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COGLIERE UN FIORE...
E CONSEGNARLO ALLA LUCE
... Quando la voglia di comunicare supera ogni barriera...

Maria Teresa Mosconi - Enrico Carlo Straulino

Il libro ripercorre le tappe più significative della comunicazione tra una madre, per natura tenace e il figlio, nato spastico, dall'indole aperta e curiosa.
Scorre costante, pagina dopo pagina, il desiderio di alleggerire i pesanti intoppi che tale realtà pone inevitabilmente.
Confluiscono nel racconto le molteplici esperienze vissute nei centri di terapia, nella scuola, nei contatti sociali e nel volontariato, a proposito della "comunicazione verbale", ma il tutto appare rielaborato in veste creativa e…poetica.
Sì, perché Enrico, dall'età di quindici anni, riesce - per trasmissione facilitata - a scrivere versi.
L'Autrice ha inteso riportare sulla carta la propria vicenda famigliare sia per dare una risposta grafica alle inevitabili difficoltà che la questione impone quotidianamente, sia per trasmettere intese e solidarietà ad altri che vivono il suo stesso problema.

[IV DI COPERTINA]

COGLIERE UN FIORE E CONSEGNARLO ALLA LUCE - "Io scrivo, perché non parlo..."
Maria Teresa Mosconi - Enrico Carlo Straulino
Prefazione di Domenico Cara
Casa Editrice Laboratorio delle Arti, Milano, 2002
N. Pagg. 101 - Laboratorio delle Arti, Milano, 2002 - euro 10,33


Maria Teresa Mosconi è nata a Padova e risiede a Milano da più di trent'anni.
Laureata in Lettere, ha insegnato a lungo nella Scuola Media.
Scrive poesie fin da ragazza e ha pubblicato cinque libri.
Il più recente, Esplorazioni dall'ombra, (Laboratorio delle Arti, Milano, 2000) ha ottenuto diversi riconoscimenti.
Orientata da sempre alle questioni sociali, ha istituito nel 1994 un Gruppo di Poesia per persone disabili e non.
In seguito a tale esperienza, il Gruppo medesimo si è fatto riconoscere spesso in varie occasioni culturali, rivelando, così, il volto nascosto dell'handicap e le "diverse abilità mentali" di ognuno di loro.
E pertanto Giuseppe Pontiggia ha sensibilmente notato:
"... Ho ammirato, nel dossier circa il Gruppo "I Mille Volti", non solo la generosità etica di una iniziativa così importante a sostegno dei disabili, ma la grandezza d'orizzonte entro cui si muove: il recupero della parola - poetica o comunicativa - come modo di individuazione di sé e di rapporto con gli altri.
E' un senso di umanità così alto e così lucido da trascendere le distinzioni-discriminazioni e di andare appunto oltre la tematica tecnicistica (e spesso riduttiva e fuorviante) dell'handicap...
"


Questo conflitto di legame e di testimonianza semplice, è un contributo efficace all'evento che collega una madre al figlio disabile sotto un duplice punto di vista: il comunicare non amorfo, aldilà delle usuali parole che compongono la lingua primaria, e il portare a termine un progetto nella realizzazione del medesimo in un libro.

Si tratta della materia relativa ad un percorso di interazione che dura da oltre 25 anni, gestita con assoluta dedizione, sentimento e poesia, attraverso una pluralità di esperienze acquisite presso Centri di terapia, ma liberamente rielaborate alla luce di un'attenzione consecutiva e presente.
Ne scaturisce una spiritualità trasmessa come espressione intima, mai vittimista e preoccupata, ma rassegnata e coraggiosa appunto, un dialogo amoroso e difficile.
L'oralità di Enrico ottiene via via attiva dignità e autonomia; s'integra gradualmente in una realtà consapevole e si accetta per quello che è: "Io scrivo perché non parlo". 
E il senso delle sue poesie brevi, spontanee ed emozionanti, è quello di una ricerca espressa con slanci di affetto e di pazienza, come per un assiduo esplorarsi quotidiano.

Nell'assoluta dedizione Maria Teresa Mosconi, peraltro definita "Madre Coraggio", avvalora l'esperienza di lenire il drammatico disagio del figlio attraverso l'infermità che, paradossalmente, si rivela la Musa ispiratrice, e la scrittura ne compila il felice commento e forse la favola.
Passo dopo passo, la mamma-insegnante infatti ha guidato il ragazzo a esprimersi sul piano orale e grafico, in un contesto spesso di volontariato (gli amici più cari), capaci di sorreggere il percorso e lo sviluppo.
Il volume (con prefazione di Domenico Cara, copertina a colori con un'opera di Paul Klee e all'interno cinque disegni in bianco e nero) riassume tra l'altro una visione significativa del pianeta handicap e la diffusa consapevolezza dei valori portati dai disabili, che sono state le molle che maggiormente hanno inciso nella vicenda madre-figlio.
Infatti nel 1994, attorno a loro due, si è costituito un gruppo di poesia e prosa I Mille Volti, collegato all'Associazione di Volontariato "Orizzonti oltre l'Handicap".
Emerge inoltre una solidarietà sociale che contribuisce a rasserenare la famiglia e il giovane in particolare, tanto da determinarne un carattere aperto, frontale e senza complessi.
L'avventurosa amicizia con il computer, nonostante le forti difficoltà motorie, continua a farlo progredire, insieme all'eloquente sorriso che rende inutili le stesse parole.
 E questo libro, che potrebbe farsi tormentoso e patetico, diviene un caso di germoglio letterario e umano, costantemente vegliato dal senso di un profondo amore e della poesia, che negli Autori comunque permane.

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