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fabia timacoFabia Timaco, focomelica, ci racconta il suo percorso verso la protesi elettromeccanica che le darà una mano nuova

 

Intraprendenza, curiosità, voglia di raccontarsi. Tre parole a dare una veloce presentazione di Fabia Timaco, ventuno anni, una delle penne di Che Futuro!, blog-contenitore dove si racconta il meglio dell’Italia che innova, cresce, si espande  lungo le direttrici del digitale e non solo.
Scopro da quelle pagine la sua storia, il racconto in prima persona di come la tecnologia può innestarsi nella vita delle persone – o nelle persone stesse, è davvero il caso di dire – e cambiarle.

Fabia infatti nasce focomelica all’avambraccio destro, e ora ha intrapreso un percorso che la porterà ad avere una mano nuova. Una mano realizzata su misura, stampata in 3D, cucita millimetro su millimetro sulla base delle sue caratteristiche, frutto di una realtà bellissima no profit, tutta italiana, che si chiama Open BioMedical Initiative, da cui nasce il progetto FABLE - un nome che già fa sognare.
Ma andiamo con ordine: per capire un po’ di più mi sono fatta raccontare in prima persona da Fabia i come, i cosa, e anche i perché della sua esperienza.

 

Fabia, su Che Futuro! racconti passo passo il percorso che stai vivendo per arrivare alla tua protesi. Ci spieghi in due parole cos’è e come è iniziato il progetto FABLE, e come ci sei entrata?
E’ un viaggio condiviso. Il team di OBM Initiative sta costruendo FABLE, acronimo di Fingers Activated By Low-cost Electronics, una mano elettromeccanica stampata in 3D per me e per tutte le persone che ne avranno necessità in futuro. Se loro mi danno letteralmente una mano io racconto questo percorso attraverso un diario di bordo per annotare le fasi, le emozioni, le prove da vicino. Chi vuole solamente sbirciare è il benvenuto!

 

Un arto artificiale è una sorta di vestito su misura: anche in quel caso si procede per prove ed aggiustamenti. Come si procede alla “cucitura” di una protesi elettromeccanica?
Dalle prove del segnale mioelettrico, quello che effettivamente muoverà la mano nei suoi movimenti, alla presa delle misure di lunghezza, grandezza della mia manina. Insieme al team FABLE posso capire quali modifiche possono apportare o adattare alle mie necessità. Tenendo conto di leggerezza, confort ed estetica. Negli ultimi articoli, infatti, sto scoprendo qualche dettaglio tecnico grazie ai volontari, i quali rispondono alle mie curiosità. Con FABLE è una reciproca conoscenza!

Per una persona che non se ne occupa professionalmente, la tecnologia rimane spesso un mondo oscuro, distante. Per te, che ora la vivi sulla tua pelle, come cambia questa percezione? Cosa significa vedersi costruire intorno un pezzo di corpo?
In prima persona sono curiosa di conoscere e trasmettere questa realtà che sembra lontana attraverso il mezzo della scrittura. Fa strano pensare ad avere due mani in un futuro prossimo quando si ha vissuto sempre con una (e mezza – preciso), e si è trovato semplicemente una seconda opzione nello svolgere attività quotidiane. Bisognerà imparare da capo, immagino, con i giusti tempi.  

 

Abitudine purtroppo comune, vuole che spesso si parli di Italia auto-etichettandoci come Paese “indietro” sotto molti aspetti, non ultimo quello tecnologico. Ma di realtà che brillano per competenze, professionalità e conoscenza,  il nostro Paese non manca. Anche per questo so che hai deciso di scriverne su Che Futuro!…
Ho conosciuto OBM Initiative grazie a un contatto di un mio compagno di corso alla Scuola Holden. Lo scorso febbraio ho inviato una semplice e-mail a chi non sapevo ci fosse dietro, ci ho creduto. Il 6 marzo, al 3DPrint Hub, a Milano, ho incontrato un team giovane e volontario composto da ingegneri, modellatori e designer. Ho avuto fiducia in loro, e mi sono affidata sapendo che sarebbe stato un percorso, a volte faticoso, altre volte meno, ma essendo una prova e una scommessa va superata, penso.
Bisogna crederci nelle cose, perché anche in Italia ci sono organizzazioni disposte a mettersi in gioco. Come l’Open BioMedical Initiative, un’iniziativa globale di supporto alla Biomedica tradizionale impegnata nello sviluppo collaborativo e nella distribuzione di nuove tecnologie biomedicali low-cost, open source e stampabili in 3D.

obm logo

 

Per l’arrivo della mano si dovrà aspettare probabilmente fino a dopo l’estate. Noi saremo lettori avidi delle prossime puntate del diario di bordo di Fabia, che incoraggeremo nel nostro piccolo così, e che potrete fare anche voi, seguendola qui.

Grazie a Fabia per queste piccole grandi storie che ci fanno vedere il futuro con occhi diversi e toccarlo con mani nuove. Let’s go!


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Francesca Martin

 

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