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vela disabili: imbarcazione 2.4 Scopriamo la Classe velica 2.4, una classe di vela aperta a persone con disabilità che gareggiano con normodati

Estate, tempo di andare per mare. L'emozione del vento tra i capelli, del senso di libertà e pace ma anche di sfida che trasmette il mare è unica, e la vela è tra le esperienze più emozionanti per vivere appieno il mare. Oggi parliamo quindi della vela praticata da  persone disabili. Si tratta di una disciplina paralimpica da un decennio, e rappresenta un'ottima opportunità per godere del mare, poiché è praticabile da persone con disabilità di vario tipo, sia fisiche che sensoriali.
Tre le classi veliche: 2.4 (equipaggio composto da un elemento), SKUD (equipaggio composto da 2 elementi), e SONAR (equipaggio composto da 3 elementi).

Oggi, con l'aiuto dell'Associazione Italiana Classe 2.4, vediamo proprio le origini, la storia e le regole di questa classe velica.
La classe prende il nome dalla barca, che è, appunto, il 2.4m, il quale è stato progettato dal designer norvegese Peter Norlin nel 1983.  Come dicevamo, l'equipaggio è composto da un solo membro. Il timoniere si posiziona, seduto, non sui bordi della barca, ma all'interno dello scafo, su un apposito sedile, che può essere spostato in avanti o indietro, dato che poggia su binari. Poichè che il peso dell'equipaggio si trova sempre vicino al suo baricentro, la 2.4 non risente del peso del timoniere.
La conduzione della barca non è dunque impegnativa dal punto di vista fisico, per questo le regate sono partecipate da uomini e donne, disabili  e non, senza distinzione nelle classifiche.

Per contro, si tratta di un'imbarcazione molto tecnica sulle regolazioni delle vele, e risulta fondamentale la tattica di regata. Queste caratteristiche hanno contribuito a diffondere in tutto il mondo questa imbarcazione. Nel 1992 la 2.4 ha ottenuto lo status di " Classe Internazionale" e da allora ogni anno viene disputato il Campionato Mondiale con una partecipazione tra i 60 e 100 timonieri.
In Italia la Classe 2.4 è presente dal 1990, ad oggi si contano oltre 100 imbarcazioni, con atleti affiliati alla federazione Italiana Vela, costituiti in associazioni.

Si tratta di  uno sport caldamente consigliato da chi lo pratica, poiché offre grandi opportunità : integrazione sociale, sportiva, riabilitativa sia  fisica e psicologica, e tutto questo concentrato in una attività   di puro divertimento, pur  agonistica. Così ne parla Fabio Vignudini, segretario della Classe Italiana: "Mi sono avvicinato a questa classe  nel 1991, dopo aver subito un incidente sportivo di Motocross. E' stata subito un'emozione forte, le sensazioni che il mare trasmette una volta saliti su questa imbarcazione, a contatto diretto con un elemento naturale quale il vento come propulsore silenzioso, e  la sensazione di libertà nel governo è qualche cosa di unico.
L'agonismo che si prova gareggiando sulla 2.4, grazie alla  formula open conferisce al risultato una soddisfazione immensa, nelle tante regate alle quali ho partecipato e vinto battendo atleti normodotati è stato un motivo di grande orgoglio.
Dal 2013 sono segretario della Classe Italiana, e con l'esperienza maturata in tanti anni cerco di far crescere questo sport che tanto può dare a tutti quelli che si avvicinano". 


E' attualmente in corso la stagione agonistica della Classe Italiana 2.4mR (qui trovate info,bandi  classifiche), mentre l'appuntamento internazionale più importante si avrà col campionato del mondo 2013, che si svolgerà a Poole (U.K.)  dal 6 al 14 di settembre.


PER INFO:

http://www.duepuntoquattro.it
segreteria@duepuntoquattro.it


In Disabili.Com:

VELA DISABILI

COL VENTO IN POPPA, IL MARE ACCESSIBILE SI PUO'!


Francesca Martin



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