Egregio Avvocato Colicchia,
Mio padre, invalido al 100% con accompagnamento in seguito ad un ictus, è da qualche mese ricoverato presso una RSA lombarda con retta interamente a suo carico. Leggo su diversi siti informativi che in caso di invalidità riconosciuta al 100% la retta dovrebbe essere interamente sostenuta dal SSN. E' effettivamente così? In caso affermativo, come mi consiglia di muovermi? La ringrazio anticipatamente e le porgo i migliori saluti.
D.
La risposta delll'avvocato Colicchia
Gentile D.;
questo è un quesito importante, e necessita di una ugual importante affermazione: “le cure sanitarie sono un diritto di tutti”.
Recente Giurisprudenza ha stabilito in termini chiari che i malati di Alzheimer e gli anziani non autosufficienti non devono pagare alcuna retta delle RSA. Gli anziani malati cronici non autosufficienti ricoverati in ospedale (pronto soccorso o reparto) o in una struttura convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale (casa di cura, R.S.A.), non possono essere dimessi se permane la necessità di cure che la famiglia non può (e non è suo compito) assicurare al domicilio.
In termini generali (bisogna sempre analizzare la vicenda nello specifico), sino ad oggi, l’ASL corrisponde la quota sanitaria nella misura almeno del 50% della retta totale. Nessun contributo al pagamento della retta alberghiera è dovuta dai familiari. La parte restante (quota alberghiera) è corrisposta dall’utente sulla base del proprio reddito e patrimonio. Nelle situazioni di reddito e patrimonio insufficienti alla copertura della retta alberghiera, la differenza è a carico dell’Ente gestore delle attività socio assistenziali (Comune, Consorzio socioassistenziale, Comunità montana).
Spero di esserle stato di aiuto.
Cordiali saluti.
Avv. Roberto Colicchia
AVV. ROBERTO COLICCHIA
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