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scuola: bambini di spalle in classe con mani alzateTagli massicci agli insegnanti curricolari e di sostegno, agli assistenti educativi e di base: cosa resta dell'integrazione scolastica?

La scuola e la sanità pubblica vengono ormai regolarmente sacrificate in nome del contenimento della spesa. Le cifre dei tagli indicano chiaramente che a pagare la crisi sono proprio le Istituzioni più importanti e, con esse, le esigenze, i bisogni ed i diritti dei cittadini. Un prezzo particolarmente alto è stato riservato agli alunni disabili, che vedono ormai ridotte al lumicino le risorse loro dedicate, non solo nell'assistenza sanitaria ma anche nel supporto all'integrazione scolastica. Così, se un alunno necessita sia dell'insegnante di sostegno che dell'assistente alla comunicazione e/o di base, vive su di sé una forte compromissione del diritto allo studio.


Che il numero degli insegnanti negli ultimi anni sia diminuito in maniera significativa è ormai ampiamente documentato. E' rimasto inalterato quello dei docenti di sostegno; ad aumentare, però, sono stati gli allievi disabili e, quindi, le ore di sostegno previste per ciascun allievo sono state ridotte sempre di più. E' diventato allora fondamentale, soprattutto nei casi di disabilità importanti, che essi possano essere seguiti dagli assistenti all'autonomia e alla comunicazione e/o dagli assistenti di base igienico-personali. I tagli, però, ed anche massicci, riguardano anche loro.

Il problema era già emerso all'inizio dell'anno scolastico, con le proteste degli assistenti, delle famiglie e delle associazioni e ad oggi, purtroppo, persiste, nonostante le rassicurazioni delle amministrazioni e la sentenza del Tar della Sardegna, che ha condannato la Provincia di Cagliari ad assicurare le ore di assistenza educativa, sottolineando che essa costituisce un diritto fondamentale che va assicurato.

A Sassari le famiglie continuano a denunciare i tagli sia all'assistenza educativa che di base in tutta la provincia, nel silenzio generale delle amministrazioni. All'Istituto d'Arte ad esempio, a fronte della richiesta di 124 ore di assistenza educativa e 242 ore di assistenza di base, la Provincia ha risposto rispettivamente con 30 e 150 ore. Questo ha costretto i referenti dell'assistenza a privilegiare alcuni ragazzi, non potendo garantire livelli di ausilio per tutti. È imbarazzante ed umiliante vedersi mandare via dall'istituto perché manca l'assistenza, scrivono le famiglie.
Non va meglio a Napoli: siamo i genitori degli alunni disabili delle scuole dell'infanzia e superiori del Comune di Napoli e vi scriviamo esasperati poiché i nostri figli non hanno ancora iniziato la scuola perché mancano gli assistenti, dicono, in una lettera indirizzata al sindaco de Magistris, venti firmatari. La scuola per loro non è ancora iniziata eppure sono bambini con gli stessi diritti dei loro compagni di banco.

Tale situazione, è evidente, genera discriminazione.


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Tina Naccarato


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