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Gentilissimo Avvocato,

mi chiamo G. B., avrei bisogno della della Sua conoscenza per un problema burocratico con la banca nella quale ho il C\c, so che non rientra nelle argomentazioni che di solito tratta, ma non so più dove sbattere la testa.
Sono un disabile non autosufficiente al 100% e la mia disabilità mi impedisce di firmare, e da qui inizia il mio problema.  Anni fa ho aperto un c\c cointestato con mia sorella e quando è stato il momento di apporre la mia firma è bastato presentare un documento certificato da un messo comunale nel quale si dichiarava che, a causa della mia disabilità non ero in grado di firmare. Ora a distanza di qualche anno la banca mi comunica che a causa nuovi regolamenti il documento di certificazione presentato non è più attendibile e al più presto, rischio congelamento del conto, devo presentare la procura di firma  rilasciata da un notaio, nella quale viene detto che una persona scelta da me firma al mio posto.
Io mi sono informato presso altre banche e mi è stato risposto che, nei casi particolari come i miei, non è obbligatoria la procura, anzi si cerca di agevolare chi di problemi ne ha già tanti.
La ciliegina sulla torta l’ho avuta quando mi sono rivolto ad un notaio per informazioni ed un preventivo di spesa per una procura di firma a livello generale (valida anche per altri tipi di pratiche), e mi e stata chiesta la modica cifra di 800 euro.
Premesso che non vivo nell’oro e la mia pensione più accompagnatoria non mi basta per pagare mensilmente l’assistenza domiciliare, 800 euro mi sembrano un’esagerazione. Non Le nascondo che sono molto arrabbiato con la banca e appena esco da questo vortice chiuderò il conto, resta il fatto che sarà una chiusura di conto estremamente salata.
A titolo di informazione Le dico che avevo chiesto qualche anno fa al Giudice di pace se poteva farmi un documento che certificasse la mia impossibilità a firmare,  ma mi è stato risposto che non rilasciano queste documentazioni. Purtroppo come può immaginare in 30 anni di invalidità, di ottusità ne ho viste parecchie, ma sfortunatamente questa è una novità, e Le chiedo cortesemente il modo o un consiglio per uscire da questa situazione. Ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti.

 

La risposta dell'avv. Colicchia


Salve G. B.,

premetto che le faccio presente, anche al fine di proteggere le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, che è stato introdotto, nel nostro ordinamento, l’istituto dell’Amministratore di Sostegno.
La richiesta di nomina di un Amministratore di Sostegno va presentata al Giudice Tutelare ex legge n. 06/2004.
Nel ricorso da proporre dovrà essere indicato la persona scelta, la disabilità, le esigenze, e  dovrà chiedersi al giudice che l’Amministratore di Sostegno la sostituisca e compia per lei solo determinate attività tra cui firmare atti, aprire il conto corrente etc..  
Quanto all’espressa richiesta avanzata dalla sua banca si precisa che l’art. 4 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, (Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) a norma del quale: “la dichiarazione di chi non sa o non può firmare è raccolta dal pubblico ufficiale previo accertamento dell'identità del dichiarante. Il pubblico ufficiale attesta che la dichiarazione è stata a lui resa dall'interessato in presenza di un impedimento a sottoscrivere”.
La dichiarazione deve essere resa da chi, sia pur pienamente capace di agire, non sa scrivere o non può firmare perché materialmente impedito nella scrittura.
In pratica, dunque, qualora ci si trovi in presenza di impedimenti alla sottoscrizione dovuti a menomazioni fisiche, o analfabetismo, la dichiarazione dovrà essere validata da un pubblico ufficiale, intendendosi come tale: console, notaio, cancelliere, segretario comunale, o altro funzionario incaricato dal sindaco, funzionari degli istituti previdenziali etc.
Detto ciò non mi sembra indispensabile il ricorso ad un notaio essendo sufficiente rivolgersi ad un qualsiasi soggetto al quale la legge attribuisca la qualifica di pubblico ufficiale.
Consideri al riguardo che le problematiche da lei esposte le sono emerse con una sola banca tra quelle da lei visitate.
Si auspica nella sensibilità verso le peculiari problematiche della clientela che soffre di minorazioni, al fine di non creare situazioni imbarazzanti, e in qualche caso al limite della violazione di diritti soggettivi, seppure con le migliori intenzioni da parte degli operatori di migliore tutela degli interessati.
Spero di esserle stato di aiuto, Le rammento che lo Studio è formato da professionisti specializzati nel settore, che svolgono la loro attività professionale su tutto il territorio nazionale.


Cordiali saluti
Avv. Roberto Colicchia

Studio Legale
Avv. Roberto Colicchia
Via Risorgimento Prol.,66  89135 - Reggio Calabria
Via G. Garibaldi, 118/c  91020 - Petrosino (Tp)
email   avv.robertocolicchia@tiscali.it
pec  roberto.colicchia@avvocatirc.legalmail.it

 

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