Immediate le reazioni delle associazioni che tutelano le persone sorde. €˜La sottotitolazione ‑¬â€˜ dice Silvana Baroni, ex presidente di Fiadda (Associazione famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli audiolesi) - favorisce circa 700 mila persone con problemi di udito, nonché le persone extracomunitarie e gli anziani, ed è anche uno strumento per focalizzare la lingua italiana proprio da coloro che non essendo in possesso della nostra lingua, parlata e scritta correttamente, hanno possibilità di arricchirla, aumentando la conoscenza di nuova terminologia e neologismi. Questo risultato è stato fortemente voluto dalla Fiadda che si è impegnata per molti anni in questa direzione‑¬.
Meno soddisfatte invece associazioni storiche, come Ens (Ente nazionale sordi) e Anios (Associazione nazionale interpreti Lis) che, nelle settimane precedenti, avevano mostrato perplessità e incertezze. La critica è rivolta alla scelta di Mediaset di abbandonare la traduzione in lingua dei segni (Lis) per concentrarsi solamente sui sottotitoli: come può il sistema dei sottotitoli ‑¬â€˜ si chiedono le due associazioni - comunicare quello che nella sua complessità può invece comunicare la Lis? La preoccupazione è condivisa anche dal presidente di Fiadda, Antonio Cotura. €˜Mi spiace per la chiusura della versione in Lis, ma resto comunque convinto ‑¬â€˜ afferma - che la sottotitolazione sia uno strumento accessibile a tutti i non udenti. Il problema ora sarà fare in modo che i sottotitoli siano fatti bene, perché è un lavoro che richiede delle professionalità specifiche, soprattutto nel campo del giornalismo, dove le modalità di discorso sono molto veloci‑¬.
Fonte: Redattore Sociale