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Tempo fa Disabili.com ha contattato un’importante associazione di poeti chiedendo loro se avevano una sezione dedicata all’handicap. Ci hanno risposto in maniera ironica che loro pubblicano poesie di persone disabili, di colore, di religione protestante e di tutti gli altri‚ŽŠ e che la poesia non doveva avere limiti. Opinione condivisibile in senso generale, ma che mi aveva comunque lasciato qualche perplessita’.

A chi la pensa come me voglio segnalare che esiste il Poha (link), il primo club virtuale di Poeti Portatori di Handicap, il cui senso si concentra nelle frasi di Marco Pellacani, ‚ŽË¶poeta con le stampelle’, che insieme alla sua amica Debra Pignatti, in carrozzina dalla nascita, ha dato vita al progetto.

€˜Abbiamo tutti passato lunghe notti insonni ‚Ž‘ spiega Marco Pellacani ‚Ž‘ nelle quali i pensieri sono come specchi completamente riflessi su di sé, magari proprio scrivendo poesie come valvola di sfogo per sentirne un po’ meno il peso‚ŽŠ Quanti di noi hanno paura di farle conoscere agli altri?‚Ž».

Marco e Debra sono dunque convinti che sia utile, fin quasi necessario, esprimere cio’ che si ha dentro ed ecco la loro raccolta virtuale di poesie, aperta a tutti ma pensata con un’attenzione particolare alle persone con handicap proprio per dare loro la possibilita’ di far leggere a tutti i navigatori le loro opere.

Il Poha lancia una sfida decisa a quella parte di societa' che considera importanti solo l'aspetto fisico, l'efficienza, la velocita' e la produttivita'. Lo scopo non e’ quello di creare un ghetto, ma un club solidale di amici che si incontrano e si scambiano poesie ed emozioni con l’obiettivo di uscire dall’isolamento delle barriere psicologiche e materiali. €˜Ghetto ‚Ž‘ aggiunge Marco Pellacani ‚Ž‘ sarebbe chiudere ogni pensiero e poesia in un cassetto non facendoli leggere a nessuno, proprio perché versi scritti da disabili‚Ž».

€˜Noi ‚ŽË¶handicappati’, lasciamoci pure chiamare cosi’ ‚Ž‘ concludono Marco e Debra ‚Ž‘ siamo convinti di avere delle qualita', soprattutto espressive, che nessuno conosce. Le nostre poesie vogliono essere uno stimolo per tutti a condividere un cammino irto di difficolta’ superandole insieme. Basta volerlo!‚Ž».

Mi pare che il messaggio sia chiaro dunque: aprite i vostri cassetti!

Per saperne di piu’ visitate il sito del Poha (www.arcanet.it/debra/POHA/PohA1.htm) oppure scrivete a Marco Pellacani ( marcop@tsc4.com) o a Debra Pignatti ( debra@arcanet.it - www.arcanet.it/debra).

Barbara Favaron - bieffe@disabiliforum.com

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