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La curiosità di sapere cosa "vede" un cieco o un ipovedente se la portano dietro tutti i non ciechi.
Cosa vede, o come si immagina ciò che ha intorno, i colori, le forme, le cose impalpabili. L'arte dà ai non vedenti anche questa opportunità, di mostrare ciò che hanno dentro: e a noi l'opportunità di conoscere un po' meglio il loro mondo. E' allora una mostra da non perdere "Chi mi dà un occhio", in programma dal 24 al 29 marzo a Bologna, realizzata dall'associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna in collaborazione con la sezione di Bologna della Uildm e con il patrocinio del Quartiere San Vitale.

In esposizione acquarelli, sculture e collage realizzati da persone non vedenti e ipovedenti, in un laboratorio creativo che, a sentirne parlare, potrebbe sembrare un vero e proprio paradosso: come può una persona disegnare senza l'ausilio della vista? Mettetevi voi al buio con un foglio in mano, e poi ci sapete dire...
Ma questa esposizione pubblica dimostra il contrario: si può. "Il laboratorio è stato per noi una vera sfida - dice Mirella Bighi, presidente dell'associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna -. Ci siamo voluti mettere alla prova per esprimere tutta la nostra voglia di creare. Siamo partiti lavorando la creta, materia tattile per eccellenza, per noi la più congeniale, ma poi ci siamo lasciati prendere dall'entusiasmo e siamo passati ai colori e ai collage".

Con il coordinamento dello psicologo Roberto Penzo, durante il laboratorio sono stati così realizzati dipinti, sculture, calchi e collage. Una dimostrazione di integrazione e creatività, che ha regalato emozioni e soddisfazioni. Per qualcuno "la cosa migliore è stata soprattutto stare insieme", ma c'è chi, orgoglioso del proprio lavoro, ha vissuto quasi come "una tortura non vedere l'opera finita, e allora chi mi dà un occhio?". Da qui il titolo della mostra che sarà aperta fino al 29 marzo, dalle ore 11 alle 13 e dalle 16 alle 19 (ingresso gratuito).

Venerdì 24, all'inaugurazione della mostra saranno presenti Roberto Penzo, Antonella Gambini, rappresentante dell'associazione Retinite Pigmentosa, e Roberto Alvisi, presidente della sezione bolognese della Uildm, con una breve conferenza sul rapporto tra arte e malattia.

  • Retinite pigmentosa cos'è
    Retinite pigmentosa è il termine con cui ci si riferisce a un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da una degenerazione progressiva della retina che interessa entrambi gli occhi.
    I sintomi principali della retinite pigmentosa sono la rallentata capacità di adattamento al buio, la reazione alla luce eccezionalmente forte e le alterazioni del campo visivo, ma la malattia si può accompagnare anche a cataratta, sordità, miopia, ipermetropia, deformazioni della cornea, strabismo. Una sintomatologia complessa e difficile da diagnosticare con precisione, tanto che i dati numerici sulle persone affette da retinite pigmentosa sono solo stime approssimative.
    Al momento non esiste cura che arresti lo sviluppo della malattia o che la guarisca: se l'uso di ausili tecnologici migliora la qualità della vita delle persone affette da retinite pigmentosa, la ricerca scientifica internazionale consente fondate speranze per il prossimo futuro.

INFO:

"Chi mi dà un occhio"
Dove: Sala Silentium del Quartiere San Vitale, vicolo Bolognetti 2, Bologna
Quando: da venerdì 24 a mercoledì 29 marzo 2006
Orari: dalle ore 11 alle 13 e dalle 16 alle 19
Ingresso libero

Associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna, via Gandusio 12, Bologna
Tel. 051 246705, e-mail info@retinitepigmentosa.it
Uildm - sezione di Bologna, via San Leonardo 24-28, Bologna
Tel 051 266013, e-mail uildmbo@libero.it

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