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Sembra un argomento tabù, come se le persone con disabilità non fossero contemplabili come potenziali partner. Ma è davvero così?

 

Amore, disabilità, sessualità: una triade che funziona o non funziona? Esiste? Può svilupparsi? Su questo ci siamo interrogati in un articolo di qualche tempo fa, e su questo  si è concentrato lo psicologo Lelio Bizzarri, che le scorse settimane ha lanciato la questione tramite un questionario on-line, raccogliendo dati molto interessanti. Ne è uscita una immagine che verrà presentata al pubblico il prossimo primo dicembre.

IL QUESTIONARIO  -   Lo psicologo Bizzarri da anni si occupa del tema. Ha quindi deciso di approfondire la questione, mettendo on line un questionario anonimo dal titolo “Sessualità e disabilità: indagine su atteggiamenti ed esperienze”  nel quale ha raccolto le esperienze di quasi mille partecipanti, i cui risultati saranno presentati il dicembre a Roma, presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio. Così ha raccontato Bizzarri a Redattore Sociale : “Ho riscontrato che, in letteratura così come nelle condivisioni di operatori, genitori e persone disabili stesse, questo è un argomento tabù come se le persone con disabilità non fossero contemplabili come potenziali partner. D'altro canto però, ho conosciuto decine di persone disabili, anche con gravi patologie, che hanno rapporti sessuali, storie sentimentali o hanno avuto dei figli insieme al proprio partner, sia questo disabile o no. Allora mi sono chiesto se questi assunti circa l'indesiderabilità delle persone disabili siano davvero così incrollabili”.

APERTURA AD AVERE UN PARTNER DISABILE – A Redattore Sociale Bizzarri anticipa alcuni dei risultati della ricerca. A grandi linee, emerge che la percezione comune è che è normale che una persona disabile si innamori. Inoltre, quasi la metà del campione non esclude la possibilità di coinvolgersi sessualmente e sentimentalmente con una persona con disabilità fisica o sensoriale. Solo 17 intervistati (l’1,86%, del campione) escludono categoricamente che potrebbero ricambiare.  “Ciò testimonia che il tabù sessualità e disabilità comincia a crollare - afferma Bizzarri, che però aggiunge - Stando ai dati, mentre tanti si dichiarano teoricamente disponibili a una relazione con un partner disabile, ancora pochissime sono, in effetti, le coppie “miste”. "

DISABILITA’ COGNITIVA – Tra i dati rilevati, dicevamo che oltre il 90% del campione considera normale che una persona con disabilità abbia sentimenti erotici. Ma ci sono da fare dei distinguo. Infatti l'8% considera non normale la sessualità in un una persona con deficit cognitivi - percentuale che scende al 3% nel caso dei disabili motori e sensoriali.

UN TABU’ CHE VACILLA? – Le risposte sembrano ritornarci l’immagine di una società nettamente aperta alla sessualità delle persone con disabilità. Va ricordato che il campione, dome dichiara lo stesso Bizzarri, seppur limitato, è composto però da una grande varietà di persone differenti per genere, età, residenza, titolo di studio e rapporto con la disabilità. E proprio questa varietà varrebe la pena di indagare, per capire se e come questi atteggiamenti cambiano al cambiare delle variabili, e soprattutto rispetto al fatto di essere disabile o meno. “Anche qui infatti esiste un pregiudizio: che cioè l'essere disabile predisponga positivamente verso altre persone con disabilità. Il questionario ci aiuterà a capire se sia davvero così”, ha dichiarato Bizzarri.

TUTTE LE RISPOSTE AL QUESTIONARIO – Ci sarà modo di discutere del tema in maniera più approfondita nel corso della presentazione dei dati complessivi della ricerca, che si svolgerà il
1 dicembre presso la sede dell'Ordine degli Psicologi del Lazio dalle 9 alle 13. L’ingresso è gratuito ma i posti sono limitati, pertanto è necessaria la prenotazione questa pagina, dove trovate anche tutte le informazioni di accessibilità della sede e su come arrivare.


In disabili.com:

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Redazione

 

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