Menu

Tipografia

Pupi Avati, all'anagrafe Giuseppe Avati, classe 1938, una vita nel cinema.
E ancora la voglia di stupire, come con "La cena per farli conoscere", l'ultimo lavoro che firma in camera di regia.
L'occasione per incontrarlo è proprio il lancio del film, nella sale in queste settimane, che mette assieme un cast d'eccezione con Diego Abatantuono, Vanessa Incontrada, Violante Placido, Ines Sastre, e Francesca Neri.
Il film ci presenta Sandro Lanza, attore sessantenne che nessuno chiama più a lavorare, attorno al quale si riuniscono le tre figlie nate da diverse relazioni, e che si incotrano per la prima volta. Decidono di organizzare una cena per presentare al padre Alma, cioè Francesca Neri...
Tante donne insomma, ma il vero protagonista - ci spiega Avati - è questa figura paterna, interpretata da Diego Abatantuono.
Nel film vive il momento delle scelte: o interpretare correttamente il ruolo di padre, o invece dedicare tutte le proprie energie, le proprie risorse, la propria fantasia, al conseguimento del risultato professionale, magari comunque scadente. Il personaggio ha preferito puntare su questa seconda ipotesi. Quindi un padre del tutto scadente, un padre assente, un padre che si ricorda di avere delle figlie soltanto nel momento in cui il silenzio intorno a lui si è fatto totale.
Un personaggio in cui è facile riconoscersi, specie per persone come me, che hanno alle spalle una famiglia e quindi dei figli.

E' più facile dirigere un uomo o quattro donne?

Devo dire che non cambia assolutamente niente.
Quello che conta è avere dall'altra parte esseri umani prima che attori: è una cosa ancora possibile per fortuna in questo paese.
L'importante è stare molto attenti a formare la squadra giusta per affrontare una storia, guardare tutti come si guarda i cavalli, guardare la dentatura, rendersi conto che una tale persona può fare al caso tuo...

Pupi Avati alla macchina da presa
alla macchina da presa

Io con molti dei protagonisti di questo film ho già avuto esperienze precedenti, quindi non era difficile capire che sarebbe andata bene. Con Violante Placido e sopratutto con Francesca Neri invece era la prima volta. Francesca Neri aveva addirittura rifiutato un mio film,  quindi non sapevo bene di chi si trattasse, come caratterialmente fosse.
Poi frequentandola un attimo ho capito che sarebbe stato importante averla, le ho proposto questo personaggio molto al limite, che viene interpretato in modo assolutamente magistrale, e per il quale ha dovuto scoprire in se stessa una vena che le era sconosciuta.

E' risaputo come lei sia molto attaccato alla famiglia e ai suoi valori, ma riferendosi alla famiglia d'oggi l'ha definita "sbrindellata". Perchè secondo lei, e perchè ha voluto raccontarla così nel film?

Racconto la confusione e l'abdicazione di quelli che erano i ruoli classici della famiglia patriarcale, come quella da cui io provengo: patriarcale, alargata, quasi alto medievali, dove c'era tutto il parentado... Fateci caso, alcune figure stanno proprio sparendo: scompaiono i fratelli, scompaiono le zie, scompaiono i cugini, scompaiono tutte le parentele di carattere orizzontale.
Il bambino di oggi guarda verso l'alto e vede solo queste due figure, papà e mamma, e perdipiù certe volte stenta a capire quale sia uno e quale sia l'altro... 
Quindi penso che questa mia commedia sentimentale sarcastica voglia esprimere un'opinione su questo rumore di fondo e sul degrado sociale del paese, di cui è responsabile anche un certo mondo dello spettacolo, quello della televisione in primis.
E poi nei riguardi proprio delle responsabilità di chi ha generato dei figli, a un certo punto c'è chi se n'è dimenticato, andandosene via completamente, e considerandosi totalmente assolto da ogni dovere.
Per poi ricorrere ai figli solo nel momento del bisogno.

durante l'intervista
Durante l'intervista

Un comportamento poco apprezzabile: ma fortunatamente nella seconda parte del film il racconto diventa eticamente corretto, perchè questo personaggio a un certo punto accetta di essere quello che è, butta gli occhiali, si priva della maschera, e accetta di convivere con se stesso. Credo di aver fatto un operazione non inutile.

C'è un let-motiv che ritorna sempre nei suoi film: un passato che non si può più recuperare, che è inutile inseguire perchè non ritornerà più. Anche in quest'ultimo film lo sfondo malinconico prevale?

La cena per farli conoscere mi sembra sia un film molto divertente: lo vedo in sala, dove sento moltissimo ridere. E' rassicurante, perchè sono cose che ho scritto io e che scopro come se fossero totalmente inedite.
Si ride di noi stessi, quindi si segue la grande lezione della commedia in costume italiano, di alto profilo. Non a caso si cita Risi, si cita Scola, si cita Monicelli, cioè i padri fondatori di un certo tipo di cinema.

Tra gli attori che devono a lei il loro lancio nel cinema c'è Vanessa Incontrada, che sta andando molto per la maggiore, è molto amata dal pubblico. Per lei ha interpretato anche Angela, la donna non vedente che fa innamorare Neri Marcorè in "Il cuore altrove".

La Incontrada la vidi in uno spot di un telefonino al fianco di Cesare Cremonini: a un certo punto si girava verso la macchina da presa, verso il finestrino, e faceva un sorriso di una luminosità così straordinaria...
Per cui quando pensammo quella storia d'amore di 40 ore di "Il cuore altrove" pensammo che l'apparizione, il palesarsi di questa cieca, doveva assolutamente essere abbagliante malgrado fosse cieca. Ho individuato che la tipa dello spot era una modella di Milano: l'abbiamo chiamata, e l'abbiamo coinvolta.
E' evidente che quando lavori con un'attrice bella hai la sensazione di averla utilizzata esclusivamente per il suo aspetto estetico: la Incontrada nel film doveva essere sopratutto bella, perchè poi tutta la parte emotiva era sulle spalle di Neri, di Giannini, di Nino d'Angelo, insomma di tutti gli altri personaggi.
Quando appariva, si doveva capire perchè uno perdeva la testa per lei.

da sinistra:Vanessa Incontrada, Pupi Avati, Neri Marcorè
Da sinistra: Vanessa Incontrada, Pupi Avati, Neri Marcorè

La stessa cosa nel "Testimone dello sposo" per Ines Sastre. Ti rimane il dubbio, ma io veramente non l'ho verificato sul piano della qualità interpretativa, è anche un attrice o non lo è, poi non ho visto i film che poi lei successivamente ne ha fatti due o tre, ha fatto con altri, allora avevo la voglia di metterla alla prova. Io, credo che nel nostro film comunque la sorpresa vera, sia Francesca Neri, che veramente in questo cammeo, fa una cosa che più lontana da se stessa, non poteva essere. Allora ho una grande soddisfazione, lei era certa di non saperlo fare, il fatto di averla portata a casa, di averla fatta attraversare la strada senza nessun incidente, adesso Francesca Neri sa di avere una gamma interpretativa più ampia, di quanto non sapesse prima.

INFO:

Ascolta parte dell'intervista in questo file audio (309kb).

Il sito ufficiale di La cena per farli conoscere 

La presentazione di "Il cuore altrove" tra le nostre recensioni dei film che parlano di disabilità 


[Alberto Friso

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy