvi-Sm riunito a Bologna, in prima linea a fianco del prof. Paolo Zamboni dell'Università di Ferrara che ha scoperto e correlato alla Sclerosi multipla la Insufficienza venosa cronica cerebrospinale - Ccsvi.
In programma, dunque, una campagna su radio, Tv, giornali e internet, mobilitando testimonial (Nicoletta Mantovani vedova Pavarotti, ammalata, ha spesso sostenuto l'associazione) e simpatizzanti anche per diverse raccolte fondi in piazza.
"La sperimentazione sia diagnostica che terapeutica, in doppio cieco, del prof. Zamboni - ricorda l'associazione - ha avuto il via libera dal Comitato Etico dell'ospedale S. Anna di Ferrara lo scorso novembre. Lo studio, che coinvolgerà 567 pazienti e una decina di centri in tutta Italia, avrà bisogno di circa due milioni. Per ora sono certi solo i contributi messi a disposizione dalla Fondazione Hilarescere (200.000 euro) e dalla Regione Emilia-Romagna (180.000 euro)". L'obiettivo è "molto ambizioso - ammette Francesco Tabacco, presidente dell'associazione - ma la sinergia che si sta già creando con l'Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara sarà decisiva".
Sullo sfondo, il conflitto con l'Aism-Associazione italiana sclerosi multipla che non considera definitive queste tesi e ha in cantiere una diversa sperimentazione, che però non è condivisa scientificamente dall'equipe di Zamboni. Tra le richieste dell'associazione, anche un centro di eccellenza all'ospedale Bellaria di Bologna dove lavora il neurologo Fabrizio Salvi che, insieme a Zamboni, ha condotto lo studio sulla Ccsvi.
INFO:
http://www.ccsvi-sm.org/
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