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rampa della stazione fuori usoTorniamo a parlare di città accessibili grazie alla segnalazione del fondatore del Centro di Aiuto alla Vita di Albenga

Il dottor Eraldo Ciangherotti, fondatore del Centro di Aiuto alla Vita di Albenga, ci segnala un articolo di denuncia pubblicato anche da Savonanews.it a cui volentieri diamo spazio.
Caterina Catalano, disabile grave di Albenga, fa un giro in carrozzella accompagnata da chi le proprie gambe può usarle per camminare e spiega quali difficoltà un invalido diversamente abile incontra ancora in giro per le vie di Albenga.

"Chi cammina in carrozzella spinto da una badante, come nel mio caso, racconta Caterina, va sul marciapiedi, arriva in prossimità delle strisce pedonali e, strano ma vero, capita ancora che non ci sia la rampa di accompagnamento alla discesa o alla salita in prossimità delle strisce pedonali. Da quando abbiamo cominciato a denunciare al Sindaco Antonello Tabbò le gravi barriere per i disabili in città , abbiamo certamente ottenuto dei risultati dall'Amministrazione uscente. Ne sono una prova Via Genova e i lavori in corso per il rifacimento dei marciapiedi. È sicuramente un bel traguardo per noi disabili non essere costretti a transitare sulla strada in mezzo al traffico di auto e camion. Ma qualcosa ancora si può e si dovrebbe ancora fare, senza grandi costi economici. Capita ancora oggi di trovare scalini sui marciapiedi, che per noi diventano un ostacolo insormontabile. Ad esempio, in Via dei Mille, in Viale Pontelungo o in Viale Italia". È combattiva Caterina e guardando all'elenco delle cose che non vanno, vorrebbe puntare il dito sulla stazione ferroviaria. Ma non ci riesce fisicamente, proprio per la disabilità che l'ha colpita in seguito ad un intervento di neurochirurgia subito oramai otto anni fa. "La Stazione ferroviaria di Albenga - prosegue nel suo racconto Caterina - è un disastro. Per accedere ai binari localizzati ai piani superiori, i sistemi sollevamento elettrico con pedana sono fuori uso e da oltre otto mesi. Vorrei capire perché, quando sono andata alla stazione per prendere il treno, mi hanno detto che la prossima volta, se avviso prima, faranno fermare il treno sul primo binario, anziché al secondo. Allora mi chiedo. Perché non viene riparato e reso funzionante il 'Sali scendi' elettrico per accedere ai binari? È davvero degradante per una persona disabile alle gambe e alle braccia doversi far spingere da dietro per salire una rampa di scale. Lo so, perché mi è già capitato".

marcapiedi inaccessibileCe n'è anche per l'ASL savonese dove Caterina quasi settimanalmente si reca per farsi riconoscere diritti che sembra non le appartengono."L'ASL alle volte sembra l'ufficio complicazione cause semplici. Per chi è malato cronico, infatti, non c'è il diritto alla fisioterapia una volta al mese, ma una volta all'anno. I malati cronici, nelle mie stesse condizioni, soffrono ogni giorno per i dolori dovuti al decubito. All'ASL savonese mi hanno risposto "Fisioterapia una volta all'anno" e la legge è legge, dicono i dirigenti, e non può essere cambiata. Ma io non mi rassegno. E poi, io devo prendere delle medicine vitali, senza le quali non sarei qui a parlare. Queste medicine costano 70 euro al mese. Essendo io malata cronica e invalida al 100%, per quale ragione non mi viene riconosciuto il diritto di esenzione?".

Sorride sempre Caterina, coraggiosa nelle sue denunce e ottimista nel riuscire ad ottenere con pazienza qualche risultato. I pullman del servizio di autotrasporto in riviera per lei sono un ennesimo problema. "Ci sono ogni ora dei pullman della SAR, dotati di pedana 'Sali-scendi', che effettuano le corse sulla riviera in una direzione o nell'altra. Manca però un coordinamento delle corse, che permetta a chi è disabile di conoscere gli orari di fermata dei mezzi dotati di pedana. E così, se decidi di andare ad Alassio o a Loano, per esempio, il giorno prima per il giorno dopo, magari ti accontentano dall'Ufficio direzionale, facendo coincidere i tuoi orari con quelli dei mezzi pubblici. Diversamente non sai né a che ora parti né a che ora ritorni". Arriviamo davanti a Palazzo Civico e ci fermiamo qui. Il nostro viaggio con Caterina per le strade di Albenga si ferma di fronte all'ingresso del Comune. Grazie alle sue battaglie, la pedana di accesso al Palazzo è stata realizzata poco più di un anno fa. Caterina alza gli occhi alle finestre del primo piano. Sa che là vi sono gli uffici del Primo Cittadino. "Perché non organizzare una giornata annuale ad Albenga per i diversamente abili? Perché non condividere sul piano umanitario le problematiche di chi vive in carrozzella?" dice immaginando di guardare negli occhi il Sindaco. E aggiunge: "Apprezzo le luci della pavimentazione che sono state collocate in viale Italia e viale Martiri. Prima della bellezza della nostra città , però, vorrei che si pensasse anche alla sicurezza di chi è diversamente abile e quindi guardando con maggiore occhio critico tutti i marciapiedi di Albenga. Via Genova, lo ripeto, è stata una grande conquista per noi disabili. Se non mi fossi prestata a farmi videoregistrare l'estate scorsa, durante il transito in via Genova, marciapiedi inaccessibileforse non avremmo ottenuto questo "miracolo". Adesso bisogna anche andare a rivedere tutti i marciapiedi di Albenga, creando quegli scivoli che, con un po' di cemento, possono essere a misura anche di noi invalidi". A chi, conoscendola, le chiede nell'atrio del Comune cosa ne pensa dei candidati sindaci alle prossime amministrative di Albenga, Caterina non perde il fiato e spiega: "Ad oggi, io personalmente ho conosciuto soltanto il Sindaco Tabbò, che non mi dispiace per il fatto che è una brava persona. Vorrei però, più audacia nelle iniziative a favore del mondo dei disabili. Mi piacerebbe conoscere anche la candidata del Centro-destra, Rosy Guarnieri. Albenga deve diventare una città a misura di tutti, anche di noi che, per camminare, abbiamo bisogno di una carrozzella e di pedane e scivoli per muoverci. Non possiamo sentirci dimenticati. Qualcuno deve pensare anche a noi e prima di tutto lo deve fare il nostro Sindaco. Mi offro di accompagnare, se necessario, i Vigili di Albenga lungo i percorsi pedonali, per rilevare insieme a loro tutte le problematiche che un disabile vive costantemente ogni giorno. Quest'estate, entrando in un bar, ad Albenga, ho chiesto di poter accedere al bagno e il proprietario mi ha risposto di andare al mare a fare i miei bisogni, perché là la toilette era inaccessibile. Ecco, se tutti ci rendessimo conto di cosa voglia dire vivere in stato di disabilità , forse certe battute non verrebbero neppure pronunciate per scherzo".

Un bacio e un sorriso Caterina li dispensa a tutti, proprio come una mamma. Ecco perché non passerà molto tempo e torneremo a fare una passeggiata in carrozzella con Caterina.


INFO:

http://www.savonanews.it
http://www.eraldociangherotti.it


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