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Iperspecializzazione dell’insegnante di sostegno: vediamo cosa è emerso dalla tavola rotonda di Rimini

 

Uno dei momenti più attesi del recente convegno di Rimini sull’Integrazione scolastica e sociale, organizzato dal Centro Studi Erickson, ha riguardato un acceso confronto sulle proposte di riforma riguardanti la figura del docente di sostegno.

LA PROPOSTA DI LEGGE - Come già sottolineato nei mesi scorsi, infatti, le associazioni Fish e Fand hanno ormai da tempo presentato un proposta di legge, la A.C. 2444 che prevede una radicale rivisitazione di tale ruolo, a cominciare dalla formazione iniziale, in essa prospettata come separata da quella dei docenti curricolari. Tale proposta pare incontrare favore politico e sarebbe ormai in agenda di governo; incontra però molte resistenze non solo tra gli insegnanti ma anche tra gli esperti di pedagogia speciale e nelle università, da tempo ormai preposte alla formazione dei docenti di sostegno.

LE DUE POSIZIONI - Nella tavola rotonda di Rimini, perciò, i massimi esperti del settore si sono confrontati in maniera piuttosto serrata ed è emerso un evidente disaccordo tra due posizioni. Da una parte, infatti, i professionisti dell’insegnamento hanno rilevato le insidie nascoste dietro ad una riforma tanto radicale: ipersecialismo, istituzionalizzazione delle delega, derive medicalizzanti; dall’altra le associazioni Fish, Fand ed Anffas hanno sottolineato il favore di molte famiglie nei confronti di tale prospettiva e l’intenzione di prevedere una figura professionale specialista dell’inclusione e non dell’assistenza. Era presente M. Campione, della segreteria dell’on. D. Faraone, che ha mostrato apprezzamenti verso tale prospettiva, ma era presente anche una mamma che ha espresso forti perplessità verso di essa.

GLI INTERVENTI DEGLI ESPERTI - S. Nocera e V. Falabella (Fish) hanno sostenuto con forza la validità della proposta della Fish, sottolineando come nel tempo la formazione del docente di sostegno sia diventata sempre più generalista. G. Giani (Insegnanti bis-abili) ha però evidenziato come una formazione separata porti a radicalizzare le distanze tra i docenti: se vogliamo generare inclusione, ha aggiunto, non dobbiamo agire sul problema, ma sul contesto. P. Marotta (Andis) ha sottolineato la necessità di una formazione avanzata sulla didattica inclusiva per tutti gli insegnanti, non solo di sostegno. P. Fasce (docente) ha presentato la proposta di cattedra mista, di cui ci siamo già occupati nel mesi scorsi ed ha riportato la delibera in merito da parte del Coordinamento Genitori Democratici. Anche A. Cenerini (Adi) ha sottolineato la necessità di non ricorrere alla separazione delle carriere dei docenti, come anche D. Boscolo (ritenuta tra i migliori insegnanti al mondo), R. Caldin (Università di Bologna) ed E. Chiocca (CIIS). I professionisti dell’insegnamento hanno sottolineato la necessità di pensare ad una pedagogia speciale per tutti i docenti, ad una formazione estesa e continua. L’appello, accorato, è stato unanime ed ha messo al centro i principi su cui poggia il concetto stesso di inclusione.

M. Campione ha risposto che molti dei principi della proposta della Fish sono nella delega che riformerà il sostegno. Nel suo discorso è riemerso il termine patologia, già apparso nei mesi scorsi, verso cui la formazione dovrà essere attenta. Moltissimi sono stati però gli interventi che hanno sottolineato in modo unanime numerose perplessità in merito, anche tra il pubblico. M. Santi (Università di Padova, Sipes) ha espresso perplessità per l’associazione del termine famiglie alle istanze della proposta di legge in discussione, rappresentativa delle associazioni che l’hanno presentata, ma non di tutte le famiglie coinvolte nelle necessità dell’inclusione. E’ emersa la piena consapevolezza di due visioni molto distanti  e discordanti, entrambe però centrate sul valore dell’inclusione e sulle prospettive utili al suo miglioramento.

Unico punto di accordo emerso, altrettanto radicale e netto, è stata la richiesta di formazione iniziale ed in servizio, continua e per tutti i docenti. Il tavolo dei lavori si è concluso dunque con l’auspicio che tale accordo possa essere punto di partenza per cercare di definire una piattaforma comune in cui proseguire i lavori.

APPROFONDIMENTI
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Iperspecializzazione: una buona via per l’integrazione?

Tina Naccarato

 

 

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