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Grande invenzione il telefonino, certo. Ma non in spiaggia quando, tuo malgrado, sei costretto a sapere tutte le beghe più o meno private dei vicini d’ombrellone.
Allora, la signora davanti si lamenta perché si sente trascurata dal marito, che doveva raggiungerla già da una settimana e invece è ancora in città a lavorare (almeno ufficialmente); il signore dietro ogni dieci minuti chiama la segretaria, per assicurarsi che il lavoro venga svolto anche in sua assenza; la ragazzina carina dell’ombrellone a destra ‘racconta’ i costumi del negozio più ‘in’, a prezzi ovviamente inaccessibili, l’acquisto della maglietta da un venditore in riva al mare e... potrei continuare all’infinito.
I venditori stranieri, insomma i “vu’ cumprà”, quest’anno sono veramente pochi, il bello è che adesso sono i bagnanti a cercarli.
 
Per il resto solita musica: la carrozzina è sempre al centro dell’attenzione, non c’è passante sia nel bagnasciuga che sull’arenile che non la guardi come se vedesse per la prima volta questo strano marchingegno... Sia ben chiaro, ci si abitua, e qualche volta può essere persino divertente, ma il massimo  è successo un  primissimo pomeriggio, quando un signore di mezza età, dopo alcune titubanze mi chiede - vedendomi steso al sole - se per caso sapessi chi avesse lasciato la carrozzella vicino al mio lettino. Alla mia risposta: “Non so, forse un miracolato?”, ha però pensato bene di andarsene.
 
I bagni per i disabili, chissà perché sempre in numero molto limitato, sono chiusi a chiave costringendo l’eventuale utilizzatore a un vero e proprio pellegrinaggio fra bagnino, gestore del bar, direzione. Ogni stabilimento chissà poi perchè sceglie in maniera diversa a chi affidare la preziosa chiave!! A nessuno è mai venuto in mente che sarebbe più semplice non chiuderlo?
 
Le coste della riviera romagnola e quelle venete sono tutte munite di passerelle che permettono l’accesso in spiaggia: bene, direte voli, ma peccato che non siano poi mai abbastanza lunghe da permettere l’entrata in acqua, ed essendo molto strette costringono le persone che camminano in senso contrario a scendere dalla passerella.
 
E’ stupido anche che quasi sempre i chioschi che dispensano caffè e gelati abbiano i tavolini così vicini gli uni agli altri da non permettere il passaggio di una carrozzina  per arrivare al bancone senza che tutti i clienti si debbano spostare.
I padroni incontrastati sono loro: i bambini. Impongono ai  genitori quando fare il bagno, quando andare a pranzo, quanto e come rimanere in spiaggia. Una schiera di adulti: genitori, nonni, zii, sono in servizio a tempo pieno per loro.
 
Un capitolo a parte lo meritano gli adolescenti. Costretti a subire l’onta delle vacanze con i genitori, arrivano nella tarda mattinata con facce così funeste da sembrare vittime designate di un plotone d’esecuzione. Si scambiano tra loro sguardi di  solidarietà, condannati come sono a stare vicini a genitori sempre pronti ad esaudire ogni loro desiderio.
 
Mia figlia, che non è né carne né pesce, perché non è ancora un’adolescente a pieno titolo, ma non è ahimè più una bambina, passa tutta la giornata sdraiata al sole con l’immancabile cellulare a ricevere dai suoi ammiratori infiniti  sms.., sono tutte parole abbreviate, incomprensibili agli adulti. Questa figlia, che devo comunque ringraziare per avermi permesso di leggere i quotidiani: nel senso che i giornali me li ha comprati lei, essendo qui le edicole (chissà poi perche?) tutte circondate da scalini.
 
Ah, mi sono anche chiesto che fine avranno mai fatto tamburelli, volani e racchettoni vari. Sono del tutto scomparsi: cose d’altri tempi.

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[Valter Nicoletti]

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