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Soddisfatto il Forum Terzo Settore che guarda però avanti e ricorda anche la necessità di una disciplina del regime Iva che tenga conto delle peculiarità di enti e associazioni

Tirano un sospiro di sollievo gli enti e le associazioni del non profit italiano, che solo un paio di giorni fa avevano lanciato l’allarme per il timore che non venisse approvata la proroga dell’entrata in vigore del nuovo regime Iva per il Terzo Settore: ipotesi che avrebbe messo in seria difficoltà moltissime realtà, soprattutto le più piccole.

APPROVAZIONE DELLA PROROGA
E invece l’approvazione dello slittamento c’è stata. A dichiararlo, Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore: “Siamo soddisfatti per il via libera, nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, all’emendamento che fa slittare al 1 gennaio 2025 l’entrata in vigore del nuovo regime Iva per il Terzo settore”.
La proroga, ricorda Pallucchi, era molto attesa dalle realtà non profit del nostro Paese, “che correvano il serio rischio di non riuscire ad adeguarsi alla nuova normativa a causa dei tempi stretti e della gravosa serie di pratiche burocratiche e amministrative da gestire, pur non dovendo pagare l’imposta”.
“Il nostro appello di questi giorni è stato ascoltato ed è un segnale positivo da parte del Parlamento e del Governo che apprezziamo”,
ha dichiarato Pallucchi.

NECESSARIE SOLUZIONI DEFINITIVE
Ma dopo la proroga? Guarda avanti Pallucchi, ricordando che la proroga non basta, e che si rende invece necessaria una disciplina del regime Iva per il terzo Settore. “Ci auguriamo, però, di non doverci ritrovare in questa situazione ancora una volta tra qualche mese e, soprattutto, ci aspettiamo che la proroga serva a individuare una soluzione definitiva a un problema noto da tempo”, dichiara Pallucchi. Che continua: “Come facciamo ormai da due anni, continuiamo a chiedere una disciplina del regime Iva che tenga conto delle peculiarità del Terzo settore, le cui attività per lo sviluppo sociale ed economico del Paese sono il vero valore aggiunto da riconoscere”.
“Non solo – prosegue la Portavoce - : ricordiamo che quello dell’inquadramento fiscale del Terzo settore è un tema ben più ampio e rappresenta l’ostacolo principale alla piena attuazione della riforma. Anche le Onlus, infatti, attendono ancora una risposta e, a sette anni di distanza dall’approvazione del Codice del Terzo settore, è ancora sospesa l’autorizzazione Ue per l’intero pacchetto fiscale conclude.

Redazione

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