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MANI BAMBINI LETTEREIl dubbio: un nuovo strattagemma per aggirare la mancanza di fondi?

Troppo spesso un bambino con difficoltà d’apprendimento è considerato dislessico. In realtà ha solo disturbi comuni. Lo dice un’indagine condotta nell’ambito del progetto €˜Ora si!‑¬, promosso dall’associazione di scuola €˜Una rete per la qualità ‑¬ in collaborazione con l’Istituto di Ortofonolgia, secondo cui del 23% degli alunni segnalati con DSA in realtà solo il 4% sarebbe veramente a rischio.

In Italia, spiegano dell’IdO, un bambino su cinque presenta difficoltà di apprendimento, ma non per questo è dislessico. Tuttavia molti vengono ritenuti tali e inseriti in percorsi di recupero che possono causare danni notevoli.

L’iniziativa, svolta all’interno del progetto €˜Ora si!‑¬, è nata per dare ai docenti la migliore metodologia di supporto e per arginare il problema legato alla sproporzionata segnalazione dei DSA nei diversi momenti dell’iter scolastico.

Nel dettaglio l’esperienza formativa di ‑¬à‹Å“Ora si!’, svoltasi da settembre 2010 a giugno 2011, ha realizzato un’indagine condotta su 9 scuole elementari (27 classi di prima e 27 classi di seconda) e 6 scuole materne (25 classi dell’ultimo anno), per un totale di 1.175 alunni: 1.025 delle elementari (35 di prima e 490 di seconda) e 150 delle materne.

Nelle scuole elementari su 1.025 bambini sono risultati a rischio DSA solo 41 alunni. Un numero di bambini decisamente inferiore rispetto a quello inizialmente emerso e pari a 239 soggetti. Su 150 bambini del terzo anno di 6 scuole materne, invece, le insegnanti, insieme agli operatori IdO, hanno segnalato 39 bambini.

€˜Segnalare come dislessici bambini che in realtà non lo sono ‑¬â€˜ ha spiegato il direttore dell’IdO, Federico Bianchi di Castelbianco - comporta due gravi rischi: sono dirottati su percorsi alternativi come portatori di una disabilità che non hanno, con oneri economici non sostenibili e totalmente inutili, mentre il loro problema non solo non verrà affrontato ma lascerà un vuoto di conoscenze che si ripercuoterà pesantemente sul loro curriculum studiorum‑¬.

Il progetto €˜Ora si!‑¬, in sintonia con le Linee guida del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), che ha posto l’accento sulla necessità che la competenza sui Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) coinvolgesse il corpo docente di ogni classe, ha promosso nelle scuole l’individuazione di strumenti operativi specifici che permettessero agli insegnanti di effettuare una valutazione oggettiva che non avvii segnalazioni sproporzionate e allarmi immotivati, ma definisca percorsi didattico-pedagogici da attuare all’interno della scuola.
Con la presentazione l'indagine si è anche voluto precisare che non ci sono indici predittivi della dislessia alla scuola dell'infanzia e che per una corretta diagnosi bisogna aspettare la seconda elementare.

A pochi mesi della tanto attesa emanazione della Legge n. 170/10, la quale riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come DSA e tutela il diritto allo studio puntando su nuove metodologie didattiche e valutative e sulla formazione dei docenti, una ricerca di questo tipo con le relative conclusioni che ne vengono tratte non può che far pensare. Il dubbio che sorge infatti è quello che, come dice il proverbio, fatta la legge trovato l’inganno. Non è da escludere infatti l’opzione che, in un periodo di tagli così frequenti, l’obiettivo sia quello di ridurre al minimo i casi di studenti con bisogno di iniziative, magari dispendiose economicamente, di sostegno e supporto.

Che ne pensate? Diteci la vostra nel FORUM

PER APPROFONDIRE:

Testo completo della Legge n. 170/10


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Alessandra Babetto



 

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