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Quinta medaglia per Alvise De Vidi , l'atleta di Treviso

diventato uno dei personaggi piu' amati alle Paraolimpiadi di Sydney.

Per lui e' arrivato anche l'oro nella maratona , con tutti gli

spettatori dell'Olympic Stadium in piedi ad applaudire i suoi ultimi

due chilometri. De Vidi ha corso nella prova piu' dura, 42 chilometri e

rotti di saliscendi, ed al via si sono presentati solo in sette. Lo

strappo decisivo a 10 km dall'arrivo: quando ne mancano 8 il distacco

e' rassicurante: il trevigiano si limita, si fa per dire, a controllare

un'improbabile rimonta degli inseguitori. L'argento, con oltre un

minuto di ritardo, va all'emergente Koeberle, ma De Vidi, nel

frattempo, si gode la sua terza medaglia d'oro, mentre l'altro italiano

D'Agostini finisce quinto. Un bronzo arriva anche, sempre nella

maratona, da Carlo Durante nella categoria non vedenti, dove il 54enne

di Treviso era accompagnato da Lion e Favotto.



Il medagliere , al termine dei Giochi, regala agli azzurri un

18° posto finale, con Australia (63 ori) e Gran Bretagna (41)

a fare la parte del leone. Per l'Italia ci sono 9 ori, 8 argenti e 10

bronzi. Una posizione leggermente inferiore a quella di quattro anni fa

ad Atlanta (due ori in piu'), ma comunque ricca di soddisfazioni.



Vale la pena ricordare il gesto di Lorenzo Ricci , oro nella

4x100 non vedenti, che sul podio ha festeggiato a modo suo. Ricevuta la

medaglia, Lorenzo, spezzino, non l'ha nemmeno messa al collo,

regalandola subito alla sua "guida" Marco Del Medico , che

raggiunto nel '99 un personale di 10"50 ha abbandonato le gare per

normodotati decidendo di seguire Ricci. A Sydney, in finale, ha

cacciato un urlo a 30 metri dal traguardo che ha letteralmente

catapultato Ricci oltre il ceco Novak, superato al fotofinish di due

centesimi di secondo.





A Sydney i personaggi (ed ancor piu' le storie toccanti ed

uniche) sono tanti, e De Vidi e' tra questi. C'e' la disabile mentale

di casa (di Canberra) Siobhan Paton, 6 ori su sei gare disputate, e la

nuotatrice americana Trischa Zorn, non vedente, cinquanta medaglie

paraolimpiche all'attivo in carriera. Ed ancora lo svizzero Henz Frei,

paraplegico dall'eta' di 20 anni (ora ne ha 40) per una caduta in

montagna. Ha vinto l'oro negli 800 metri in carrozzina, ma soprattutto

era alla decima Paraolimpiade, fra estive ed invernali. Senza

dimenticare l'eroina di casa, Louise Sauvauge, in carrozzina dalla

nascita, che ha acceso il fuoco olimpico e che ha raggiunto le 9

medaglie d'oro totali.





Tra le discipline piu' spettacolari, sicuramente il basket, con la

vittoria un po' a sorpresa del Canada, ma anche i cento metri piani. La

statunitense Marlon Shirley, senza una gamba per un incidente con il

tagliaerba a dieci anni, ha migliorato due volte il record del mondo,

ora fissato sull'11"09.





Purtroppo prima della cerimonia conclusiva c'e' il tempo per uno

scandalo, leggi doping , veramente ingiustificabile. Il

velocista americano Brian Frasure, argento nei 100 e 200 metri, che si

e' allenato in passato anche con Marion Jones, e' risultato positivo al

nandrolone ed agli steroidi anabilizzanti. Allontanato dal Villaggio ed

escluso dai giochi, dopo la doppia positivita' nei test effettuati dopo

la finale dei 200, sara' sospeso da ogni gara per quattro anni, anche

se l'atleta ha affermato di essere all'oscuro di tutto. E' gia' stato

chiamato a restituire le medaglie .





In definitiva, questa edizione dei Giochi sara' ricordata, oltre che

per la qualita' tecnica, per l'eccellente livello di organizzazione

, che ha permesso ai 4.000 atleti di 125 Paesi di essere sempre

puntuali e ben assistiti, ed al pubblico di pensare solo a divertirsi

apprezzando le performances agonistiche.





A parziale rettifica di quanto detto nei primi giorni di gare, la

Rai
si e' parzialmente riscattata della scarsa copertura degli

avvenimenti domenica mattina. Su Rai 3, infatti, e' stato trasmesso

un "meglio di." che riguardava le prove degli azzurri, e che ha posto

l'accento sulle gioie, sui sacrifici e sulle delusioni dei nostri

atleti. Immagini emozionanti, che suscitavano ammirazione ed orgoglio,

mai compatimento; e poi musiche azzeccate, commento asciutto ed

essenziale, senza retorica. Un cocktail riuscitissimo, da brividi lungo

la schiena.

Federico Fusetti - federico@disabiliforum.com

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