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Prosegue il cammino delle deleghe al governo interne alla L. 107/15 che prevedono, tra le altre cose, la riforma del sostegno

Si parla ormai da molto tempo di una riforma del sostegno e molte volte ce ne siamo occupati, interrogandoci sull’opportunità, o meno, del progetto di riforma radicale prospettato dal MIUR ed in linea con la pdl ac 2444 presentata da alcune associazioni. Ancora prima dell’approvazione della L. 107/15 vi erano state iniziative di confronto, che avevano coinvolto anche alcuni docenti, da tempo impegnati in numerosi progetti riguardanti gli sviluppi dell’inclusione, tra cui G. Giani, sostenitrice della proposta di cattedra mista insieme ad altri docenti. La legge 107 è stata approvata senza dedicare particolare spazio al sostegno e rinviando, in chiusura, ad alcune deleghe al governo. In tali deleghe è prevista una riforma riguardante il sostegno didattico ad alunni con disabilità.

Il dibattito è proseguito nei mesi successivi, giungendo ad una radicalizzazione di due posizioni discordanti, che, semplificando, possiamo così indicare: da una parte le associazioni ed il MIUR hanno continuato a sostenere la necessità di riformare radicalmente il sostegno, prevedendo percorsi formativi separati rispetto a quelli degli altri docenti, carriere separate, specializzazione aderente alle specificità dei diversi tipi di disabilità; dall’altra i docenti, non solo di sostegno ed anche universitari, pur ravvisando la piena necessità della crescita e della diffusione delle competenze e, quindi della formazione di tutti gli insegnanti, hanno rilevato numerosi rischi nella separazione dei ruoli, che potrebbero avere esiti inversi rispetto alle intenzioni della riforma: la delega totale, la marginalizzazione dei docenti specializzati, la caduta, di fatto, dei principi stessi su cui si fonda l’inclusione scolastica e, con essa, del senso di quella contitolarità di cattedra su cui si sono basati 40 anni di integrazione. La radicalizzazione di queste due posizioni, come abbiamo già sottolineato, è emersa soprattutto nel confronto di Rimini e non si è attenuata negli ultimi mesi. Vi sono stati anche dei contributi importanti in termini di proposte, alternative alla separazione delle carriere.

E’ il caso proprio della cattedra mista, cui si è fatto riferimento, sostenuta da un gruppo di docenti ormai da tempo, presentata anche nel confronto di Rimini e poi organicamente in un articolo della rivista Italian Journal of Special Education fon Inclusion, della Società Italiana di Pedagogia Speciale. L’impegno in direzione dei processi di inclusione, cioè, pur da prospettive diverse, è proseguito senza sosta da chi crede nel suo valore.

In queste ultime settimane il Presidente del Consiglio, M. Renzi, ha sottolineato l’invito al dialogo, ha anche avviato un confronto sulla sua pagina facebook. Il sottosegretario all’istruzione, D. Faraone, in occasione degli eventi riguardanti la giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo, ha più volte sottolineato che a breve vi sarà la riforma annunciata ormai da tempo, ha anche detto che presto il MIUR potrà disporre di un’anagrafica sulle disabilità nelle scuole. Conoscerli, ha affermato, ci permetterà di capire meglio come formare in modo specifico gli insegnanti di sostegno. Ha anche parlato di missione. Forse i docenti preferiscono pensare di professione, qualitativamente elevata, squisitamente etica, non moraleggiante.

Le scelte sono state dunque già effettuate? La riforma è già pronta? Vi sono stati incontri ai quali anche i docenti più impegnati non sono stati mai invitati? Può darsi. Noi ci auguriamo di no, dal momento che la proposta di cattedra mista aveva suscitato curiosità ed interesse anche nei tavoli di lavoro formali e più volte era stata prospettata l’opportunità di ulteriori confronti.

Al di là di quelli che saranno i contenuti della riforma, nella consapevolezza della distanza delle posizioni, preferiamo pensare che l’impegno profuso in direzione della crescita dell’inclusione scolastica possa trovare ancora riconoscimento e ascolto, perché l’obiettivo è comune e perché il dialogo non sia fittizio.

Al fine di poter contribuire dall’interno al progresso dell’inclusione, portando ancora il punto di vista di chi vive la scuola ogni giorno, non affidandone così le sorti alla sola politica e alle associazioni di categoria, i docenti sottoscrittori della proposta di cattedra mista, quali soggetti attivi impegnati quotidianamente, concretamente e professionalmente, auspicano di partecipare ancora fattivamente al confronto prospettato dai rappresentanti del MIUR e restano in attesa di un invito, fino ad oggi mai pervenuto.

APPROFONDIMENTI
Recenti dichiarazioni di D. Faraone sul sostegno

In disabili.com
Ipespecializzazione: una buona via per l’inclusione?

Tina Naccarato

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