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Mirco e Mauro Bergamasco
Una volta c'erano i diari. Ora ci sono i blog.
Una volta le pagine si scrivevano nella quasi totale segretezza. Ora, attraverso la Rete, cercano di raggiungere una platea quanto più ampia possibile.


Mirco e Mauro BergamascoI fratelli rugbisti Bergamasco invitano i giovani a conoscere le attività dell'associazione

Una volta c'erano i diari. Ora ci sono i blog.
Una volta le pagine si scrivevano nella quasi totale segretezza. Ora, attraverso la Rete, cercano di raggiungere una platea quanto più ampia possibile.
Cambiano gli strumenti, ma la semplicità con cui si confidano fatti ed esperienze rimane un punto fisso. Ecco ad esempio l'estratto da un blog. "Essere un 'potenziale donatore di cellule staminali emopoietiche' può sembrare spaventoso, talvolta pericoloso, ed a questo contribuiscono i falsi luoghi comuni. Io stesso ho immaginato chissà quali pratiche per arrivare allo scopo.
Conoscere la semplice funzione sociale che svolge questa associazione ed in cosa consiste praticamente la 'tipizzazione' piuttosto che il vero e proprio 'prelievo di cellule staminali emopoietiche' può far vedere la realtà sotto un altro punto di vista. Profittate della vostra curiosità !
".

L'autore del consiglio si firma con il nome "Mauro". Un ragazzo come tanti, ma con una particolarità in più: di cognome fa Bergamasco, e con il fratello Mirco è un campione di rugby tra i più apprezzati nel panorama internazionale.
Entrambi bravi ("colonne" della squadra dello Stade Franà §ais e della Nazionale Italiana di rugby), entrambi belli (le loro immagini sul calendario "Dieux du Stade" hanno fatto breccia nei cuori del pubblico femminile, appassionato di rugby e non), non potevano che essere anche entrambi buoni. Sono loro, infatti, i nuovi sostenitori-testimonial scelti dall'ADMO per avvicinare il pubblico alle attività dell'associazione.
Una missione portata avanti con uno strumento tanto efficace quanto innato: la loro straordinaria semplicità .

Com'è avvenuto l'incontro con ADMO?
Mirco: "Sei-sette anni fa un compagno di squadra, un amico, sfortunatamente si è ammalato di leucemia. Siamo venuti subito a conoscenza dell'ADMO, attraverso la quale, diventando donatori, potevamo dare una speranza in più per trovare una persona compatibile".?Mauro: "Siamo interessati a tutto ciò che può dare una mano a chi ne ha bisogno, e così, sollecitati dall'ADMO, abbiamo intrapreso insieme questa campagna di informazione".

Essere testimonial dell'associazione: quali attività sarete chiamati a portare avanti?
Mauro: "Più che testimonial, ci definirei 'portavoce'. Inviteremo ad avere un primo contatto con l'associazione, perché solo l'informazione e la testimonianza di chi opera nel settore può rispondere con efficacia a qualsiasi dubbio o falsa credenza".

Mirco: "Cercheremo di sensibilizzare l'opinione pubblica, presentando le attività dell'ADMO. In particolare, ci rivolgeremo ai giovani: faremo capire che si può dare il proprio aiuto e diventare donatori con un semplice gesto qual è un prelievo del sangue. Trovare la compatibilità è molto difficile, ma più siamo, più c'è la possibilità di aiutare una vita".

Prima dell'incontro, quanto conoscevate del trapianto di midollo osseo?
Mirco: "A dire la verità , non conoscevo assolutamente nulla. Appena ne ho sentito parlare pensavo, come molti credono senza essere informati, che per diventare donatori ci volessero interventi particolari o complicati".?Mauro: "Conoscevo l'esistenza dell'ADMO, ma non sapevo quale fosse il primo passo per rendersi utili".

In generale, come descrivete il vostro rapporto con le iniziative solidali?
Mirco: "Penso sia un rapporto di collaborazione: attraverso la nostra 'notorietà ' possiamo sensibilizzare l'opinione pubblica e avvicinare ancora più persone a queste iniziative".?Mauro: "Ci piace l'idea di poterci rendere utili. Abbiamo la fortuna di essere conosciuti per quella che è fondamentalmente la nostra passione; allora perché non metterla al servizio di chi non ha la chance di vivere semplicemente la propria vita?"

In Francia, cosa si può dire di progetti simili a quello a cui avete aderito? Sono diffusi o sono invece maggiormente sentiti in Italia?
Mirco: "Anche in Francia, per comunicare progetti e attività su enti o associazioni con scopi benefici, ci si affida a personaggi famosi, spesso a sportivi. Fortunatamente, sono in molti a mostrarsi solidali a queste iniziative".?Mauro: "Abbiamo tra l'altro partecipato ad alcune giornate di sensibilizzazione sui bambini malati di leucemia".

Dalla speranza in campo medico a quella sul campo da rugby. Cosa vi attendete per la stagione 2008/2009 con la squadra dello Stade Franà §ais?
Mauro: "Spero vengano raggiunti gli obiettivi europei che da tempo attendiamo".?Mirco: "Come ogni anno, gli obiettivi principali del Club sono: essere competitivi nella Coppa Europa, così come pure a livello nazionale, nel campionato francese Top 14. Ovviamente, lottando fino alla fine!"

E con la Nazionale Italiana?
Mirco: "Penso che l'obiettivo a lungo termine sia continuare a crescere come squadra, e continuare a lavorare per essere competitivi alla prossima Coppa del Mondo nel 2011. La volontà dei giocatori è sempre presente; i risultati si vedono, ma vogliamo migliorare sempre di più".
Mauro: "Con la squadra Nazionale, in ogni occasione c'è un nuovo obiettivo da raggiungere, legato al momento e all'avversario che si affrontano. Ci sono test-match che hanno un sapore particolare, come quello contro l'Argentina, e quello a Padova contro l'Australia. Mi aspetto di vincerli".

A proposito del match contro l'Australia, lo disputerete l'8 novembre nella vostra città natale. Che effetto vi fa l'idea di tornare "a casa"?
Mauro: "Giocare un test-match internazionale a Padova dà l'opportunità di omaggiare la mia famiglia in un'occasione speciale".
Mirco: "Se avrò la fortuna di giocare quella partita, sarà una grande emozione, non solo per il fatto di indossare la maglia della Nazionale, ma anche perché la porterò davanti al pubblico della città dove ho giocato per 12 anni, e davanti alla mia famiglia, che probabilmente sarà più numerosa, visto che saremo a casa".

Fuori dal campo, qual è la vostra idea di "relax"?
Mirco: "Giocando all'estero, non abbiamo la possibilità di vedere spesso la nostra famiglia e gli amici che cinque anni fa abbiamo 'lasciato' in Italia. Quindi, poter tornare a casa e stare un po' con loro è già un gran bel relax".
Mauro: "Quello che intendiamo come relax è sicuramente riuscire a staccare il cervello dalla routine che ci accompagna undici mesi all'anno. Il rugby è senz'altro la nostra attività principale, e prende effettivamente tutto questo tempo, anche se non è il nostro unico impegno. Siamo comunque coscienti che, se non portassimo questa attività alla massima espressione nel campo, non avremmo tutto quello che riusciamo a conquistare al di fuori".

Un'anticipazione per il pubblico femminile: concederete un bis agli scatti che vi hanno immortalato sul calendario 2008 "Dieux du Stade"?
Mirco: "Ebbene sì, parteciperò agli scatti del calendario 2009 per il sesto anno consecutivo. Non bisogna dimenticare però che, anche se artisticamente particolare, il calendario è fatto soprattutto per beneficenza. Parte del ricavato andrà infatti ad associazioni che, attraverso lo sport, cercano di integrare nella società i ragazzi meno fortunati".
Mauro: "Il calendario 2009 sarà in vendita tra poco. Io, però, non ci sarò".


INFO:
Il sito ufficiale dei fratelli Bergamasco

Il sito dell'ADMO

Ci siamo occupati di rugby anche in questi articoli:

AL SEI NAZIONI DI RUGBY L'ITALIA HA UNA MASCOTTE UNICA

PER UN MONDO SENZA BARRIERE


[Roberto Bonaldi]

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