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Buongiorno,
Premetto che preferisco non inserire il mio nome, data la delicatezza degli argomenti che sto per esporre, prevedendo che il mio intervento venga pubblicato.
Le scrivo perché vorrei chiarire un dubbio circa la l 104/92.
Sono stato riconosciuto disabile al 100%, Diversi anni fa, la commissione medica locale di prima istanza ha redatto il verbale circa la legge 104/92 attribuendomi l'art 3 comma 3. Passo quindi ad esporle il dubbio in merito:
Il problema è che, a mio parere, non sussistono più le condizioni per l'art 3 comma 3  e vorrei sapere come fare per poter chiedere la revisione, in modo da poter dimostrare di rientrare nell'art 3 comma 2.
Nel passato, causa anche la giovane età e il disinteresse che avevo circa queste tematiche, non ho mai approfondito cosa effettivamente significassero i codici e non conoscevo nel dettaglio la normativa, come non entro nel merito delle decisioni dell'allora commissione esaminatrice.
Tuttavia, da qualche anno mi  sto occupandomi più da vicino di tutte queste questioni e quando ho letto in cosa consta il già citato comma3 "Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità." ho iniziato a pensare che non sia il mio caso.
Nel passato, potevo sicuramente aver bisogno di assistenza pressoché continua, soprattutto per quanto riguardava gli spostamenti, ma da quando ho la patente, il problema non sussiste e sebbene con qualche difficoltà, posso dire di essere autosufficiente. Se non quando ero piccolissimo (come per tutti) nessuno mi veste, nessuno mi imbocca, nessuno mi lava etc... faccio tutte queste cose autonomamente.
Inoltre, se da giovanissimo non facevo molte cose (cucinare, commissioni) oltre che per la mancanza della patente e del mezzo proprio, si aggiungeva un naturale comportamento di un figlio che lascia fare certe cose ai genitori, cose che tuttavia non riguardano la cura della persona o attività quotidiane della vita.
In particolare ha colpito la mia attenzione la frase "correlata all'età": ho tra i 25 e i 30 anni e di certo non necessito di "un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione". Ho qualche difficoltà, a causa dell'invalidità e ci sono certe cose che non posso fare, ma questo non impedisce l'autosufficienza, in più ho i miei impegni e la mia tranquillissima vita sociale... Cosa posso fare, quindi, per far riesaminare la situazione? Come lei ben può capire, il mio è un discorso di principio, non sopporto che in un pezzo di carta, ogniqualvolta debba chiedere un'agevolazione, debba risultare per ciò che non sono.
Ringraziandola per le informazioni che vorrà fornirmi, resto in attesa di un suo cortese riscontro
 
La risposta dell'avv. Colicchia
 
Egregio Signore, deve proporre a mio parere nuova domanda amministrativa, facendo presente "l'alleggerimento" delle condizioni di salute. In tal senso può evidenziare che sono mancati presupposti fondamentali facenti capo ad una grave situazione oggettiva di presenza continuativa di assistenza medica e non; magari con nuovi certificati medici che attestano la migliore condizione di vita.
Saluti
Avv. Roberto Colicchia

 


Studio Legale
AVV. ROBERTO COLICCHIA
Via Risorgimento Prol. 66  89135 - Reggio Calabria
Via G. Garibaldi, 118 91020 - Petrosino (Tp)
Cell. 329.7014305  Fax  0965.037245
email   avv.robertocolicchia@tiscali.it

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