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La fragilità ossea, spesso provocata da osteoporosi, è causa di fratture per 560.000 italiani

Le fratture nelle persone anziane sono purtroppo un problema che ben conosce chi ha superato i sessantacinque anni o si trovi in particolari condizioni di salute. Quando avvengono senza traumi importanti, ma per una bassa resistenza ossea, si parla di fratture da fragilità, che nel solo 2017 hanno interessato 560.000 italiani (senza contare le numerose fratture vertebrali che solo in piccola parte vengono diagnosticate o registrate).

OSTEOPOROSI PRIMA CAUSA MA NON SOLO
Tra i fattori di maggior rischio di incappare in una frattura da fragilità (si pensi ad esempio alla frattura del femore) va annoverata l’osteoporosi, di cui soffrono circa 4 milioni di italiani, dei quali 3,2 milioni donne e 0,8 milioni uomini. Ma oltre alla misura della densità minerale ossea, su cui si basa la diagnosi di osteoporosi, esistono altri parametri che forniscono informazioni sul rischio di frattura: età, terapia con glucocorticoidi, anamnesi personale di fratture da fragilità, anamnesi familiare di fratture da fragilità, fumo, basso peso corporeo, eccessivo consumo di alcool. La valutazione del rischio di frattura deve quindi essere distinta dalla diagnosi di osteoporosi- secondo il Ministero della Salute.  

I NUMERI DELLE FRATTURE DA FRAGILITA’ OSSEA
Secondo i dati diramanti dalla Coalizione FRAME FRATTURE DA FRAGILITÀ, il 34% delle donne italiane di età oltre i 50 anni corre il rischio di subire una frattura ossea da fragilità, mentre negli uomini scende al 16%. I dati dicono che in seguito alla prima frattura da fragilità il rischio di subire una successiva frattura, entro il primo anno, è cinque volte superiore; si stima, infine, che nel nostro Paese nei prossimi 10 anni l’incidenza di Fratture da Fragilità crescerà del +22,4% in Italia (2030: 690.000 fratture). Tutto questo mentre il 75% dei pazienti colpiti da questo tipo di fratture non riceve un trattamento farmacologico per l’osteoporosi, e con costi sanitari a carico del SSN stimabili in 9,4 miliardi di euro (con un aumento stimato del +26,2% nei prossimi 10 anni).

UN PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA
Considerando l’aumento della longevità e il conseguente invecchiamento crescente della popolazione, è evidente come questo si configuri sempre più come un problema di salute pubblica. Il quadro, se inserito inoltre nell’attuale contesto post pandemia con milioni di italiani – soprattutto anziani- totalmente inattivi durante il recente lockdown e conseguente accentuazione di problematiche legate alla sedentarietà, ci restituisce una immagine ancor più cupa.

UN GRUPPO DI ESPERTI CONTRO LE FRATTURE DA FRAGILITÀ
Alla problematica si dedica un gruppo, attivo dal 2018, di esperti: la Coalizione FRAME FRATTURE DA FRAGILITÀ, che da due anni lavora per far riconoscere il doloroso vissuto di centinaia di migliaia di cittadini, e per riportare all’attenzione del SSN questa priorità, che con l’andare degli anni imporrà un intervento sempre più deciso in termini di politiche di prevenzione e gestione. Oggi la Coalizione raccoglie il lavoro congiunto di 18 associazioni di pazienti, 2 ordini professionali, 7 società scientifiche con la collaborazione di un Intergruppo parlamentare. Il gruppo ha in questi giorni pubblicato il suo nuovo “Documento Programmatico Regionale”, nel quale lancia alcuni specifici messaggi ai territori ed ai decisori regionali per avviare azioni prioritarie, assistenziali ed organizzative.

UN DOCUMENTO PROGRAMMATICO
Nel Documento – che è il cuore della pubblicazione del ITALIAN HEALTH POLICY BRIEF (IHPB) – FOCUS ON “Fratture da Fragilità Report dal Tavolo Nazionale della Coalizione FRAME”, edita da ALTIS (editore specializzato in progetti di politica sanitaria) – si avanzano tre proposte precise:
1. riconoscere le Fratture da Fragilità come priorità nell’agenda politica regionale, con codifica del paziente con fragilità ossea;
2. definire degli specifici PDTA regionali;
3. identificare i percorsi regionali per la realizzazione delle Unità di Frattura (FLS). Queste proposte sono già in queste settimane al centro di un dialogo e confronto tra clinici, pazienti e rappresentanti dei sistemi sanitari in alcune regioni italiane (Toscana, Veneto, Lombardia, Sicilia, Puglia e Lazio), che hanno dimostrato particolare sensibilità al tema delle fratture da fragilità. Oltre ai tre obiettivi principali la Coalizione indica una serie di azioni capillari che possono favorire la presa in carico dei soggetti fragili e dei pazienti, alla prevenzione, al dialogo multiprofessionale (tra MMG, bone specialists, farmacisti e farmacisti ospedalieri, infermieri e direzioni medico-sanitarie), alla messa in condivisione dei dati disponibili, alla promozione di iniziative di educazione e prevenzione, all’implementazione di sistemi regionali di monitoraggio sulle Fratture da Fragilità, alla creazione di database regionali delle FF; alla creazione di reti ospedale-territorio; all’impiego di algoritmi informatizzati per il calcolo del rischio di frattura del paziente.

CONSIGLI E BUONE PRASSI
Cosa fare, allora? Tra i consigli, in primis la prevenzione primaria, cercando di limitare i fattori di rischio. Questo significa intervenire innanzitutto su quegli elementi modificabili per migliorare lo stile di vita (no alle sigarette, alcool o alimentazione scorretta), verifica del corretto apporto di calcio e vitamina D tra le cose che possiamo fare in prima battuta.
Importantissima è anche l’attività fisica. A questo proposito, segnaliamo i consigli dei fisioterapisti, dedicati agli anziani dopo il lungo periodo di inattività causato dal lockdown
Altro elemento su cui intervenire è la prevenzione delle cadute. In questo caso può essere utile anche adattare la casa con accorgimenti ed ausili che la rendano il più possibile sicura e favoriscano la mobilità in sicurezza. Pensiamo ai sollevatori, o a tutti gli aiuti per portarsi in posizione eretta. (ne abbiamo parlato in questo articolo)
Naturalmente i precedenti consigli non devono prescindere da un consulto con il proprio medico che saprà valutare un eventuale percorso di prevenzione o terapeutico, anche farmacologico, secondo le singole situazioni.

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