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La Convenzione per favorire l’ accesso delle persone con sindrome di Down alle attrazioni del Parco punta su una corretta informazione e adeguata formazione del personale addetto ai giochi

Lentamente ma in modo costante la direzione del parco divertimenti più famoso d’Italia sta finalmente operando per migliorare la fruizione di Gardaland da parte di visitatori con disabilità. Non è sempre stato facile questo rapporto: nel tempo diversi sono stati i casi in cui persone con disabilità si sono sentite rifiutare l’accesso a questa o quella attrazione, con motivazioni legate alla sicurezza, che talvolta hanno lasciato davvero di stucco.

Il  Parco stesso, va detto, deve sottostare a normative sulla sicurezza imposte dai produttori delle attrazioni, che in maniera restrittiva scelgono spesso di vietare in toto l’accesso ad alcune attrazioni da parte di persone con determinate caratteristiche, condizioni o patologie, adducendone la motivazione soprattutto alla impossibilità di garantire efficacemente le misure di evacuazione e messa in sicurezza dei visitatori in caso di guasto o emergenza.

Queste restrizioni – troppo spesso però calate dall’alto, senza reale conoscenza delle patologie o condizioni coinvolte nei divieti -  hanno portato quindi nel tempo alla nascita di episodi davvero spiacevoli e contenziosi tra associazioni di persone con disabilità e la direzione Parco.  Direzione che negli anni recenti sta dimostrando la volontà di superare questa distanza, come testimoniato da un incontro promosso due anni fa con alcuni rappresentanti di persone con disabilità fisiche, intellettive e sensoriali, al quale abbiamo preso parte anche noi di disabilicom. Anche a seguito di quel tavolo, Gardaland ha iniziato a mostrare una apertura decisamente positiva ai visitatori con disabilità, segnalata anche dagli amici dell’associazione BlindSight Project, presenti anch’essi all’incontro, per quanto riguarda in particolare i visitatori ciechi con cane guida.

Oggi questo processo di avvicinamento giunge ad un nuovo importante step con una Convenzione sottoscritta tra Gardaland e CoorDown Onlus - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down sul tema della fruizione delle attrazioni del Parco da parte delle persone con sindrome di Down, dopo la lunga vicenda che li ha visto coinvolti, inizialmente su posizioni
totalmente contrapposte.

La Convenzione, dopo aver premesso che “la sindrome di Down non può costituire di per sé motivo di esclusione dalle attrazioni presenti nel Parco”, disciplina l’accesso prevedendo che eventuali limitazioni “non costituiscono mai e in ogni caso trattamento discriminatorio” ma che saranno giustificate “esclusivamente dalla ragionevole previsione che l’uso delle attrazioni, compresa la fase di un’eventuale evacuazione, possa esporre la persona con sindrome di Down a gravi rischi per la propria salute e/o quella degli altri utenti”.

Nella nota gli interessati dichiarano che, Pur trattandosi di un notevole passo in avanti, tanto CoorDown quanto Gardaland sono consapevoli che la sottoscrizione della Convenzione sia un punto di partenza verso una sempre maggiore fruibilità del Parco da parte delle persone con sindrome di Down e che l’accordo raggiunto costituisca la base di un percorso comune che sarà implementato mediante opportune azioni di informazione verso le persone con sindrome di Down nonché di formazione degli addetti al Parco.

«Giudichiamo in modo positivo - commenta Antonella Falugiani, presidente di CoorDown - la posizione di apertura della direzione del Parco, che ci ha permesso di ragionare insieme per trovare un primo importante accordo. Ci sono punti su cui dobbiamo ancora lavorare, come quello che riguarda l’accesso degli ospiti maggiorenni non soggetti a tutela, ma la strada intrapresa ci sembra quella giusta. Abbiamo fatto passi in avanti, sappiamo bene che ce ne sono molti altri da fare».


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Redazione

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