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 Sempre più spesso le problematiche ed i conflitti che insorgono a scuola si risolvono ricorrendo all’uso rigido delle norme, o addirittura ai giudici. In crisi il dialogo e la condivisione

Nei giorni  scorsi si è tenuto a Rimini l’ormai consueto appuntamento organizzato da Erickson con cadenza biennale e dedicato alla Qualità dell’inclusione scolastica e sociale. Il convegno anche quest’anno ha visto numerosi esperti, docenti e formatori confrontarsi su molte e centrali tematiche riguardanti l’inclusione ed ha offerto alla platea numerosi workshop tematici per approfondire diversi aspetti di tipo didattico, pedagogico, normativo ecc. In uno di essi, in particolare, dal titolo La normativa alleata dell’inclusione: da vincolo a opportunità, si è discusso dell’uso sempre più rigido delle norme nelle scuole, che sta prendendo il posto del dialogo, della condivisione e della stessa assunzione di responsabilità. Il workshop ha visto alcuni esperti formatori affrontare nodi essenziali di questa problematica ed il contributo di una mamma che ha evidenziato alcune difficoltà che incontrano i genitori. Questa rigidità, del resto, si ripercuote anche nelle relazioni tra scuole e famiglie, in un clima purtroppo oggi non sempre sereno ed anzi troppo spesso così teso da finire nelle aule dei tribunali.

F. Fogarolo e G. Onger ormai da quale anno offrono consulenza a genitori ed insegnanti nel gruppo facebook Normativa inclusione e proprio a partire da questa esperienza hanno sottolineato alcune significative difficoltà e contraddizioni che si incontrano oggi a scuola. Chi deve cambiare il pannolino? Il docente di sostegno è obbligato ad andare in gita? Chi deve fare le supplenze? sono alcune delle domande che ricorrono tra i docenti con grande frequenza. Emerge un’importante carenza formativa, di dialogo e di condivisione ed un’attenzione che troppo spesso pare essere concentrata più sulle procedure che sui risultati.  In tale atteggiamento, va da sé, manca l’assunzione di responsabilità. Come conciliare, dunque, la corretta applicazione delle norme con quell’autonomia di azione che risponda ai bisogni degli alunni avendo come principale vincolo proprio l’assunzione di responsabilità?

Alcuni suggerimenti in merito sono giunti dall’intervento di R. Iosa, il quale ha sottolineato la grande difficoltà di dialogo tra scuola e famiglia, i cui rapporti sono oggi molto conflittuali. Dall’una e dall’altra parte si va immediatamente alla ricerca del decreto, dell’articolo, del comma, rinunciando a quella mediazione naturale che dovrebbe sussistere tra queste due agenzie che sono alla base di tutta la formazione dei giovani. Si rinuncia, cioè, ad un uso non dispotico, ma ermeneutico delle norme, a quell’interpretazione etica e deontologica che potrebbe portare a risolvere tanti conflitti in un luogo diverso da quello del giudice. Mancano sportelli,  spazi e spesso anche volontà di mediazione.

S. Santinelli, mamma di un ragazzo con disabilità, ha evidenziato come le difficoltà incontrate l’abbiano portata allo studio delle norme. Proprio questa conoscenza, ha raccontato, l’ha aiutata a capire la centralità del PEI ed il ruolo di ciascun attore coinvolto nel processo di inclusione. Ognuno, ha sottolineato, deve assumersi le proprie responsabilità: genitori, dirigenti, docenti ed ATA, ma anche educatori, assistenti, enti ed associazioni. Bisogna lavorare insieme, in modo corresponsabile, provando sempre a superare i problemi risolvibili, col buon senso di tutti. Anche i genitori, ha concluso, devono capire che la scuola non è una realtà da gestire a proprio uso e consumo. La scuola è la possibilità per i nostri figli e questa possibilità è la formazione.

Dall’incontro, dunque, è emersa una grande urgenza di cercare dialogo e mediazione, ma anche l’invito ad un approccio etico e responsabile centrato in primo luogo sulla risoluzione dei problemi e delle emergenze. Le norme sono preziose, la loro conoscenza e applicazione sono importanti. I ruoli, detto altrimenti, sono chiari, definiti nelle leggi. E’ giusto, pertanto, chiedersi chi debba cambiare il pannolino. Il comma giusto, però, va cercato dopo che il bambino è stato cambiato.


APPROFONDIMENTI:

Scontri tra genitori e insegnanti: la sconfitta della scuola
 
Alleanza educativa tra genitori e insegnanti
 

In disabilicom abbiamo parlato anche di:

Convegno Erickson 2015


Tina Naccarato


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