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Entrare in contatto tra persone, a migliorare la propria autostima, a dare maggiore fiducia in se stessi.
Sono tutte conseguenze ritenute "secondarie" dell'attività sportiva.
E invece non è così: possono essere (e sono) il primo obiettivo dell'azione di tante società che si occupano di integrazione di persone con disagio psichico.
In molte si sono date appuntamento a Udine, per il convegno “Sport e integrazione sociale: non solo per gioco”, svoltosi a fine giugno, e di cui ora ci giunge un dettagliato resoconto, firmato da Fabio Della Pietra, della cooperativa sociale Itaca di Pordenone.
L'evento era organizzato dall'associazione polisportiva E’ Vento Nuovo di Udine in collaborazione con il Dsm dell’Azienda sanitaria n°4 Medio Friuli, il Comune di Udine e l’Associazione nazionale polisportive per l’Integrazione Sociale.

Il convegno, che si è tenuto presso il Parco Sant'Osvaldo di Udine, si è indirizzato sulla funzione di integrazione e crescita sociale-culturale che lo sport, praticato a livello amatoriale, può rappresentare.
Al dibattito hanno partecipato l'assessore allo sport e vice sindaco del Comune di Udine, Vincenzo Martines, il presidente nazionale Anpis, Roberto Grelloni, la presidente del Comitato italiano paralimpico, Marinella Ambrosio, il direttore del Dipartimento di salute mentale di Udine, Mario Novello, il presidente provinciale Uisp, Francesco Zamparo, e il presidente della Polisportiva E' Vento Nuovo, Roberto Rossetto, che ha moderato i lavori.

Articolati i punti sottolineati nel corso dell'appuntamento, a partire dall'idea che lo sport va riportato al suo significato primario, ossia occasione di gioco, relazione e momento di vita.
Sport non è soltanto quello praticato dai campioni e, in quest'ottica, la diversità va intesa come punto di forza non di debolezza.
Ecco perché l'occupazione degli spazi diventa funzionale ad assegnare contenuti significanti attraverso la pratica sportiva, in una più ampia prospettiva di investimento (umano e sociale) sul piano dei diritti.
Lo sport e il gioco diventano, così, prezioso strumento per riappropriarsi del diritto di cittadinanza. Lo sport dev'essere sport per tutti, deve includere e non escludere, unire e non dividere, deve aprire al confronto e non chiudere le porte alle relazioni tra le persone.
In questo senso, è stato sottolineato, la personalizzazione dell'attività può diventare elemento comunicante, si veda la richiesta di conferire pari dignità tra Olimpiadi e Paraolimpiadi che, attualmente diversificate, costituiscono uno scarto non più accettabile nel concetto di sport inteso come momento di socializzazione e incontro.

Lo sport comunica se stesso e le persone che vi stanno attorno e che lo praticano utilizzando il linguaggio non verbale.
In questo senso diviene strumento facilitatore per mettere in relazione persone normodotate con persone disabili. Servono però maggiori spazi dedicati in particolare allo sport per tutti, partendo dall'ottica che non solo le persone vanno messe tutte sullo stesso piano, ma che parità di livello va altresì data anche tra sport di vertice e di base. Ciò significa strutture, risorse umane, personale qualificato e, quindi, anche risorse economiche.

Sport e attività motoria significano, inoltre, la possibilità di incidere sul territorio in maniera profonda. Educando, ad esempio, la popolazione, in particolare a partire dalle giovani generazioni, a praticare lo sport non contro qualcuno ma assieme a qualcuno. Ancora includere, non escludere. Strumento di uscita dai recinti sociali e culturali, oltre che fisici. Questo l'humus dello sport per tutti. Lo sport è dunque, più che mai, patrimonio culturale straordinario. Racchiude in sé numerose sfaccettature, in uno spettro che parte dall'agonismo allo stare insieme. Ma occorre maggiore attenzione da parte degli amministratori degli enti locali, ad esempio, su come utilizzare ed applicare le leggi che già ci sono. Sono necessari momenti di riflessione costruttiva e condivisa che partano dalla base, dalle sue esigenze e richieste, dalle associazioni che si occupano di sport per tutti, anche per le persone disabili.

INFO:

Il sito dell'Associazione Nazionale Polisportive Dilettantistiche per l'Integrazione Sociale

Dipartimento di Salute Mentale - Azienda sanitaria n°4 Medio Friuli
via Pozzuolo n. 330
Udine (UD)
Tel. 0432 806500/01
Fax: 0432 806522
e-mail: dsm@ass4.sanita.fvg.it

Il sito del Comune di Udine

Il sito della Cooperativa sociale Itaca


[Redazione]

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