Menu

Tipografia

Ormai la nostra nazione lo ha adottato.
Parliamo di Oscar Pistorius, il sudafricano atleta di talento, amputato a entrambe le gambe, e capace di far parlare di sè a livello mondiale, per la domanda di partecipare alle olimpiadi. Ad oggi la Iaaf l'ha respinta, ma mai dire mai.
L'altra sera era in studio al Tg1 delle 20.00, dove ha ribadito la propria volontà di riprovarci, facendo studiare le sue movenze ad altri studiosi, rispetto a quelli ufficiali che hanno esaminato la sua falcata.

Si diceva che l'Italia lo ha adottato: infatti non solo era su Rai Uno, non solo la sua prima gara internazionale lo ha visto impegnato a Roma. Adesso arriva anche un premio, a riconoscere la nobiltà del suo tentativo.
Si tratta dell'edizione 2008 del Premio Nestore - ‘A braccia aperte', il riconoscimento assegnato a campioni, giornalisti e personaggi che, nell'ambito sportivo, hanno mostrato grande sensibilità nei confronti dei problemi sociali e una forte vocazione solidale.

La quindicesima edizione del premio promosso dal Comune di Marsciano (PG) ha visto vincere: per la categoria "atleta dell'anno" i campioni del mondo di ciclismo Paolo Bettini e Marta Bastianelli, per la categoria "giornalismo" Candido Cannavò ed Emanuela Audisio, infine per la categoria "premi speciali" Mons. Carlo Mazza, il curatore della trasmissione tv "Dribbling", Eugenio De Paoli e per l'appunto Oscar Pistorius, lo sprinter disabile sudafricano.

Luca Pancalli ha così commentato: "la partecipazione di Pistorius alle Olimpiadi di Pechino avrebbe fatto del bene a tutti i ragazzi disabili del mondo ed a qualche dirigente sportivo che avrebbe riscoperto la passione vera per il mondo dello sport. È paradossale che Oscar non possa neanche più partecipare alle Paraolimpiadi ed è assurdo che sia considerato avvantaggiato rispetto a coloro che non hanno problemi del genere. Se è vero che le sue protesi generano così tanti vantaggi - ha concluso Pancalli - basterebbe regolamentarne l'uso".

"Lo sport è come un ascensore - ha esordito Pietro Mennea - tutti devono poterci salire sopra. Tutti noi che abbiamo praticato lo sport a certi livelli sappiamo quanto grandi siano i sacrifici da affrontare: sono certo che per Oscar i sacrifici siano ancora più pesanti e penso che i problemi dello sport non siano quelli rappresentati dalla condizione di Pistorius".

Tante sono state le domande dei presenti per Pistorius, che ha gentilmente risposto a tutti spiegando che proprio "la possibilità di gareggiare al Golden Gala di Roma ha cambiato la mia situazione: l'interesse suscitato da quella gara è stata importante per tutto il movimento. Anche se io corro per me stesso, voglio continuare la mia battaglia per l'inclusione anche in tutte le competizioni locali e per tutte le persone che possono beneficiare in qualche modo delle mie azioni. Ringrazio veramente l'Italia - ha spiegato in conclusione - nessun paese del mondo mi è stato così vicino ed essere considerato in questo modo mi rende incredibilmente orgoglioso".

INFO:

Su Oscar Pistorius vedi il nostro speciale "Il punto su...", che trovi anche in home page.

Sul premio Nestore vedi questa pagina a cura del Comune di Marsciano


[Redazione]

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy