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candido cannavòPubblichiamo il pezzo della Gazzetta sullo storico direttore della 'rosa', col ricordo di Simona Atzori, ballerina senza braccia

(tratto da Gazzetta.it)

Tra i molti lati di Candido Cannavò c'è quello che offre il ritratto di un uomo impegnato nel civile. Ed è proprio qui che ha incontrato don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della Carità di cui ancora si occupa, uno dei "Pretacci" di cui l'ex direttore della Gazzetta parla in uno dei suoi libri.

RITRATTO - "Ho conosciuto Cannavò due o tre anni fa a San Vittore - racconta don Colmegna -. Era un uomo di una grande umanità , profondo conoscitore di sport, di cui aveva capito il possibile utilizzo come coesione sociale. Mi ha colpito il fatto che volesse sempre imparare, ed è proprio con questo spirito che ha scritto il suo libro sui disabili ("E li chiamano disabili", ndr), cercando di capire la loro situazione, riscoprendola e imparandola da loro. Da quando l'ho conosciuto ho cercato di coinvolgerlo spesso negli eventi della Casa della Carità , e lui non si è mai tirato indietro, essendo sempre presente".

PRETI DI FRONTIERA - Don Colmegna ricorda il contatto ravvicinato con Cannavò mentre l'ex direttore della Gazzetta stava scrivendo Pretacci, libro dedicato ai preti di frontiera. "Venne da noi a dialogare e capire la nostra situazione - ricorda don Colmegna -, rimanendo con noi per un po' di tempo. Ricordo che un giorno, mentre lui era lì, entro uno dei miei collaboratori, un uomo alto che nel libro divenne "il prete rugbista", che mi disse che c'erano degli immigrati che volevano recitare una preghiera islamica all'interno della Casa della Carità . Io dissi al mio collaboratore di far pure entrare quelle persone; ricordo che Cannavò era seduto al tavolo e stava prendendo appunti, e poi nel suo libro, quando ritrovai quell'episodio, capii che ne aveva colto la vera essenza, senza ideologia ma solo facendone una questione di carità ".

IMPEGNO - Anche prima della pensione, l'ex direttore della Gazzetta era coinvolto in progettu a favore dei detenuti del carcere di San Vittore, a Milano. Iniziò aiutando Luigi Pagano, storico direttore del carcere, tra i primi a rendergli omaggio nella clinica di Santa Rita. Cannavò era rimasto scioccato dal gran numero di bambini che vivono dietro le sbarre per stare vicini alle madri, e proprio l'opera di sensibilazzione dell'ex direttore, aiutato da Comune, Provincia e Regione hanno trovato una struttura che ospita le detenute-mamme, soprattutto nomadi e tossicodipendenti, che possono scontare la condanna vicine ai loro bambini. A San Vittore creò anche il "Caminetto", uno spazio all'interno del carcere frequentato anche da Marco Materazzi e Gennaro Gattuso.

DISABILI - Simona Atzori, una ragazza priva delle braccia che è riuscita diventare pittrice e ballerina, ricorda così Cannavò: "Candido ha saputo raccontare la mia storia meglio di come avrei potuto fare io. Tra noi è nata una grande amicizia. Da quando ci siamo conosciuti, c'era sempre nei momenti più importanti della mia vita e io sono orgogliosa di avere danzato l'anno scorso con sua moglie, ex ballerina e maestra di ballo, in uno spettacolo organizzato a Milano".

ANCORA SU CANNAVO':

La Gazzetta dello sport

La Stampa

Il sito LeccePrima.it

Wikipedia

IN DISABILI.COM SU SIMONA ATZORI:

E' UNA DELLE PIU' FAMOSE DANZATRICI AL MONDO: 26 ANNI, SIMONA ATZORI E' SENZA BRACCIA

[Redazione]

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