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Sbandieriamo ai quattro venti la nostra civiltà "industrializzata", ci riempiamo la bocca di parole quali "accessibilità", "abbattimento di barriere architettoniche", di "vivibilità" per tutti, e poi ci scontriamo con situazioni di arretratezza culturale grave e di condizioni di invivibilità.
Un grosso problema della società di oggi, a proposito di accessibilità ai disabili, nasce dal fatto che si spacciano per accessibili strutture assolutamente inadeguate ad un disabile in carrozzina.
Per scendere maggiormente nei dettagli, raccontiamo l'esperienza di un tetraplegico in vacanza sul Lago di Garda.
Il disabile prenota una struttura realmente accessibile ma non dotata di impianto di aria condizionata: data l'eccezionalità del caldo di questa estate e visto che il suddetto disabile, proprio per il suo stato, è particolarmente soggetto a colpi di calore, dopo aver trascorso due giorni in condizioni precarie, decide di cercare un'altra sistemazione più confortevole.
Si reca presso l'Ente del Turismo e l'impiegata gli fornisce degli indirizzi di strutture dopo averne verificato telefonicamente l'accessibilità.
Il malcapitato per eccessivo scrupolo decide di visionare personalmente la struttura e, dopo aver fatto un viaggio di oltre 80 km. trova nell'albergo, peraltro di massima categoria, un ascensore inaccessibile, una stanza piccolissima ed un bagno con una colonnina sottostante (primo ostacolo per una carrozzina!).
Per citare un altro episodio lo stesso disabile ha trascorso una giornata a Mantova vissuta come un incubo: non ha avuto l'autorizzazione dalla Polizia Municipale ad accedere al centro storico.
E' stato costretto, perciò, a camminare con la carrozzina su un pavé stradale assolutamente impervio, con la conseguente foratura di una gomma, ad una temperatura di almeno 50° sotto il sole dal momento che non poteva muoversi con la ruota a terra.
Per visitare il Palazzo Ducale, dove ha peraltro pagato il biglietto, si è dovuto accontentare di ammirare solo tre stanze in quanto le altre presentavano gradini.

Lo scopo di questo sommario racconto di viaggio non è la solita denuncia della presenza di barriere o dell'inaccessibilità ad un disabile in carrozzina alla quale lo sfortunato è abituato da anni, bensì si vorrebbe denunciare il fatto che pur di non ammettere l'inaccessibiltà delle proprie strutture, cosa che dequalificherebbe la struttura stessa, si preferisce mettere una persona che ha già grosse difficoltà fisiche in condizioni disperate.
Quindi, se ieri si aveva la consapevolezza di vivere in una società impreparata ad accogliere un disabile, oggi si ha l'illusione di grandi cambiamenti ed, in realtà, la situazione risulta spesso disastrosa.
La condizione è molto diversa fuori dell'Italia, dove il disabile viene considerato un turista, dove forse la forza dell'economia ha abbattuto barriere di gran lunga più insuperabili.

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