Menu

Tipografia

"Con lo sport terapia si acquista fiducia, si mette a nudo la propria disabilità, la si accetta e ci si rende conto di quante attività si è ancora in grado di fare, riacquistando quelle abilità che si pensavano perso", spiega Piero Amati, responsabile del Gruppo Sportivo Unità Spinale di Firenze. Credevate che il basket, il nuoto, il tennis per disabili avessero solo un ruolo riabilitativo? In realtà regalano anche molto altro! Lo sa bene Yuri, che grazie a Piero ha ricominciato a vivere, dopo un grave incidente. E' stato lui a scriverci questa lettera, per raccontare la sua esperienza, soprattutto per denunciare una grande ingiustizia...

Ciao,
sono un assiduo frequentatore del vostro sito e proprio oggi ho letto questo interessantissimo articolo sull'importanza dello sport nella riabilitazione e sono perfettamente d'accordo con voi, avendo provato personalmente questa esperienza. Dopo un incidente in motorino mi sono ritrovato con una lesione spinale, ricoverato all'Unità Spinale di Firenze.
Durante il periodo di riabilitazione ho conosciuto Piero Amati, un personaggio che gravita intorno all'Unità. Si occupava della riabilitazione dei pazienti, curando l'aspetto sportivo con molteplici attività, dal ping pong al tiro con l'arco, dalla piscina al tennis. Il suo apporto è stato importantissimo per me e per tanti altri ragazzi che si sono trovati a dover cambiare la loro vita e che, grazie anche a lui, si sono potuti rendere conto che questa nuova vita può essere decisamente attiva.
Grazie alla sua idea è nato un paio di anni fa il Gruppo Sportivo Unità Spinale, una realtà relativamente nuova nell'ambito fiorentino. Grazie alla sua attività all'interno della struttura ha portato molti ragazzi a confrontarsi in ambito sportivo con tante altre persone che soffrivano delle stesse patologie, aiutando il reinserimento dei mielolesi nella vita di tutti i giorni. Purtroppo oggi abbiamo appreso che, per esigenze di budget, l'Unità Spinale si è trovata a dover fare a meno di Piero. Le esigenze economiche hanno così avuto la meglio sul buonsenso, sulla passione che una persona metteva quotidianamente al servizio di chi ne aveva veramente bisogno. A questo punto ci troveremo con cinquanta dottori (peraltro talvolta capita quasi di dimenticarsi della loro presenza...) e senza nessuno che si occupi davvero delle esigenze dei ricoverati più vogliosi di ripartire. Ovviamente sono di parte, perchè ho goduto dei benefici che Piero ha apportato alla mia vita, ma come me conosco tante persone che la pensano come me. Beh vi ringrazio per l'attenzione allo sfogo di un ragazzo "normale" che è convinto delle proprie idee e che vuole continuare a divertirsi anche grazie alle gioie dello sport.
Yuri

"Il problema qui è trovarsi senza questo servizio di attività sportiva, che rischia di essere soppresso", spiega Piero a Disabili.com.
Il tono amaro lascia subito il posto all'entusiasmo, quando inizia a raccontare di questa sua esperienza alla guida del gruppo sportivo che "accoglie quei tanti ragazzi che scoprono lo sport durante la riabilitazione, si entusiasmano, e quando escono vogliono continuare". Per benessere fisico, ma soprattutto psicologico, "perchè - spiega Piero - questi ragazzi acquistano fiducia in sè stessi, mettono a nudo la loro disabilità, la accettano e si rendono conto di quante attività possono ancora fare, riacquistando quelle abilità che pensavano di aver perso". Un obiettivo importante, tanto quello medico-terapeutico. Ma non solo.
Piero spiega come col suo gruppo sportivo ha visto abbattere tante barriere, architettoniche ma non solo: "con questi ragazzi andiamo dentro gli impianti sportivi, i circoli, nei campi da tennis e nelle piscine abitualmente frequentate da normodotati che si rendono così conto che quelle attività sono possibili anche per i disabili. Un modo per sensibilizzare, anche all'abbattimento degli ostacoli più concreti perchè - continua - ci si rende conto che quelli che possono sembrare dettagli, come un gradino, possono impedire a questi ragazzi tante attività".
Nel precedente articolo abbiamo sottolineato come le strutture sportive dentro le Unità Spinali siano piuttosto poche. Manca la cultura, manca l'informazione, forse manca anche quel poco di sensibilità in più che porterebbe qualcuno a mettersi nei panni di questi ragazzi disabili che, più che di farmaci e di fiumi di medici, avrebbero bisogno di riscoprire le proprie abilità e di integrarsi nel tessuto sociale.


Unità Spinale Unipolare Firenze
Centro Traumatologico Ortopedico (CTO)
Largo Palagi 1
50100 Firenze (FI)
Tel. 055 4278054 - 4278146 
Fax 055 427830

Per saperne di più su quali sono le Unità Spinali in Italia, leggi il nostro Speciale

E poi non perderti lo Speciale centri di cura

Leggi anche questi articoli
CON LO SPORT OLTRE LE BARRIERE

QUANDO IL TERAPISTA E' UN CAVALLO

LO SPORT E' PER TUTTI

[Francesca Lorandi]

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy