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Nuovo caso di violenza sessuale ai danni di una donna con gravi problemi psichiatrici: il reo confesso è un operatore dell’istituto nel quale la donna era ospite

Ancora violenza sulle donne con disabilità, e ancora una volta in un ambiente che dovrebbe essere invece protetto. Una notizia che ha autenticamente shockato il movimento che riunisce sotto la FISH una serie di sigle del mondo della disabilità.

I fatti cui fa riferimento la FISH in una nota riguardano un episodio di cronaca di queste ore, che ha visto una donna con gravi problemi psichici vittima di violenza carnale da parte di un operatore socio-sanitario di un istituto in provincia di Enna, reo confesso dopo il test del DNA. L’uomo è accusato di violenza sessuale, aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni di una donna disabile e nel momento in cui la stessa era a lui affidata”.

Poiché la donna, una ventiseienne con severi problemi psichici che comunica solo con lo sguardo, è incinta alla venticinquesima settimana di gestazione, la violenza è avvenuta nei giorni drammatici del lockdown, quando la struttura era zona rossa per la presenza di 162 positivi fra pazienti e infermieri, quindi isolata dall’esterno, ricostruisce la FISH. Un elemento che aggiunge sgomento allo sdegno. Il fatto, ricostruisce sempre la FISH, è venuto alla luce dopo che i genitori, terminato l’isolamento da lockdown, avevano notato che la ragazza era visibilmente ingrassata.

Come proseguirà questa vicenda? La gravidanza sarà portata a termine? Se diventerà madre, come assicurare alla ragazza tutti i sostegni necessari? E il diritto alla giustizia sarà pieno? Verranno rispettate tutte le ipotesi aggravanti? Le ipotesi di negligenza o connivenza verranno indagate? – si interroga Silvia Cutrera, coordinatrice del Gruppo donne FISH – La drammaticità di questo fatto svela ciò che può accadere nei luoghi che dovrebbero essere deputati alla cura delle persone con disabilità. Il Gruppo Donne FISH vuole nuovamente lanciare l’allarme sul maggiore rischio che le donne con disabilità corrono di essere vittime di violenza, abusi e maltrattamenti. È ora di agire senza silenzi e omertà.

FISH, lo ricordiamo, ha anche lanciato la seconda edizione di una ricerca su donne con disabilità e violenza, chiedendo alle donne e alle ragazze disabili di raccontare le loro esperienze.
Conclude FISH auspicando anche azioni politiche serie, organiche e forti che rimuovano le cause di questi episodi e fra questi anche i contesti segreganti troppo spesso scenario di abusi di vario genere.

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Redazione

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