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Avviato alla Fondazione Santa Lucia IRCCS un protocollo sperimentale per trattare l'appiattimento emotivo verso i figli causato dalla lesione del sistema nervoso

In caso di ictus o di altri traumi e malattie che comportino una lesione del sistema nervoso centrale, chi ne è colpito può sperimentare una serie di disturbi neuropsicologici, che possono compromettere varie funzioni cognitive, come la memoria e il linguaggio, ma anche alterare personalità e comportamento.
Tra questi ultimi disturbi, ne esiste uno molto specifico, che comporta una disabilità temporanea con ricadute sui rapporti familiari, ovvero l'appiattimento affettivo verso i figli.

IL PROGETTO DI RICERCA
Gli esperti della Fondazione Santa Lucia IRCCS stanno portando avanti un progetto pilota proprio su questo specifico disturbo che, spiegano, si registra non di rado nei genitori colpiti da lesioni del sistema nervoso.
I disturbi della capacità genitoriale (parenting) sono già oggetto di studi, ma quelli causati nello specifico da traumi del sistema nervoso centrale sono il focus su cui si concentra il lavoro dell'equipe di ricerca coordinata dal dott. Umberto Bivona, psicologo e ricercatore della Fondazione Santa Lucia IRCCS.
"La ricerca ha raramente affrontato casi nei quali a generare il disturbo c'è una lesione del sistema nervoso e il nostro progetto pilota è volto ad offrire anche a questi pazienti un percorso terapeutico efficace e validato dalla scienza", spiega il medico.
Il progetto è partito a giugno 2023, prendendo in carico una mamma colpita da una lesione al sistema nervoso e suo figlio di 10 anni. Nel corso della fase pilota del progetto, che durerà 12 mesi, verranno inclusi in questo percorso sperimentale pazienti ed ex-pazienti della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma.

DISTURBI DELLA CAPACITÀ GENITORIALE
Il disturbo si manifesta in una sorta di raffreddamento dell’empatia del genitore verso i figli. Spiegano gli esperti che le persone colpite, pur tornando ad una vita autonoma, vedono ridotto o perdono del tutto il naturale trasporto verso i propri figli. Questa condizione, causata dalla lesione al sistema nervoso, è spesso fonte di sofferenza più per il figlio e per l'altro genitore che non per il paziente stesso che, proprio a causa della lesione cerebrale, può non essere pienamente consapevole delle proprie difficoltà nel prendersi cura dei propri figli, per cui spesso sperimenta e lamenta un senso di esclusione e una minore ricerca da parte dei figli nei propri confronti, senza però "capirne" la motivazione.

COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO
Il protocollo sperimentale vedrà coinvolte 10 coppie di genitori e figli. Applicando un approccio neuro-psicoterapeutico, si cercherà di favorire l'interazione tra il genitore e il figlio con l'utilizzo di video, giochi interattivi ed esperienze pratiche di vario tipo, differenziati a seconda dell'età del bambino.
L'obiettivo è restituire o potenziare le abilità del genitore in vari ambiti, incentivando risposte appropriate ai segnali positivi e negativi mostrati dal bambino e promuovendo l'interazione tra il genitore e il bambino, fino al ripristino del coinvolgimento emotivo negli scambi e nelle interazioni con il figlio, con il fine ultimo di migliorare il benessere psicologico dell'intera famiglia.

MONITORAGGIO DEI RISULTATI
Il percorso sarà monitorato da una psicologa psicoterapeuta e una specializzanda in psicoterapia. Il genitore sano del bambino sarà incluso nel progetto sia in ottica di supervisione, sia per restituire completezza alla famiglia e all'ambiente del bambino.
Prosegue il dott. Bivona: "Insieme a tutta l'équipe coinvolta, composta dagli psicologi Marta Aloisi, Eva Azicnuda e Valentina Bandiera, osserveremo i risultati lungo tutto il percorso sperimentale con il duplice obiettivo di rendere questo percorso personalizzato sulle necessità della coppia genitore/figlio e di garantire la riproducibilità di questa esperienza in modo da poter informare gli interventi degli specialisti in tutta Italia. Una valutazione neuropsicologica e clinica dedicata pre-trattamento e post-trattamento ci permetterà di verificare i risultati e l'efficacia del protocollo che abbiamo messo in campo".


IL SOSTEGNO DI UNICREDIT
Il progetto è sostenuto anche da UniCredit, grazie a UniCreditCard Flexia Classic Etica, il cui utilizzo prevede che il due per mille delle spese effettuate dai clienti vada ad alimentare, senza alcun onere a carico del titolare della carta, uno specifico Fondo destinato a diverse iniziative e progetti di solidarietà".

Redazione

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