Sono passati nove anni da quell11 maggio 1992: Fausto correva tranquillo verso Cesena, si stava allenando per una gara ciclistica. Basto un attimo: Andavo piano, assorto nei miei pensieri scrive lautore -, quando nel tentativo di regolare il bullone della ruota anteriore, inavvertitamente, infilai la mano in mezzo alla ruota bloccando di colpo la bicicletta. Caddi e, mentre sbattevo la testa sullasfalto, avvertii tutto il peso del corpo sul collo.
Fu linizio di un calvario: la caduta gli aveva provocato un trauma delle vertebre cervicali C4-C5, con lussazione del midollo spinale. In altre parole, la para-tetraplegia, diagnosi che non lascia alcuna probabilita di recupero. Limpossibilita di muovere tutti i quattro arti era accompagnata da dolori lancinanti, che nessun farmaco, nemmeno la morfina, riusciva a sedare, e dalla compromissione delle funzioni organiche. Per non parlare della depressione. Esiste un dolore fisico che mette a dura prova il corpo - racconta Fausto Morigi nel suo libro , un dolore psicologico che occupa tutta la mente, un dolore sociale che fa perdere alla persona il suo ruolo in famiglia e nella societa, un dolore spirituale che fa perdere gli affetti verso le persone care, la stima di se ed anche la fede. Non so sicuramente quale sia il peggiore - continua ma credo che in genere chi cade in disgrazia [
] di solito accusa tutti questi dolori contemporaneamente. Io mi trovavo in questa situazione.
Ce stato un momento in cui sofferenza e annichilimento sembravano aver annientato persino la volonta di Fausto: ogni sera confessa - andavo a dormire con la speranza di non svegliarmi piu. Ma a poco a poco la determinatezza del suo carattere, la capacita di relazionarsi con gli altri e di capire le loro storie e il loro dolore, anche quando la propria storia e il proprio dolore sembravano avere il sopravvento, e soprattutto la scoperta che esiste una dignita anche nella sofferenza, gli hanno permesso di reagire allimperscrutabilita del Fato e di riappropriarsi della vita. Nel rimettersi Di nuovo in cammino (come recita il titolo della seconda parte del libro), molte sono state le persone che lo hanno aiutato, oltre ai famigliari, anche medici, fisioterapisti, obbiettori e assistenti, che Fausto Morigi ha conosciuto grazie alla malattia e che hanno stretto con lui una profonda amicizia. E molte sono state le persone a cui Fausto ha dato coraggio. Lamica Cristina, ad esempio, racconta di lui: mi ha insegnato anche che una carrozzina non e una bara e che starci sopra non significa essere morti, ma significa essere nati due volte e, visto che abbiamo avuto la seconda possibilita, siamo forse migliori.
Lidea di raccontare in un libro la sua esperienza e venuta Fausto Morigi in seguito. Inizialmente egli aveva pensato ad un diario di bordo, privato e introspettivo. Ma dopo averlo letto, alcuni amici hanno insistito perche lo pubblicasse, convinti che il suo librotestimonianza, per la carica di ottimismo che infonde a dispetto della tremenda sofferenza da cui ha avuto origine, potesse essere utile a tutti, non solo a chi condivide con Fausto la dolorosa condizione della para-tetraplegia.
Certamente, oggi, ci sono ancora momenti duri in cui egli deve fare i conti con la tristezza, la solitudine, linsensibilita e lindifferenza di molti, il forte dolore fisico e la nostalgia ed il rimpianto di una vita diversa scrive nella Prefazione Nadia Bravetti -, ma ce anche la soddisfazione della vittoria nonostante tutto, vittoria che consiste nellaver recuperato il senso della vita. Una vittoria, aggiungiamo noi, che è stata lunga e faticosa, fatta si di piccole conquiste quotidiane, ma pure di altrettanti smacchi, ai quali Fausto non si e mai arreso, lasciando spazio nella sua anima alla capacita di sorridere alla vita e alla speranza che il sole potesse nascere ancora.
Fausto Morigi, Il sole nasce ancora, Costantini Editore, Cesena, 2001, pp. 95, £. 15.000.
Alessandra Sgarbossa - alessandra@disabili.com