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Nel 1998 ebbi un grave infarto, con diagnosticato anche un diabete tipo 2. inv. civ 90% Accertata la mia indisponibilità a turni troppo pesanti, con la 104, NVECE DI AVERE LE AGEVOLAZIONI SPERATE, sono stato messo in condizioni da dover lasciare il mio lavoro essendo ormai in scontro diretto con un superiore irriducibile, anno 2002. Dopo questi fatti, non potendo conseguire alcun aiuto per reddito non adeguato nell'anno precedente e percependo solo la ind. di disocc., mi sono iscritto alle categorie agevolate (protette) all' ufficio di collocamento con speranza e fiducia; avendo però una certa conoscenza in situazioni burocratizzate ho capito prima, avendone conferma poi da una funzionaria, amica, che mai avrei potuti ritrovare, solo, attraverso quella istituzione, un qualsiasi lavoro sentendomi persino dire, in confidenza, di essere SOVRATITOLATO e pure troppo vecchio a 56 anni per avere la benché minima possibilità visti gli elenchi delle richieste in essere in quel momento. Se non avessi avuto, grazie alle mie esperienze passate un minimo di capacità di adattamento e di esperienza per procacciarmi di tutto, a qualsiasi condizione, pur di poter lavorare e portare due soldini a casa .... forse non avrei potuto, spesso, trovare il coraggio e la forza di tornare la sera dalla mia famiglia. Ora ho 66 anni e sono in pensione con una pensione di 650,00 €š¬ al mese. Non mi vergogno di essere un cittadino italiano, tanti so che lo dicono e lo subiscono con dolore e rassegnazione, Io amo il mio paese con tutto me stesso, quello di cui mi vergogno è di vedere individui ( politici funzionari governativi ecc.ecc.) che fagocitano immani risorse, mai paghi di potere e presunzioni di onnipotenza senza nel concreto ottenere cambiamenti tangibili a favore di chi giunge persino a farla finita per disperazione, per godersela invece così alla grande ostentando eleganza, benessere e mostrandosi sereni e contenti, salvo lo scontrarsi tra pari per difese risibili di opinioni ovviamente diverse mentre, non io che mi reputo un fortunato forse scampato alla disperazione, milioni di italiani combattono ancora oggi, ben più di prima più disillusi e senza più la speranza dei miei tempi, per mettere insieme il pranzo con la cena, sperduti alla ricerca di un domani che temono a dir poco oscuro e insidioso per se e per i loro figli. Le cose sono cambiate? Si, secondo me, sono cambiate molto ma molto in peggio, buona fortuna, a chi ci crede. marlow

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