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Gentile signor Direttore, mi chiamo Franco Pozzi, sono disabile su una sedia

a rotelle e ho tantissima voglia di viaggiare, ho amici sparsi in tutta

Italia. Non essendo in grado di guidare un'auto, utilizzo il treno come

mezzo di trasporto. Da dieci anni, quando decido di viaggiare debbo

avvertire con qualche giorno di anticipo le Ferrovie, in modo di poter

usufruire del servizio di assistenza al quale ho diritto.



A questo punto sorgono i primi problemi: chissa per quale motivo, non

posso salire sui treni locali, non tutte le stazioni offrono un servizio di

assistenza, e sono quindi costretto a partire e a fermarmi solo in certi

luoghi. Supponiamo che io abiti a Fermo e voglia raggiungere alcuni amici a

Vasto: il tragitto che una persona qualunque farebbe è Porto San

Giorgio-Pescara-Vasto, e viceversa. Ma non io, io non sono una persona

qualunque ed ho quindi bisognodi un aiuto.



Avvertendo con qualche giorno di anticipo le Ferrovie, ottengo le

seguenti agevolazioni: partenza da Civitanova anziché da Porto San

Giorgio (che non dispone un servizio assistenza), utilizzo di un treno

Espresso o Intercity anziché di un Locale, con conseguente aumento di

prezzo del biglietto, e variazione di orario; arrivo in una stazione

diversa da quella di Vasto dovesembra, ma nessuno mi ha fornito

spiegazioni, che non ci sia servizio di assistenza.



Il mio appuntamento per Vasto era fissato per le 14 circa e sarei dovuto

ripartire alle 18 circa dello stesso giorno. Con un treno Espresso sarei

arrivato solo alle 16 circa e non sarei potuto ripartire che il giorno dopo.

A questo punto mi vedo costretto di rinunciare all' aiuto fornitomi,

previa l'ennesima telefonata, di viaggiare come un qualunque altro

passeggero,

ricorrendo, invece, per salire e scendere dal treno, all'aiuto di alcuni

amici.



Se questa storia finisse qui sarebbe già abbastanza 'strana', ma purtroppo

non è così. Ritengo di essere una persona uguale alle altre, non è certo l'

etichetta 'Handicappato' che mi fa rimanere chiuso in casa, ma anzi queste

storie che mi succedono mi stimolano sempre di più a lottare per la difesa

dei miei diritti, diritti che tutti gli uomini hanno. Io sono e voglio

essere uno come tutti, desidero viaggiare e nessuno ha il diritto

soffocarmi con le sue paranoie riguardo a chi si deve accollare la

responsabilità e di farmi perdere giornate intere per fare un itinerario di

viaggio che al massimo in mezz' ora si può fare

benissimo.



Inoltre, voglio partire da dove voglio, dalla stazione a me più vicina

e a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza dover andare chissà

dove e poi tornare indietro.



Franco Pozzi



C/c Comunità di Capodarco

Valentina Polati - valentina@disabili.com

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