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Abbiamo già visto nell’articolo pubblicato ieri la prima parte delle domande che i ragazzi delle scuole medie ''Paolucci'' e ''Rossetti'' del Comune di Vasto, in provincia di Chieti (Abruzzo) hanno rivolto alla ballerina internazionale Simona Atzori.
Proseguiamo con la rassegna: le risposte sono sempre molto puntuali, ma anche le domande non sembrano rivolte da ragazzini‑¬¦

1.Lorenza: chi o cosa ti ha permesso di affrontare la vita da ballerina pur non avendo le braccia? E’ stato difficile?
Beh... non credo che sia stato né più difficile né più semplice fare la ballerina o fare qualsiasi altro lavoro, perché devi metterci impegno, determinazione, forza, volontà quindi le difficoltà ci sono però si superano con la voglia di fare e con tanto tanto lavoro. Tante persone mi hanno aiutato, a partire dai miei genitori, lla mia famiglia che per prima ha creduto in me, ed ha creduto che il mio sogno se io ci credevo veramente si poteva realizzare, sicuramente il loro aiuto il loro supporto è stato fondamentale. E poi tutte le persone che ho incontrato nel mio cammino dal coreografo alle persone che mi hanno aiutato‑¬¦.Paolo Londi è il coreografo con cui lavoro da otto anni, che ha creduto in me, ho avuto la fortuna di incontrare persone che sono state importanti per la mia vita e per la mia carriera.

2.Mario: qual è il tuo sogno nel cassetto... ora?
Bella domanda‑¬¦ io credo sempre che ci debba essere sempre un sogno, perché tutto quello che io ho fatto è partito da un sogno, quindi io dico sempre a tutti che non si deve mai smettere di sognare, mai smettere di desiderare di fare qualcosa, in questo momento di sogni nel cassetto ne ho tanti, però il sogno più grande, non solo per la mia arte, ma per la mia vita, è quello di continuare a vivere e a fare quello che sto facendo, come lo sto facendo ora, con questa passione, con questo amore, con questa freschezza, come quando ho cominciato, ecco non voglio mai perdere l’entusiasmo che ho ora. Questo è il sogno più grande, non voglio che arrivi a diventare un lavoro tanto per essere o una cosa formale nella mia vita, ogni volta mi deve saper sorprendere e dare delle gioie, ecco e mi auguro che sia sempre così.

3.Giulia: quanta energia ti è servita per dimostrare che tanti luoghi comuni sono falsi?
Eh‑¬¦ tanta, tanta energia perché a volte è difficile farti sentire no? Però l’energia è sempre stata tante, per la passione di farlo, e poi in alcuni momenti ho anche pensato che dovevo fare quello che volevo, nel modo in cui desideravo e conoscevo, e gli altri se capivano bene, e se non capiscono‑¬¦non importa, vuol dire che non hanno le orecchie pronte per sentire, io non devo convincere tutti, io dico quello che penso, danzo e dipingo come so, e poi sta agli altri provare quello che vogliono provare.

4.Alessio: cosa provi quando danzi?
Tante cose, ogni volta è diverso, ogni volta provo un emozione nuova che è difficile da descrivere, perché è come quando batte il cuore, sei emozionato per qualcosa, provi delle emozioni che ti danno gioia, un senso anche di libertà , di felicità vera, grande. E come quando sei felice, felice‑¬¦sul palcoscenico per me è grande gioia, grande luce, grande felicità .

5.Quanto i tuoi sogni cozzano con la realtà ?
Finora devo dire la verità non tantissimo, nel senso che i miei sogni, quelli più grandi si sono realizzati e si stanno realizzando e quindi forse non più di tanto, certo ci sono alcune cose che non possono essere esattamente come uno se le immagina, è logico perché a volte la realtà può anche superare un sogno, l’importante è avere la mente aperta e far sì che il tuo sogno possa anche cambiare mentre lo stai vivendo, da quello che hai sognato all’inizio, quindi essere aperti a qualsiasi cosa che arriva. Quando ho partecipato alle Paralimpiadi, alle cerimonia inaugurale ecco quella è stata una cosa che non avrei mai potuto sognare, era più del sogno, però ero pronta ad accoglierlo ed a viverlo come una cosa ancora più bella del sogno.

6.Camilla: quando balli e’ una prova per te stessa o per dimostrare qualcosa a qualcuno?
No, non voglio dimostrare niente a nessuno, amo danzare, è la mia vita e poi se arriva agli altri, se piace agli altri, se gli altri provare emozione per me è un emozione doppia, per me è una soddisfazione grande e sicuramente è un messaggio che tutto può essere fatto se si vuole veramente però non è una dimostrazione di qualcosa ‑¬¦non voglio dimostrare qualcosa a qualcuno e nemmeno a me stessa, voglio semplicemente fare quello che amo, e così penso e spero che gli altri lo recepiscano.

7.Daniela: come hai vissuto gli anni dell’adolescenza?
Gli anni dell’adolescenza sono stati i più difficili, lo ammetto, perché è un’età particolare, è un età in cui si cresce, si diventa donne, le domande sono tante, il tuo corpo cambia, la tua mente cambia, da bambina inizi a pensare sempre più da giovane donna, nel caso dei maschietti anche‑¬¦però credo che per noi femminucce sia ancora più complicata la cosa perché abbiamo una testolina che gira parecchio, e la mia girava tanto, le mie domande erano tante, ed io sognavo ed immaginavo di fare quello che sto facendo, di essere come sono, però ero forse un pò intrappolata in un corpo da ragazza, da adolescente ed una testa che non era ancora di una donna. Avevo quindi molti conflitti, però è stato importante viverlo come desideravo io, ecco una cosa che ho imparato è stato che alla vostra età si vuole piacere per forza agli altri, soprattutto alle compagne, ai compagni, invece ho capito che bisogna piacere a se stessi, bisogna imparare ad amarsi per come si è, difetti ne abbiamo tutti: i capelli, il naso, non ci si piace mai. Invece imparare a piacersi anche quando qualcosa non è proprio come lo vogliamo è la cosa più bella, io l’ho capito quando non mi importava più niente di ciò che dicevano gli altri, stavo bene con me stessa, e lì ho iniziato a crescere, a diventare donna. E’ un percorso che dobbiamo fare tutti, magari tenendo bene questa cosa in mente. Mi piace dirlo ai ragazzi perché mi rendo conto che è il periodo più difficile anche per i genitori‑¬¦.

8.Eugenia: che rapporto hai con la religione?
Io credo in Dio, ho un rapporto diretto, nel senso che ho avuto tutti i miei dubbi, tutte le mie domande. Credo a una religione, a un Dio con cui parlare e con cui avere uno scambio vero, io lo ringrazio per il dono della vita che mi ha dato, e mi sono resa conto che quando ho danzato per il Grande Giubileo del 2000 a Roma, ho danzato ringraziandolo. La danza in quel momento per me è stata preghiera, un grazie di tutte le possibilità che mi ha dato, perché penso che Dio non mi ha tolto niente ma Dio mi ha disegnato come sono. Sono così e così dovevo essere, e io per questo lo ringrazio e lo ringrazierò sempre...

9.Valeria: è difficile danzare senza le braccia?
Ma guarda per me è normale. Ho dovuto cercare il mio equilibrio, sulla parte inferiore del corpo, quindi il mio equilibrio sta nelle mie gambe, ed è il mio modo di danzare. Per me non è difficile, cioè è difficile la danza, ci vuole disciplina, impegno.

10.Giuliana: hai mai desiderato avere le braccia?
No, perché mi sono sempre sentita completa così. Credo di essere nata per essere così, credo che se avessi avuto le braccia sarei stata un'altra persona‑¬¦ed io non voglio essere un’altra persona, sono felice di essere Simona e quindi no, sono contenta di essere così.

Gli studenti delle Scuole Medie Inferiori PAOLUCCI e ROSSETTI, oggi hanno imparato una nuova lezione, di una materia... chiamata Simona Atzori:
€˜l’Amore per se, l’Amore per gli altri, l’Amore che si scrive con la maiuscola e si pronuncia senza le parole, ascoltando il cuore‑¬.

INFO:

Il sito di Simona Atzori e una sua scheda su Wikipedia
Il blog di Vasto
Un'intervista dell'artista

IN DISABILI.COM:

E' UNA DELLE PIU' FAMOSE DANZATRICI AL MONDO: 26 ANNI, SIMONA ATZORI E' SENZA BRACCIA

«LO STUPORE CHE RICREA»

L'ARTE DI SIMONA ATZORI, DALLA DANZA ALLA PITTURA


[Redazione]

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