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Buongiorno,
Vi scrivo per sottoporVi una questione per la quale spero non sia ormai troppo tardi.
Mio cognato, deceduto per tumore cerebrale il 23 marzo di quest’anno era, dal 2005, titolare di una pensione di invalidità del 100% e non so da che anno anche titolare di una indennità di accompagnamento, non essendo piu’ in grado di badare a se stesso e alle sue necessità quotidiane e avendo difficoltà di deambulazione.
Nell’autunno 2013 si era presentata la necessità di acquistare una nuova auto per i frequenti spostamenti a Torino e Forlì per le cure che stava seguendo ma al momento di fare la domanda all’ufficio delle entrate di Sanremo, ci dissero che l’agevolazione per l’acquisto dell’auto non poteva essere erogata poiché nel verbale 104 mancava una dicitura in una specifica riga della pagina (mi sembra la numero 5). Il verbale era del 2011 ed stato emesso evidentemente sbagliato pertanto ci dissero di non presentare domanda se non con un verbale corretto perché cosi sarebbe stata rifiutata.
Mio marito si recò  quindi all’INPS per richiedere la correzione ma dissero che non era possibile e che l’unica soluzione possibile era di richiedere una nuova visita per revisione di invalidità.
Il tumore cerebrale da cui era affetto mio cognato era un “astrocitoma gemistocitico anaplastico” di grado II/III e l’esito era infausto. Nonostante la diagnosi e la prognosi fossero specificate in altri punti del verbale 104 questa fu l’unica strada che ci dissero di percorrere.
Il medico di famiglia fece la richiesta telematica per nuova visita e mi recai al patronato INAS CISL per sottoporre la richiesta all’INPS.  Nella comunicazione feci riassumere l’accaduto con la speranza che trovassero un’altra soluzione ma la responsabile dell’ufficio liquidò in poche righe (veramente disarmanti e vergognose) le nostre richieste anche quando l’ultima documentazione inviata indicava l’aggravarsi della situazione di mio cognato e l’impossibilità, forse, di arrivare ai tempi necessari (lunghi) del riunirsi di una nuova commissione medica.
A quel punto mi recai da un avvocato per far valere i suoi diritti ma i miei suoceri furono costretti ad acquistare comunque l’auto senza l’agevolazione fiscale perché la situazione non permetteva ulteriori attese.
L’appuntamento con l’avvocato era di venerdi. Le spiego l’accaduto e lei, in mia presenza invia una mail al patronato per avere copia della documentazione.
Il lunedì mattina successivo mi telefona il direttore del patronato spiegandomi che se avessi riformulato la domanda avrei avuto, ORA, una celere risposta. Gli risposi che no, che ora era troppo tardi, che l’auto eravamo stati costretti ad acquistarla senza agevolazione e che non esiste che si debba ricevere attenzione solo mettendo in mezzo un avvocato per smuovere chi dovrebbe fare il proprio lavoro SEMPRE, che per me che non mi davo per vinta, forse, qualcosa avrei ottenuto ma che questo sicuramente succede anche ad altri e che visto che ottenere giustizia è dura magari desistono e rinunciano a quello che è un diritto sacrosanto . Lui rispose scocciato che si poteva chiudere in un altro modo ma gli dissi che sarei andata avanti e che tanto non se tutti avevano fatto il proprio dovere nessuno avrebbe avuto di che preoccuparsi.
La cosa stupefacente fu che il patronato, che avrebbe comunque dovuto difendere e sostenere noi, rifiutò di consegnare copia della documentazione al nostro avvocato invocando una non ben specificata “privacy” nonostante stessimo richiedendo le comunicazioni che loro avevano mandato all’inps sotto mia dettatura e non le risposte dell’INPS (che peraltro erano già a mie mani).
Il nostro avvocato scrisse a Roma alla sede centrale Inas che, scusandosi per l’accaduto, diede ordine all’ufficio di dare subito copia di tutta la documentazione riguardante mio cognato. Fu a questo punto che scoprimmo che non solo non aveva voluto darcene copia ma addirittura aveva scritto alla responsabile dell’INPS per avvisarla che eravamo andati per vie legali.
A questo punto la situazione di mio cognato precipitò e il mio avvocato tentennò, dicendo che era difficile dimostrare la negligenza dell’ufficio inps e mi scoraggiò. Il rifiuto dell’agenzia delle entrate all’agevolazione era solo verbale e lei, diceva, non aveva modo di appigliarsi a questo rifiuto. Ma se il verbale è palesemente errato perché mancante di una dicitura, ERRORE DELL’INPS, non è già questo di per sé sufficiente?
All’agenzia delle entrate mi dissero che volendo gli eredi avevano comunque tempo un anno per richiedere l’agevolazione e, anche se questo mi sembra molto strano, se cosi fosse saremmo ancora in tempo per poter agire. Non mi interessano i soldi, voglio solo che chi ha sbagliato e ha negato un diritto ne paghi le giuste conseguenze.
Nonostante tutto, nonostante tutti mi dicano di lasciar perdere io non riesco a darmi pace e ora che ho scoperto l’esistenza di questo sito provo a rivolgermi a voi quale ultima spiaggia.
Non portare avanti questa cosa mi fa sentire in difetto nei confronti di mio cognato, anche se lui ormai non c’è piu’.
Spero di non aver esposto i fatti con la chiarezza necessaria a farvi comprendere l’accaduto  ma resto a Vostra completa disposizione per qualsiasi informazione ulteriore di cui possiate aver bisogno..
Vi ringrazio anticipatamente e Vi invio distinti saluti.
G. C.

La risposta dell'avv. Colicchia

Egregio Signore, premesso che “…ci dissero che l’agevolazione per l’acquisto dell’auto non poteva essere erogata poiché nel verbale 104 mancava una dicitura in una specifica riga della pagina (mi sembra la numero 5)…”non si comprende quale fosse con esattezza l’errore commesso dall’Inps nel verbale medico sanitario; chi vi ha riferito ciò, in quanto dovrebbe essere una persona che lavora nel settore o con un determinato ruolo professionale.
Senza entrare nel merito, credo che il patronato invii la richiesta di agevolazione con un prestampato Inps su terminale, senza poter descrivere la mal situazione occorsa; inoltre Lei ha fatto richiesta di ricevere la documentazione privata, ma incontrando un patronato “capriccioso”, doveva avanzare un’istanza di accesso agli atti ai sensi della L. 241/90. Non comprendo il Vostro avvocato che richiesta abbia formulato. Il secondo verbale medico sanitario non si comprende se è esistito.
A tal proposito posso soltanto dirLe che purtroppo è stata vittima di una cattiva e negligente burocrazia, che offende e danneggia i cittadini, e che esiste soltanto in questo bel Paese. Sconsiglio un’azione legale (che sareste comunque nei termini di legge per proporla, in qualità di eredi).

Saluti

Studio Legale
Avv. Roberto Colicchia
Via Risorgimento Prol.,66  89135 - Reggio Calabria
Via G. Garibaldi, 118/c  91020 - Petrosino (Tp)
email   avv.robertocolicchia@tiscali.it
pec  roberto.colicchia@avvocatirc.legalmail.it

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