Menu

Tipografia



La proposta si pone l’obiettivo di riportare l’inclusione al centro: tutti i docenti dovranno occuparsi dell’alunno con disabilità, non solo l’insegnante di sostegno

La scuola italiana è da sempre indicata a modello di inclusione, anche se negli ultimi tempi si rende sempre più necessario un dibattito per un rinnovamento e un miglioramento delle politiche in grado di rinforzare le pratiche inclusive a discapito di spinte alla differenziazione che, di fatto, si verifica ancora in alcune classi.

Per dare una forza propulsiva in termini di proposte, è stata annunciata nei giorni scorsi, in occasione delConvegno “Dalla diversità di qualcuno… all’unicità di ciascuno” tenutosi a Moncalieri e promosso AIR Down, la stesura di una proposta di legge dedicata proprio a rinforzare l’inclusione scolastica, a partire dalla ridefinizione dei ruoli degli insegnanti (di sostegno e non).
A lavorare al testo (ancora in via di stesura) è un gruppo eterogeneo di esperti del settore:Massimo Nutini, Evelina Chiocca, Raffaele Iosa, Paolo Fasce, Dario Ianes, Vincenzo Antonio Gallo, Fabio Filosofi, Fernanda Fazio, Nicola Striano.

La proposta di legge – che verrà presentata al convegno Erickson a Rimini, dal 17 al 19 novembre prossimi – mette nero su bianco una proposta audace, destinata a far discutere, che si può sintetizzare con la locuzione di “cattedra inclusiva”, proponendo la presenza di docenti con posto comune a garantire anche il sostegno, e docenti di sostegno che insegneranno la propria materia. Una nuova definizione, quella di cattedra inclusiva, appunto, che dovrebbe sostituire i vari “posti comuni”, posti si sostegno e disciplinari, a favore di una formula che li accoglie senza etichette – di nome e di fatto.

La proposta parte dal concetto che tutti i docenti sono docenti di tutta la classe: non ci sono insegnanti assegnati al solo alunno con disabilità, ma gli è propria l’intera classe. E viceversa: l’alunno con disabilità è assegnato anche all’insegnante di tutta la classe, non specializzato nel sostegno. Da qui una proposta che, per realizzare la piena progettualità inclusiva, passa per una nuova definizione del personale docente, in termini di corresponsabilità e professionalità degli insegnanti.

Così Evelina Chiocca in occasione della presentazione durante il convegno: “Abbiamo scelto questo contesto perchè qui, con le azioni concrete di formazione, sperimentazione, ricerca-azione sulla scuola inclusiva messe in pratica dagli enti del Protocollo MICHI, con la fattiva collaborazione tra Università, scuole e territorio si sta davvero creando l’opportunità di riportare la pedagogia al suo valore, superando quella “pedagogia delle etichette” che oggi troppo spesso tende a prendere il sopravvento.”

Il Protocollo MICHI, ideato e realizzato da AIR Down, è nato per capitalizzare esperienze già maturate sul territorio e sperimentarne di nuove, proponendosi come strumento per supportare e valorizzare le realtà scolastiche, istituzionali e territoriali che fanno dell’inclusione un proprio valore di riferimento e per potenziarne l’operato attraverso l’attivazione di sinergie efficaci e la disseminazione di buone prassi.
Con questo spirito è stato stilato anche il Manifesto della Scuola Inclusiva, presentato nel corso del convegno.

Potrebbe interessarti anche:

Nuovi modelli PEI sostegno con il decreto correttivo al DI 182/2020

Redazione

bottoncino newsletter
Privacy Policy

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy