Nel futuro ci attenderà un peggioramento nella cultura e nella percezione della disabilità
Secondo i risultati dell'analisi condotta dalla rivista Welfare Oggi la lotta ai falsi invalidi ha creato un risparmio irrisorio per le casse statali, ha peggiorato lo stile di vita e la percezione delle persone disabili.
La spesa nell'annata 2010-2011 è stata del 3,5% rispetto al 5,9% degli anni precedenti. Questo grazie all'ampliamento dei controlli e alla maggiore attenzione verso le frodi. Proprio per tali motivi però molti non hanno presentato le domande necessarie per il riconoscimento dell'invalidità .
Un altro deterrente è stato l'introduzione della procedura telematica che ha rallentato sia gli accertamenti che le conseguenti risposte. Nel biennio 2009-2010 il risparmio ha toccato i 70 milioni di euro, ma per il 2011-2012 si calcola che sarà ancora inferiore ai 100 milioni. Con l'aumento dei controlli si potrebbe arrivare a risparmiare 50 milioni all'anno. Ancora troppo pochi rispetto ai 17 miliardi che si spendono ogni anno per garantire servizi e pensioni ai disabili.
Il risultato più evidente è stato un aumento del disagio da parte dei disabili stessi. Il sentirsi sospettati di essere fuori legge è particolarmente doloroso per chi già subisce quotidianamente altri pesanti fastidi, dovuti alla condizione fisica o mentale. Infatti sono stati molti i casi registrati di persone affette da patologie irreversibili chiamate a controllo.
Spesso poi le persone chiamate a sorpresa non hanno la documentazione più aggiornata o giusta. Quindi scatta la corsa a trovare le copie o a prenotare visite specialistiche. Ciò aumenta il malumore. Malumore che è stato riscontrato anche tra gli addetti ai lavori. Medici, operatori e amministratori sono costretti a rallentare i ritmi dei controlli ordinari per far fronte ai circa 350 mila controlli svolti tra il 2010 e il 2011. La gestione dell'Inps ha risentito molto di questo problema.
Il welfare, o percezione del benessere, soffre moltissimo della scarsa capacità di risposta ai bisogni dei disabili. Un altro fattore è individuato nel problema dei falsi invalidi: persone che ricevono le prestazioni monetarie senza averne effettivamente diritto. Lo Stato, negli ultimi due anni, ha concentrato i suoi sforzi più su questo aspetto, tralasciando completamente il problema benessere. L'impatto della campagna contro i falsi invalidi è stato molto forte. A causa di ciò i miglioramenti del passato nell'indipendenza e autosufficienza dei disabili ha subito una brusca frenata.
I disabili si sentono ora più a rischio perché, tra i normodotati, si è consolidata l'opinione che i veri invalidi siano solo coloro che sono in situazioni di grave bisogno. Lo stereotipo del disabile come malato e costo sociale è tornato prepotentemente alla ribalta. La percezione è che, in futuro, l'obiettivo vero e proprio non sarà l'emancipazione della disabilità o la conquista di una vita indipendente. Piuttosto le persone con handicap si troveranno costrette ad accettare la loro situazione come grave e non rimediabile. Tutto ciò per non perdere i loro miseri €˜privilegi economici‑¬, che spesso però non bastano a coprire tutte le spese sostenute solitamente dalle famiglie.
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Natasha Roveran