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Spettacoli che nascono per libera associazione di idee: una musica, classica o lirica, si libra nell’aria; la fantasia parte a briglie sciolte e fiorisce in mille immagini diverse che, unite assieme, danno vita a un’opera teatrale completamente diversa dallo spunto di partenza.

Disabili psichici e psicofisici, ragazzi down, carcerati, emarginati in genere collaborano con assistenti e volontari per creare, quasi dal “nulla” di una melodia impalpabile, curiose rappresentazioni, dai titoli strani, e a volte un po’ inquietanti: Valzer e tabù, Una noce poco fa, l’Aida da tre soldi.

Ultima creazione in ordine di tempo è La Norma Traviata, che ha debuttato lo scorso 13 dicembre al teatro dell’Arte di Milano. Il capolavoro di Bellini viene rivisto in chiave rap-punk, e ambientato in scenari di violenza e morte, oggi straordinariamente attuali in un mondo come il nostro, pericolosamente attraversato da fremiti di guerra e distruzione.

Per la prima volta persone abituate all’ambiente “chiuso” delle linde stanzette in cui sono ricoverati (e a volte, inevitabilmente, isolati dal mondo cosiddetto “normale”) vengono a trovarsi dinanzi a un pubblico vero, che si fa ogni volta più numeroso, e che li applaude entusiasta.

È questa la linea terapeutica adottata dall’Associazione milanese La Stravaganza, guidata da Denis Gaita, 48 anni, eclettico psichiatra, psicoanalista, musicista e musicoterapeuta: far uscire i disabili psichici dalla loro solitudine mettendo in scena delle rappresentazioni che coinvolgono gli attori non solo nella performance teatrale, ma anche nella fase della creazione.

E tutto parte da una melodia, più o meno nota. Un’“immaginazione senza fili”, libera da vincoli, simile a quella propugnata dai Futuristi all’inizio del secolo scorso, dà vita a straordinarie creazioni artistiche non più fini a se stesse, ma intese ad accelerare il miglioramento, e a dare un po’ di serenità emotiva in più a persone considerate “diverse”. A detta dell’Associazione, infatti, associando questo tipo di terapia a quelle più tradizionali, o talvolta addirittura sostituendola a queste ultime, i tempi di degenza e le quantità di psicofarmaci usate si riducono nettamente. Non si parla dunque di “guarigioni miracolose”, ma di un metodo per dare ai pazienti una maggiore stabilità psichica senza ricorrere a cure spesso troppo forti e invasive.

“Tutti noi, prima o poi, - sostiene il Prof. Gaita - abbiamo percepito l'effetto terapeutico della musica, dalla canzonetta che ci commuove per caso dall'autoradio, all’aria d’opera che ci è rimasta impressa - chissà perché - dall'infanzia, alla musica “di sfondo” che allestiamo nelle nostre case per rilassarci o per lavorare. Da sempre la musica ha valenze sacre e mediche: basta pensare alle danze rituali di guarigione o alle partiture mistiche di pratiche estatiche o terapeutiche. ” Una valenza curativa dunque, quella della musica, che non ha nulla di misterioso e di incomprensibile, ma che si può percepire e sperimentare nella vita di ogni giorno.

Ma come accade che la musica eserciti questo influsso su di noi? “Il canto – continua il professore - consente di percepire il flusso del nostro respiro, di conoscere qualcosa che non sapevamo di alcuni nostri organi interni, la gola, il diaframma, insomma di cambiare la cognizione che abbiamo del nostro insieme psicosomatico. Cantare in coro significa sintonizzare il proprio orologio interno sul ritmo generale, abbandonarsi al grande abbraccio delle voci degli altri, imparare che la stonatura non è una condanna, come certe maestre ci hanno insegnato costringendoci a “fare il pesce” nel coro, ma la mancanza di una formazione.

Come nasce, dunque, una commedia? Gli ammalati, accompagnati da medici, volontari ed educatori, si ritrovano tutti insieme per un giorno intero nella sede dell’Associazione; i partecipanti sono ormai più di un’ottantina, tra “attori” e collaboratori a vario titolo. Viene fatta ascoltare una melodia, come ad esempio Il bel Danubio blu di Strauss, e poi ognuno comunica agli altri ciò che la musica ha generato nella sua immaginazione. A tessere le fila del racconto è il prof. Gaita, che stende un canovaccio sulla base delle idee raccolte. Ed è così che il Danubio blu può diventare un misterioso Connubio a Belzebù, popolato da strane creature come zombie, pipistrelli, mostri, ma persino angeli celestiali. Oppure che, come racconta il prof. Gaita “una voce diventi una noce, che il Guglielmo Tell si trasformi in un noioso albergo svizzero (Gugliel Motel!) in cui irrompe Le Grand Cirque Rossini de la Folie Organizée, che a essere... un venticello sia una petunia, e che la Pazza ladra rubi a destra e a manca il filo logico. ” Procedendo su questa strada, non può stupire che la “Celeste Aida” si trasformi in “Celeste Accidia”, “Ritorna vincitor” in “Frastorna batticuor” e “Gloria all’Egitto, ad Iside” in “Scoria, relitto, Osiride”.”

La musicoterapia, dunque, al servizio dei “diversi”: un’attività che ormai dura da più di quindici anni (anche se l’associazione si è costituita ufficialmente solo nel 1996) e che, nonostante le remore della medicina ufficiale, sembra davvero funzionare nel far sentire queste persone un po’ più vicine, e accettate, dal mondo delle persone cosiddette “normali”. Questo è infatti, in ultima analisi, lo scopo che l’Associazione si prefigge, secondo le parole del suo presidente: “Gli obiettivi sono stravaganti: dimostrare sul campo che lo stonato è un matto curabile, e viceversa, che il “matto” è una strana specie di stonato, altrettanto suscettibile di una nuova intonazione. ” Un punto di contatto tra abili e “diversamente abili”, dunque, da ricercare sul piano dell’“intonazione”, alla ricerca di una melodia comune, di un nuovo ritmo da seguire tutti insieme.

E, per concludere, una piccola anticipazione: tra i prossimi appuntamenti de La Stravaganza vi è addirittura una tourneé europea…


Per saperne di più:
La Stravaganza” Onlus
Corso Cristoforo Colombo 11
20144 Milano
Tel. 02-8378534 (Prof. Gaita)
02-4454360 (Sig.ra Concolino – educatrice)
www.musicoterapiaonline.net/stravaganza.html


Opere teatrali realizzate dall’Associazione:

Una noce poco fa: Melodramma giocoso ma non troppo per petunie e schiacciavoci - musiche di G. Rossini (1996)

L'Aida da tre soldi: Opera punk laida ma non troppo per etiopi metropolitani, sgraziati piramidali e grazie faraoniche - musiche di G. verdi (1998)

Walzer e Tabù: La molto incredibile e poco psichica storia del giro di danza tra il dr. Frankestein e il prof. Freud - musiche di J. Strauss (1999)

La Norma Traviata – Musiche di V. Bellini (2001)

 

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