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Buona sera sono un dipendente pubblico disabile con legge 104/92 art.3 comma 3. Il datore di lavoro ha deciso di trasferirmi in un altro plesso (stesso comune) senza il mio consenso. Ho provato a contestare ma non vogliono sentire ragioni. Se rifiuto di andare nel plesso destinatomi a cosa vado incontro? Come poter far valere i miei diritti? Grazie, cordiali saluti
L.

La risposta dell'avvocato Colicchia

Gentile L.;
come ho già avuto modo di dire tra le varie tutele previste per il lavoratore disabile, particolare intesse merita il co.6 dell’art.33 della Legge n.104/92, il quale sancisce che “la persona portatrice di handicap ha diritto di scegliere, laddove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferita in altra sede, senza il suo consenso.”
Per quanto precede, preme sottolineare che la tutela della disabilità in particolar modo il “divieto di trasferimento”, la cui radice affonda nei principi costituzionali di cui agli artt.32 e 38 della Costituzione, in molti casi si pone in antitesi con l’altro principio generale sempre di natura costituzionale che sancisce la libertà economica e d’impresa (art.41 della Costituzione).
Il diritto di non essere trasferito senza esplicito consenso ad altra sede costituisce, tuttavia, un diritto incondizionato nel senso che, diversamente da quanto avviene nei casi disciplinati dall'art. 2103, comma 2, del Codice Civile, esso non è soggetto a verifica di compatibilità con le esigenze organizzative e produttive dell'impresa.
Infatti, diversamente da quanto previsto per la scelta della sede, il rifiuto al trasferimento si configura come un vero e proprio diritto soggettivo.
Trattasi, dunque, di una disposizione che rafforza ed estende quanto già previsto dal Codice Civile. All'articolo 2103 prevede, fra l'altro, che il lavoratore non possa essere trasferito da un'unità produttiva all'altra senza comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive.
Il comma 5 dell'articolo 33 aggiunge a questa condizione, oltre alle ragioni appena illustrate, anche il consenso da parte dell'interessato. In caso di violazione si può ricorrere al Giudice con fortissime probabilità di soddisfare i propri diritti.
Spero di esserle stato di aiuto.
Cordiali saluti.
Avv. Roberto Colicchia

 

AVV. ROBERTO COLICCHIA
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