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Approvato dal Comitato Paritetico Nazionale il documento sulle Linee guida in materia di somministrazione dei farmaci a scuola

Il tema della somministrazione dei farmaci a scuola, di cui ci siamo già occupati in passato è molto complesso e delicato. Le linee guida del 2005 non sono state sempre applicate e non sono mancati anche in questo caso i ricorsi ai tribunali amministrativi. L’argomento ha suscitato negli anni un costante dibattito, nel quale è emersa la necessità di dare organicità alle norme di riferimento, facendo chiarezza sulle responsabilità dei soggetti coinvolti.

Si è giunti dunque finalmente alla stesura ed all’approvazione del documento finale sulle Linee Guida in materia di somministrazione dei farmaci a scuola da parte del Comitato Paritetico nazionale, istituito nel 2012 tra ministeri dell’Istruzione e della Salute, Conferenza unificata Stato-Regioni, Istat e un team di esperti. Il documento ha ricevuto anche il via libera dal Garante Nazionale per l’Infanzia e dalle Associazioni rappresentative. Dovrà seguire adesso l’approvazione dei due ministeri e il passaggio in Conferenza unificata. Ciò consentirà di superare il regionalismo cui fino ad oggi è stata affidata la materia, che si era regolato solo sulle scarne raccomandazioni del 2005.

COSA PREVEDONO LE LINEE GUIDA DEL 2005 – In base a queste Raccomandazioni i genitori devono inoltrare una richiesta al dirigente scolastico, accompagnata da una prescrizione del medico curante. Il dirigente deve verificare la disponibilità degli operatori scolastici in servizio e l’esistenza di locali idonei alla conservazione dei medicinali. Nel caso in cui non ci sia possibilità o disponibilità alla somministrazione dei farmaci, il dirigente può rivolgersi ad altri soggetti istituzionali del territorio, con i quali stipulare accordi e convenzioni. La somministrazione dei farmaci avviene in base alle certificazioni rilasciate dal medico. Non è richiesto il possesso di cognizioni specialistiche di tipo sanitario. Le Raccomandazioni del 2005 non rispondono a tutte le situazioni e non hanno forza vincolante, essendo degli orientamenti.

COSA CAMBIERA’? – Nelle nuove Linee guida è previsto che la famiglia si rivolga al proprio medico che, assieme allo specialista, elabora un Piano terapeutico individuale, da presentare insieme alla certificazione della diagnosi al dirigente scolastico per ottenere la richiesta di assistenza. La scuola è affiancata da un Gruppo di coordinamento che comprende la famiglia, l’Asl, il Comune e anche associazioni e enti di riferimento, per una presa in carico integrata. Il Gruppo di coordinamento dovrà stilare un Protocollo attuativo individuale, specifico per ogni caso. Il dirigente scolastico dovrà poi verificare la disponibilità a somministrare il farmaco tra familiari, personale scolastico o personale esterno. E’ prevista anche l’eventuale auto-somministrazione da parte degli studenti. Il personale individuato è tenuto a formarsi, sia per la continuità terapeutica che per la gestione dell’emergenza. Nella maggioranza dei casi non è comunque richiesto il possesso di competenze specifiche di tipo sanitario, ma solo la conoscenza e la padronanza delle azioni necessarie a somministrare il farmaco in sicurezza.
Nelle nuove linee guida, dunque, vi saranno diversi soggetti coinvolti:
- la famiglia, che richiede la certificazione, il medico e lo specialista che fanno la diagnosi, la relazione e piano terapeutico individuale, contenente le informazioni e le istruzioni necessarie alla corretta somministrazione dei farmaci, nonché le eventuali misure di prevenzione;
- il dirigente scolastico, che avvia le procedure necessarie e il gruppo di coordinamento, che individua il protocollo attuativo individuale, i percorsi necessari per la corretta somministrazione dei farmaci;
- i soggetti individuati per la somministrazione: lo studente stesso oppure un suo familiare, il personale scolastico che si sia reso disponibile e che abbia seguito un percorso formativo in merito, il personale ASL, il sindaco o un suo delegato oppure un membro di una delle associazioni o enti individuate nel gruppo di coordinamento.

In caso di somministrazione del farmaco salvavita il distretto sanitario deve segnalare al servizio di emergenza (112/118) le situazioni che necessitano di pre-allertamento, ad esempio nel caso di gravi reazioni allergiche.

L’iter del documento, però, a quanto pare, a fermo dall’autunno scorso. Per tale ragione, alcune federazioni e associazioni di pazienti hanno incontrato i responsabili del Comitato interministeriale, ottenendo un impegno sulla ripresa dell’iter. Attendiamo.

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Tina Naccarato

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