Aderiscono all’appello Minitalia, Zoomarine e Acqualandia. Ancora nessun segnale da Gardaland
Si chiama C+1 Entertainment ed è stato elaborato dopo un lungo confronto tra Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle Persone con Sindrome di Down, gestori, costruttori di attrazioni e addetti alla sicurezza il protocollo di intesa che garantisce l’accesso ai parchi di divertimento alle persone Down.
I parchi che hanno aderito finora sono: Minitalia (Bergamo), Zoomarine (Torvaianica, Roma) e Acqualandia (Jesolo, Venezia). Altri, come Mirabilandia, non partecipano ufficialmente ma si sono impegnati a introdurre le norme del protocollo nei loro regolamenti. L'unico a non rispondere resta Gardaland, il parco giochi dove più spesso, recentemente, si sono deunciati episodi di discriminazione verso i disabili.
Il provvedimento si ispira alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e al Codice del Turismo 2011. Secondo questa norma è un €˜atto discriminatorio impedire alle persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive di fruire, in modo autonomo e completo, dell'offerta turistica‑¬.
Il C+1 Entertainment vale fino al 31 dicembre 2011 e verrà rivisto e analizzato sulla base dei risultati ottenuti in questi mesi.
Per scrivere il protocollo i partecipanti sono partiti da due considerazioni di base molto importanti: le persone con sindrome di Down non hanno mai mostrato comportamenti e reazioni diverse rispetto ad altri e i rischi che potrebbero correre possono avere copertura assicurativa. Infatti la QBE Insurance ha dato la sua disponibilità nel coprire la responsabilità civile per i gestori dei parchi anche nei confronti di portatori di tale disabilità . Però solamente nei casi in cui è prevista l'attuazione del protocollo C+1.
L'accordo prevede che siano messe informazioni comprensibili e visibili sui divieti all'interno del parco, nei materiali illustrativi e nel sito Internet ufficiale. Non si potrà più vietare a una persona disabile di salire su un'attrazione: basterà che sia accompagnata da un adulto informato su rischi e limitazioni, il quale firmerà una dichiarazione di responsabilità .
Se la persona con sindrome di Down è un adulto le regole vengono spiegate direttamente all’utente, mentre l'accesso verrà impedito solo nel caso in cui sia €˜visibilmente incapace di comprenderne il senso e di fornire ogni indicazione sullo stato di salute fisica‑¬. Quando l'unico ostacolo è la possibilità che abbia comportamenti che espongano lei o gli altri a pericolo, €˜sarà accompagnata sull’attrazione da un operatore‑¬. In tutti gli altri casi le giostre saranno accessibili €˜in condizioni di parità con gli altri ospiti‑¬.
Il gestore che applica al meglio le regole €˜non è ritenuto responsabile (‑¬¦) del comportamento o di eventuali incidenti (‑¬¦) durante l'uso dell'attrazione‑¬. Così come non viene impedito €˜al singolo parco di prendere ulteriori provvedimenti e richiedere misure supplementari su specifiche attrazioni che, a suo giudizio, per esperienza o fattori supplementari di rischio evidenti, sono da sconsigliare‑¬.
Il primo esperimento è stato ampiamente superato. Il 2 ottobre scorso al Parco Minitalia di Bergamo erano presenti 200 persone, di varie associazioni, tra ragazzi con sindrome di Down, accompagnatori e famiglie che hanno avuto libero accesso alle attrazioni, senza imposizioni od obblighi di percorsi particolari.
Grazie a questo nuovo protocollo non si assisterà più a episodi di persone disabili allontanate dalle giostre per motivi di sicurezza. Anche perché nei parchi divertimento restano €˜margini per rischi residui, che in alcuni casi possono portare a conseguenze gravi‑¬. Questo però vale per tutti, non solo per le persone affette da sindrome di Down. È stato fatto così un passo in più per abbattere le barriere architettoniche e sensoriali che impediscono ai disabili di poter vivere una vita normale. Ora resta solo da aspettare la risposta di Gardaland sull'argomento.
INFO:
www.coordown.it
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Redazione