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inps logo Tante le proteste non solo dai cittadini, ma anche da associazioni e mondo sindacale dopo il provvedimento che modifica parzialmente l'accesso alla pensione di invalidità per l'invalido totale coniugato

Come prevedibile, il provvedimento approvato dall'INPS a fine anno riguardante le novità sull'erogazione della pensione di invalidità agli invalidi totali coniugati, ha provocato e sta provocando una ondata di proteste, anche ufficiali. Il provvedimento al quale si fa riferimento è la Circolare del 28 dicembre  2012, n. 149 la quale prevede che il limite entro il quale tenersi per poter avere diritto alla pensione din invalidità - nel caso di invalidi totali e coniugati - tenga ora conto non solo del reddito personale, ma anche quello del coniuge, sia esso marito o moglie.

Si tratta di una novità che fin da subito ha provocato una durissima reazione da parte dei cittadini, ma non solo. Diverse le voci dal panorama associazionistico (in primis la Fish), e non solo, si sono alzate a difesa del diritto acquisito, e per il ritiro del provvedimento.
A queste si sono aggiunte le voci dal panorama sindacale, con alcuni interventi che riportiamo.

In primis, la CIGL, che per voce della responsabile disabilità Nina Daita, ha inviato una lettera al direttore generale dell'Inps, Mauro Nori, nella quale la stessa Daita dice di ravvedere "gravi iniquità " nel provvedimento.  "Fino ad oggi il limite reddituale considerato è stato quello relativo ai redditi strettamente personali, dal 2013 verrà considerato anche quello del coniuge". "Una decisione amministrativa che", aggiunge la dirigente sindacale, "non si basa su alcun dettato normativo ma su una Sentenza della Corte di Cassazione del 2011 e che determinerà la perdita del diritto alla pensione, pari a275,87 euro al mese, agli invalidi totali titolari che, assieme al coniuge, hanno un reddito lordo annuo superiore a 16.127,30 euro".

"C'è poi il rischio che si aprano", spiega Daita, "diverse controversie e contraddizioni. In primis è da segnalare una disparità di trattamento tra gli invalidi totali e gli invalidi parziali, per i quali varrebbe ancora il reddito personale, e di fatto verrebbero penalizzati i più bisognosi (anticostituzionale?). Di seguito, è importante considerare che la giurisprudenza ci mette a disposizione molte altre sentenze che contraddicono quella presa in considerazione dall'Inps stessa". "Infine", conclude Daita, "tutto questo produrrebbe delle fortissime ineguaglianza tra persone con disabilità , e naturalmente si aprirebbe la strada a numerosissimi contenziosi legali, dannosi sia per il cittadino che per l'Istituto stesso. Inutile sottolineare quanto queste novità stiano alimentando ansia e disagio nella categoria degli invalidi civili".

Su questa scia anche la dichiarazione di Romano Bellissima, Segretario generale Uil Pensionati, che torna appunto sulla necessità di ritornare alla considerazione del reddito individuale. Così Bellissima: "Come Uil Pensionati chiediamo dunque l'annullamento della disposizione prevista nella circolare Inps in cui si prevede invece che per aver diritto alla prestazione nel 2013 si calcolerà anche il reddito del coniuge.
Si tratta di una norma palesemente ingiusta e discriminatoria nei confronti degli invalidi civili totali. Infatti, per gli invalidi parziali, per le persone cieche e le persone sorde il limite reddituale considerato continua ad essere quello personale.
Una discriminazione -
conclude Bellissima - che va eliminata al più presto, per evitare che moltissimi invalidi civili al 100% perdano il diritto alla prestazione (prestazione peraltro di importo assai modesto, inferiore ai 300 euro mensili) aggravando ulteriormente la condizione di persone che già vivono una situazione di grandissima difficoltà ".



IN DISABILI.COM:

INVALIDITA': PER LA PENSIONE FARA' CUMULO ANCHE IL REDDITO DEL CONIUGE


Redazione


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