Buonasera dott. Colicchia, Le spiego il mio dilemma. Ho una sorella di 25 anni (con disabilità grave dovuta a un trauma da parto) che frequenta un centro diurno in prov. di Lecce. I miei genitori sono esausti e non riescono più a gestirla nei momenti in cui è a casa (iperattiva, con tratti autistici) e volevo capire come fare per trasformare la sua permanenza nel centro che già frequenta in forma definitiva. So che le nuove normative impongono una compartecipazione dei costi... ma la mia famiglia non ha molte possibilità economiche. Come fare? La ringrazio se vorrà darmi qualche consiglio su come muovermi e supportare la mia famiglia.
Cordialmente A.
La risposta dell'avv. Colicchia
Il Centro diurno disabili è un servizio socio-sanitario, a carattere semiresidenziale, che accoglie, nelle ore diurne, soggetti disabili con un'età compresa tra i 18 e i 65 anni, i quali presentano una compromissione dell'autonomia, tale da impedire il normale svolgimento della vita quotidiana, per migliorare la qualità della vita della persona disabile e per promuovere e sviluppare le potenzialità residue, nonché favorire la socializzazione con l'ambiente esterno.
Il Centro si propone di coinvolgere la famiglia del disabile, attraverso incontri periodici finalizzati ad informare la stessa sul percorso di crescita e di sviluppo del soggetto.
La regolamentazione inerente gli aspetti del centro è demandata alla regolamentazione regionale.
Dunque potrebbero esservi delle divergenze gestionali, reddituali etc. tra le diverse regioni. Stando così le cose e considerando una normativa uniforme a livello nazionale, la invito anzitutto a informarsi su quella che è la disciplina adottata dalla regione di sua appartenenza.
Secondariamente, circa la possibilità di un ricovero permanente, provate a formalizzare domanda allo stesso Centro, anche su diretto interessamento di assistenti medici, e cercate di parlare col direttore per avere aiuti regionali in tal senso.
Saluti
Avv.Roberto Colicchia
Studio Legale
AVV. ROBERTO COLICCHIA
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