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Tra gli esempi di successo: TIM e Coordinamento degli Atenei Lombardi per la Disabilità e i DSA

Il Disability Manager (DM) è una figura professionale che nasce negli USA inizialmente al servizio della grande industria, finalizzata all’integrazione lavorativa della persona con disabilità. In Italia questa figura ha acquisito competenze ulteriori che ne fanno un “facilitatore” a tutto campo, con notevoli esperienze sui percorsi di superamento di barriere architettoniche e culturali. Si tratta di un professionista che deve avere la capacità di mettere in rete enti, professionisti, uffici, associazioni in un determinato territorio, con lo scopo di superare e far superare qualunque tipo di barriera. È quanto è emerso dall'intervento della dr.ssa Matilde Leonardi, Coordinatore Scientifico Corso di Perfezionamento per Disability Manager in Italia, nell'ambito del convegno "Disability management: buone pratiche e prospettive future in Italia", tenutosi lo scorso 25 novembre a Milano.

IL DISABILITY MANAGER - Dal 2001 il nuovo approccio biopsicosociale alla salute e disabilità contenuto nell’ICF e nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006, promuovono l’implementazione di modelli di intervento centrati sull’integrazione e sulla multidisciplinarietà per l’autonomia e la partecipazione sociale delle persone con disabilità. In tale contesto si colloca la figura del DM che opera nelle diverse realtà sociali (istituzioni, soggetti profit, terzo settore e associazionismo) per il conseguimento di un più sano e funzionale rapporto tra la persona con disabilità ed il suo contesto di vita. Il Disability Manager è un professionista che, grazie alle competenze altamente specializzate acquisite sul campo della disabilità, si propone come interlocutore tra i bisogni delle persone disabili e i vari altri soggetti istituzionali. In tal senso il DM programma e facilita il passaggio della persona tra struttura sanitaria o socio-sanitaria o sociale e territorio. La Classificazione ICF e il modello biopsicosociale centrato sulla persona rappresentano la base teorica e concettuale sulla quale si fonda il lavoro del DM che è un consulente specializzato che si occupa dei casi che presentano patologie complesse e che favorisce la costituzione di reti socio-sanitarie-assistenziali con l’obiettivo di presa in carico della persona nella sua globalità.

LA STORIA DEL DISABILITY MANAGER - In Italia la figura del DM si trova definita in termini strutturati nel sistema per la prima volta nel "Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana", frutto del lavoro del tavolo tecnico istituito tra il comune di Parma e il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali nel 2009. Nasce, quindi, come figura da inserirsi principalmente nella pubblica amministrazione, in particolare nei comuni al di sopra dei 50 mila abitanti.
Nel 2013 il DM fa un salto ulteriore come ruolo in Italia e trova la sua ufficializzazione nelle politiche nazionali grazie al suo inserimento come figura importante nel Primo Piano di Azione Nazionale Disabilità redatto dall’OND-Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Ma è con il secondo Piano nazionale di azione Disabilità del 2016 che il Disability Manager anche nel mondo del lavoro viene definitivamente accreditato come un ruolo essenziale.

I primi 10 anni dei Disability Manager Italiani sono stati caratterizzati da un crescendo di ambiti di applicazione e ci sono tutte le premesse perché questo ruolo si definisca sempre meglio e possa concretamente servire a migliorare la partecipazione di chiunque ne possa avere bisogno, con o senza disabilità.

TESTIMONIANZE DI APPLICAZIONE DEL DM - L'obiettivo finale, quindi, è quello di poter parlare di Disability Management come competenza e non solo di Disability Manager come professione. Positive in questo senso sono state, nel corso del convegno, le testimonianze di alcune istituzioni pubbliche ed aziende private che hanno avviato al proprio interno percorsi di sviluppo di gestione della disabilità, in termini soprattutto di inserimento lavorativo.
Per quanto riguarda le università, il prof. Elio Borgonovi ha presentato l'esperienza positiva del CALD-Coordinamento degli Atenei Lombardi per la Disabilità e i DSA, nel cui ambito sono condivise le esperienze di diversi corsi di laurea (scientifici, economici, giuridici e umanistici) e soluzioni riferite a diverse fasi del percorso di studi: dall’orientamento in entrata alla presa in carico da parte dei servizi, all’utilizzo di tecnologie assistive, fino all’orientamento per stage e per la ricerca di una occupazione coerente con le conoscenze e le competenze maturate.
Per il comparto aziende, invece, è stato presentato da Andrea Rubera il caso di TIM, fra le prime aziende italiane a strutturare un percorso specifico, che dal nel 2009 ha informalmente individuato un Diversity Manager ed è stato istituito un “Diversity Board” composto da 35 colleghi, rappresentativi di tutte le diversità. "Pensare in ottica di disability management significa sostanzialmente rimuovere le barriere fisiche e culturali. - Ha spiegato Rubera - Trattare la disabilità come fosse una materia unica non è però possibile: bisogna partire dalla persona e dalle sue esigenze. L'impegno che abbiamo assunto è di garantire a ciascuno la possibilità di lavorare senza alcun tipo di distinzione".

I 10 POSTER - Infine, ad arricchire l'offerta del convegno in termini di presentazione di buone prassi ed esempi virtuosi di Disability Management, i 10 poster di Fondazione Edmund Mach, "Primi passi verso il Disability management: l'esperienza della Fondazione Mach", Banca d’Italia, "L’impegno della Banca d’Italia per le diversità", Università di Palermo, "Disability Management e culture organizzative: Verso la definizione di un modello di orientamento culturale dell’organizzazione verso la disabilità a lavoro", Associazione Informatica Solidale Onlus, "Favorire l’accesso di persone con disabilità al mondo del lavoro IT, Università Bicocca, "Studenti universitari con disabilità: uno sguardo ai dati MIUR", Città Metropolitana di Milano, "L'azione di sistema di Città Metropolitana di Milano. Sperimentazione e sviluppo delle competenze del Disability Management a supporto della gestione delle risorse umane in azienda", Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, "Lavoro e disabilità: il caso della sclerosi multipla, Corrado Roncallo, "La Figura del disability manager", Università di Bergamo, "Disability Management: un’esperienza lombarda", e A.N.I.O.M.A.P., "ANIOMAP nella rete di inserimento aziendale del disabile visivo".


Per informazioni:
Veronica Mattana
Psicologa del lavoro, ricercatrice – lablavoro@lablavoro.com

Consuelo Battistelli
Diversity engagement partner for Ibm Italia - bconsu@gmail.com


In disabili.com:
Disability management: buone pratiche e prospettive future in Italia
Disability management: definizione, contesto e prospettive



Alessandra Babetto

 

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