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classe con bambini con braccia alzate In un recente incontro diversi esperti di disabilità e scuola si sono confrontati sulla proposta di riforma del sostegno, mostrando posizioni e perplessità eterogenee

 

Si è tenuto il 3 Marzo scorso un importante incontro nell'aula magna del rettorato dell'Università Roma 3, che ha riguardato la Proposta di Legge (PdL) A.C. 2444, di riforma del sostegno, di cui si sta discutendo molto in queste settimane e che sta suscitando un dibattito molto vivace a causa degli importanti elementi di cambiamento che prevede.

Alla tavola rotonda hanno partecipato alcuni studiosi, esperti di diritto ed estensori della Proposta, i quali si sono confrontati sui diversi aspetti del testo, cercando di individuare gli elementi essenziali di innovazione, ma anche gli aspetti di criticità.

Vi è stato poi un dibattito aperto al confronto con i presenti, cui hanno partecipato anche alcuni genitori e docenti. Era presente l'insegnante D. Santilli, la quale si è resa disponibile a predisporre un resoconto sintetico dell'incontro, riguardante i contenuti fondamentali di esso. Ad essa va pertanto il nostro ringraziamento.
La docente ha riportato che il dibattito è stato aperto dal prof. L. Cottini, presidente della Società Italiana di Pedagogia Speciale, il quale, dopo aver sottolineato come l'insegnante di sostegno debba essere una figura di sistema con competenze generali e speciali, ha illustrato gli aspetti della PdL che ritiene positivi, come la formazione in servizio prevista per tutti i docenti, l'organico di sostegno di rete e la certificazione secondo il modello ICF. Secondo lo studioso, però, un aspetto di criticità risiede nella formazione iniziale eccessivamente specialistica, che va nella direzione del modello individuale, che rischia di incentivare il fenomeno della delega.

I rappresentanti della FISH, S. Nocera e D. Vivanti, hanno invece ribadito la necessità della separazione delle cattedre e prospettato la trasformazione dell'annunciato vincolo di permanenza decennale su posto di sostegno in vincolo per tutta la carriera. Tale prospettiva, hanno affermato, potrebbe meglio garantire la continuità educativa e didattica. L'obbligo riguarderebbe i nuovi specializzati e non i docenti di sostegno già in ruolo, i quali avrebbero la possibilità di transitare nei ruoli curricolari, in quanto formati ed assunti secondo le precedenti disposizioni normative.

D. Ianes ha sottolineato che l'obiettivo comune dovrebbe essere un'educazione inclusiva e che la qualità dell'integrazione si costruisce anche con le competenze degli insegnanti curricolari, attraverso la formazione continua. Ha poi palesato perplessità rispetto ad eventuali fenomeni di iperspecializzazione, a cui preferirebbe, invece, la supervisione tecnica continua e le compresenze. Anche l'intervento di F. Bocci si è concentrato sulla formazione di tutti i docenti, necessaria per garantire una scuola inclusiva e per combattere i processi di delega; ha sottolineato quindi  il rischio che la PdL vada troppo verso il modello medico individualistico, che non risolve ma enfatizza il problema della delega. Ha proposto dunque di istituire un percorso universitario unitario per tutti i docenti, con maggiore spazio riservato alla didattica speciale.

R. Ciambrone si è invece soffermato sull'impegno di spesa riguardante i docenti di sostegno e, quindi, sulla necessità di un loro utilizzo ottimale.
Tra gli interventi dei presenti riportiamo quello di G. Giani riguardante la proposta di cattedra mista, a cui abbiamo di recente dedicato alcune riflessioni. Più in generale, gli interventi degli esperti e del pubblico hanno mostrato volontà di confronto ma anche molte perplessità rispetto alle significative novità annunciale dalla PdL.
Auspichiamo pertanto che possa ancora esservi in merito un dibattito ampio ed approfondito e che esso possa coinvolgere anche, soprattutto, chi a scuola mette piede ogni giorno.



Approfondimenti in disabili.com:

La proposta di legge
 
Classi di concorso per il sostegno?
 
La risposta di S. Nocera


Tina Naccarato


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