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dislessiaascuolaSi chiama «A scuola di dislessia » l’iniziativa nazionale destinata agli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado resa possibile grazie al protocollo d’intesa triennale firmato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dall’Associazione Italiana Dislessia e dalla Fondazione Telecom, che ha messo a disposizione per il protocollo 1,5 milioni di euro.

Il progetto, proposto a tutte le scuole della provincia di Parma e Piacenza e aperto anche ai genitori dei ragazzi affetti da disturbi specifici dell’apprendimento, è solo uno dei tanti previsti dal protocollo e Parma sarà la prima città italiana ad ospitarlo,oggi si terrà il secondo incontro all’Istituto Giordani, insieme a Piacenza, dove si terrà l’ultimo incontro il 3 novembre. Si tratta di tre appuntamenti di alta formazione, cioè formazione specifica - teorica e pratica - sulla didattica, le strategie di studio i percorsi didattici personalizzati per i ragazzi affetti da Dsa, per migliorare la qualità dell’educazione.
«Il ruolo dei docenti - spiega Elisabetta Corda, responsabile territoriale dell’Aid di Parma - è fondamentale, perché possono mettere in atto strumenti didattici come il personal computer, la calcolatrice, libri elettronici, per aiutare i ragazzi affetti da Dsa nel loro percorso scolasti- co». Un ruolo altrettanto fondamentale nel riconoscimento dei disturbi «che deve essere quanto più precoce possibile - aggiunge la Corda -, meglio se già durante la scuola dell’infanzia. Ecco perché serve una preparazione specifica per gli insegnanti».
Le tre giornate, rese possibili anche grazie alla collaborazione degli uffici scolastici provinciale e regionale, affronteranno il tema delle misure compensative, cioè gli strumenti didattici, e di quelle dispensative: «Per i ragazzi affetti da Dsa, ad esempio - continua - sarebbe importante poter essere esonerati dalla seconda lingua straniera». Proprio in questi giorni è stata approvata al Senato la legge che riconosce e definisce alcuni disturbi come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Un finanziamento di 2 milioni di euro per gli anni 2010-2011 per garantire a circa 350 mila ragazzi (il 5% della popolazione in età scolare) il diritto a usufruire dei provvedimenti compensativi e dispensativi lungo tutto il percorso scolastico, fino l’Università e per assicurare la preparazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici.

Alle famiglie sarà inoltre garantita la possibilità di usufruire di orari di lavoro flessibili. «Si tratta di una legge importante - chiarisce Elisabetta Corda - frutto di un lungo lavoro a cui tanti hanno contribuito e che potrà dare maggiore serenità alle famiglie». «I ragazzi affetti da Dsa probabilmente sono molti di più - chiarisce -: alcuni hanno già ricevuto una diagnosi che però non viene presentata alla scuola, a volte è la scuola stessa a non segnalarla e in alcuni casi, ancora, i disturbi non sono ancora stati riconosciuti e diagnosticati». Già da diversi anni il Comune di Parma, in collaborazione con Aid, è impegnato sul fronte dello screening, della diagnosi precoce e della formazione nelle classi prime e seconde della scuola primaria. «Ora - sottolinea Elisabetta - le risorse messe a disposizione dalla Fondazione Telecom Italia ci permettono di approfondire l’argomento».

Fonte: La Gazzetta di Parma del 03-10-2010

[Redazione]