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La vicenda dei farmaci proibiti si arricchisce di un nuovo capitolo. L’inchiesta aperta dal pm di Torino Raffaele Guariniello, infatti, si e’ allargata alle sfortunate storie personali di ben 16 ex-calciatori di livello medio-alto, che sono stati colpiti nel corso degli ultimi anni dalla “sclerosi laterale amiotrofica” , meglio conosciuta come “morbo di Lou Gehrig” , che porta ad una progressiva ed inesorabile paralisi muscolare ed in molti casi anche alla morte (in 14 dei 16 calciatori che l’hanno contratta). Le cause di questa malattia non sono state ancora chiaramente identificate dai ricercatori, ma la magistratura torinese, nel frattempo, vuole capire se possa esservi una qualche correlazione con i medicinali assunti dagli atleti durante la loro carriera agonistica. Un semplice sospetto, che pero’ getta ancor piu’ nell’angoscia i familiari dei ragazzi colpiti.


E’ il caso, ad esempio, di Gianluca Signorini , 40 anni, ex-capitano del Genoa, che dall’estate del ’99 ha iniziato ad accusare i primi sintomi del morbo di Gehrig, che prende il nome da un campione del baseball Usa che fu colpito nel 1941, ma che in queste settimane e’ gia’ stato ribattezzata la “malattia dei calciatori”.


Signorini, che vive a San Giuliano Terme , in provincia di Pisa, con la moglie Antonella ed i figli Alessio (18 anni), Benedetta (17), Andrea (11) e Giulia (1 e mezzo), ha trascorso la sua carriera tra Livorno, Ternana, Parma, Roma (dove fece il salto in A) e Genoa, ed avrebbe volentieri preferito salire alla ribalta della cronaca per qualche colpo di testa vincente o per qualche ingaggio prestigioso.


Cresciuto col Livorno, dopo il matrimonio Signorini, corteggiato fin dal liceo per il suo fisico prestante e per il carattere estroverso, passa al Parma con Arrigo Sacchi, il suo idolo. Una vita agiata e felice, insomma, che gli consente di non far mancare nulla alla sua famiglia. Trascorre sette stagioni al Genoa, formazione della quale diventa capitano, e nel frattempo nessuna avvisaglia di cio’ che la sorte gli stava per riservare.


La malattia, subdola, compare per la prima volta nell’ estate del ’99 , con i suoi inequivocabili ma apparentemente banali sintomi: una grande debolezza, la difficolta’ a muoversi con scioltezza. Il morbo infatti comincia a paralizzare i piccoli muscoli delle mani, per estendersi poi fino agli arti superiori ed inferiori, bloccando la deglutizione e la parola. Quando Gianluca, mentre era al mare, in vacanza dal suo impegno come responsabile del settore giovanile del Livorno, si accorge di non riuscire più a giocare a calcetto in spiaggia come vorrebbe, capisce che c’è qualcosa che non va nel suo corpo.


Una lunga teoria di esami, poi l’agghiacciante diagnosi, quella del “morbo di Gehrig”, puntuale, inappellabile, irreversibile. Le visite specialistiche compiute in mezza Europa, e che si basano sull’analisi il liquido spinale, confermano il verdetto, che per il momento non da’ futuro.


Le uniche cure, infatti, consentono solo di rallentare la progressione della malattia, senza pero’ bloccarla, e la speranza e’ che la ricerca scientifica porti al piu’ presto ad una soluzione farmacologica.


Nel frattempo, Gianluca trascorre le sue giornate tra divano e camera da letto, incapace di comandare gli arti e la deambulazione, e di parlare. Fatica a deglutire, tanto che puo’ assumere solo cibi semiliquidi, ma la mente e’ lucidissima, e questo, ovviamente, lo fa soffrire molto di piu’.


Ultimamente il computer lo fa sentire meno solo, perche’ anche le telefonate dei suoi compagni fanno piacere, ma non gli permettono alcun tipo di conversazione. Con la posta elettronica, invece, riesce a dialogare con chi gli esprime solidarieta’ al suo indirizzo: gianluca.signorini@libero.it.


Nel frattempo prosegue anche l’indagine della procura di Torino, che ha catalogato i farmaci usati con piu’ frequenza nel mondo del calcio, dagli antinfiammatori alla carnitina, dalla glutammina agli integratori. Ma, per ora, i laboratori del Coni non hanno trovato alcuna connessione con il morbo di Gehrig, che nel frattempo prosegue inesorabile nel suo cammino, nel corpo di Gianluca ed in quello degli altri ex-calciatori sfortunati come lui.

Federico Fusetti - federico@disabiliforum.com

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