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subEsplorare i fondali grazie al tatto è l'innovativa metodologia insegnata da un'associazione italiana

Fare sub è anche una questione di tatto.
La conferma arriva dall'associazione pugliese Albatros - Progetto Paolo Pinto, che ne darà una dimostrazione concreta dal 13 al 17 gennaio a Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto.
Cinque giorni per insegnare come vedere il mondo sottomarino a chi non vede. Perché dove non arrivano gli occhi, possono riuscirci le mani.

"Il subacqueo non vedente non è un disabile, ma semplicemente un subacqueo". E' questo il principio attorno al quale si orientano tutte le iniziative dell'associazione.
Un invito a considerare la disabilità non come un limite, ma piuttosto come una "via alternativa" a quella di chi è normodotato per conquistare, però, gli stessi traguardi.
Traguardi piccoli, ma anche grandi, come quelli raggiunti dall'avvocato Paolo Pinto, a cui è dedicata l'associazione: prima di morire nel 2004 per una malattia che l'aveva reso cieco, è stato infatti campione mondiale di nuoto di gran fondo e autore di coraggiose traversate.

Ecco così un nuovo progetto di integrazione sociale veicolato dallo sport, e in particolare dalla subacquea.
Certo, nel panorama internazionale le immersioni per non vedenti sono esperienze ben affermate; a fare la differenza, però, sono i metodi con cui si insegna a fare sub.
Se è vero che la migliore tecnologia è quella utilizzabile con la maggior naturalezza, allora l'associazione Albatros impiega un hardware davvero valido, ovvero la mano.
E' infatti sul palmo dei sub non vedenti che appositi tutor impartiscono le direzioni da seguire.
Per il resto, chi non vede è totalmente libero di gestire la propria esperienza sottomarina.
Un'esperienza dove il tatto diventa quindi il senso fondamentale: scoprire la flora e la fauna diventa così tutta questione di sfioramenti, gesti più o meno forti per apprezzare le differenze naturali.

A Porto Santo Stefano, gli aspiranti sub non vedenti seguiranno un corso intensivo che, in seguito alla valutazione finale, darà loro la possibilità di ricevere il brevetto di subacquei.
L'iniziativa, però, è rivolta anche a chi vede: istruttori, aiuto-istruttori, dive-master, guide e accompagnatori potranno infatti conoscere una nuova tecnica di accompagnamento ambientale e arricchire così il proprio bagaglio professionale.

Si esplorano i fondali, e intanto si attende l'arrivo in superficie di un ulteriore progetto targato Albatros: la nascita di una rete internazionale di tutor per sub non vedenti.
Le basi sono state poste, e senza dubbio sono ben profonde.


Links:

Associazione Albatros - Progetto Paolo Pinto


Ci siamo occupati dell'Associazione Albatros e della sua metodologia di insegnamento anche nell'articolo:

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[Roberto Bonaldi]

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