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Venezia, Rimini, Pescara, Brindisi, Leuca, Riposto, Palermo, Villasimius, Portisco e Savona.
Un mese di viaggio, quasi duemila miglia marine, pari a oltre 3.300 chilometri.
Questo è lo strepitoso bilancio dell'itinerario seguito dal catamarano di Andrea Stella, dopo il Varo ufficiale tenutosi il 14 luglio scorso dall'Arsenale di Venezia (vedi articolo).

Lo Spirito di Stella ha solcato i mari italiani con equipaggi misti composti da persone disabili e non, all'insegna della vera integrazione, e Andrea Stella ha realizzato il suo sogno: tornare in mare da protagonista, a bordo di una speciale imbarcazione senza barriere.
Dove sensazioni e difficoltà sono le stesse per tutti.
La tecnologia, e più ancora il buon senso, sono servite a costruire una barca a vela, nella quale una persona con difficoltà di movimento o con disabilità possa non solo essere a proprio agio, ma anche governare l'imbarcazione.

"Lo Spirito di Stella" è l'esempio che la volontà e l'intelligenza possono vincere sfide estremamente dure, come quella di trasformare un ambiente 'complicato' come quello di  una barca a vela in uno spazio accessibile a tutti.
Il giro d'Italia è stato un lungo e impegnativo esame per la barca e per la sua strumentazione all'avanguardia.
È un prototipo a tutti gli effetti, e qualcosa si può ancora migliorare in vista dei prossimi appuntamenti: il Salone della Nautica a Genova in ottobre, la Scuola di vela per disabili a Savona e, tra poco più di un anno, la nuova sfida di Andrea, la traversata dell'Atlantico.
Gli Stati Uniti, Miami, Fort Lauderdale. Là dove il giovane vicentino subì, tre anni fa, il sanguinoso tentativo di rapina, di cui porta ancora le conseguenze.

"Lo spunto iniziale - spiega Andrea Stella - è stato il desiderio di salire nuovamente su una barca a vela, non semplicemente da ospite, ma da 'protagonista', essere cioè in grado di muovermi autonomamente nella barca e,  perché no?, anche di governarla.
Poi c'era anche il piacere di poter accogliere degli amici, senza dover escludere nessuno, carrozzina o no.
Man mano che si procedeva con la costruzione, e riuscivamo ad eliminare i vari ostacoli, mi sono reso conto di quante barriere esistano per gli spostamenti normali, quotidiani, che a volte con semplici interventi si possono eliminare
".
"Sul catamarano - ha detto Mauro Pelaschier, il timoniere di Azzurra - tutti hanno la stessa velocità. Le differenze scompaiono. Ciascuno può provare a vivere il mare senza l'angoscia di non sapere come spostarsi, come affrontare le varie difficoltà".

Durante ogni tappa, con la collaborazione delle Associazioni Industriali della zona, l'equipaggio incontrava la città: un'occasione per far conoscere l'iniziativa di Andrea e soprattutto l'occasione per riflettere su come spazi e situazioni della vita quotidiana possono essere gestiti in maniera razionale a beneficio di tutti, non solo per persone con difficoltà.
In occasione della tappa di Portisco (SS), alla quale hanno anche presenziato la giornalista Paola Ferrari e il marito Marco De Benedetti, amministratore delegato di Tim, molto interessante è stato il confronto tra Andrea Stella e l'onorevole Daniela Santanchè sul tema della legislazione in materia di handicap, che pone regole fin troppo rigorose.
Pensiamo ai servizi igienici per i disabili, che devono avere misure minime molto grandi.
La norma diventa di fatto inapplicabile là dove non sono possibili interventi massicci di ristrutturazione.
Invece, basterebbe applicare accorgimenti semplici perché i bagni diventino accessibili con facilità.
E quanto realizzato nel catamarano è li per dimostrarlo in quanto i servizi sono stati realizzati negli scafi.

Durante la tappa di Rimini, con Adriano Aureli, Presidente dell'Associazione Industriali della città romagnola, si è discusso sul tema della patente nautica per disabili sulla quale persiste un vuoto legislativo.
Lo stesso Stella ha sottolineato che come esiste la patente di guida B speciale, per i disabili, così dovrebbe essere fatto per la nautica.
Il progetto "Orazio Nelson" sta infatti cercando di sensibilizzare i parlamentari in questo senso. 
Il tema importante è garantire la possibilità, anzi, il diritto di muoversi e di vivere a pieno per chiunque.
L'Italia ha un ritardo culturale fortissimo.
Un esempio: quanti architetti o ingegneri, prima di progettare, provano a muoversi in carrozzina? Progettare strutture accessibili a tutti, senza distinzioni, comporterebbe  pochi costi aggiuntivi, ma sarebbe un segno concreto di crescita culturale.

INFO

Sito web www.lospiritodistella.it.
E-mail otis@nsoft.it

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